Università. Inizia la settimana di mobilitazione contro il Ddl Gelmini : ricercatori in sit-in al Rettorato

Lungo ed intenso pomeriggio all’esterno ed all’interno della sede del Rettorato.

Alla manifestazione annunciata da giorni dai “no-pontisti”- che contestano la scelta dei vertici dell’Università di sottoscrivere un accordo con il contraente generale Eurolink e concedergli l’utilizzo dei locali dell’incubatore d’imprese, sito a Papardo – si è aggiunta la protesta indetta dai ricercatori messinesi, che hanno organizzato un sit-in pacifico dinnanzi alla sala Senato, dove l’organo di governo è tornato a riunirsi questo pomeriggio.

I motivi della contestazione sono sempre gli stessi: gli studiosi messinesi ,in totale sintonia con i colleghi di tutta Italia, si oppongono al DDL Gelmini ed alla manovra finanziaria che, secondo loro, “colpiscono pesantemente l’Università e coloro che vi operano”.

Inizia così la settimana di mobilitazione nazionale, che andrà avanti sino a venerdì e che mira a coinvolgere tutte le componenti del mondo accademico : docenti, precari, personale tecnico amministrativo e studenti.

Nel corso del sit-in di oggi pomeriggio, i ricercatori sono tornati a sollecitare “il Magnifico Rettore ed il Senato Accademico affinché sostengano concretamente le iniziative di protesta intraprese a difesa del sistema universitario pubblico e a fare propri alcuni punti qualificanti”.

Innanzitutto, chiedono la “definizione di una reale autonomia e del carattere pubblico del sistema universitario, fondata su un governo democratico d’ateneo che sia eletto da tutte le componenti universitarie, ne garantisca l’adeguata rappresentanza e a cui spettino le decisioni strategiche e di indirizzo in materia di didattica e di ricerca”.

In secondo luogo, si oppongono fermamente ai “tagli alla ricerca e al funzionamento degli atenei introdotti con le manovre finanziarie, che mettono l’Italia fuori dai parametri internazionali e disattendono precisi impegni dell’Unione Europea”. E’ necessario – scrivono nel documento – garantire un congruo finanziamento della ricerca, il diritto allo studio, un piano di reclutamento straordinario a fronte dei numerosissimi pensionamenti e un numero adeguato di progressioni di carriera”.

Gli studiosi premono, poi, affinché si proceda “alla riorganizzazione dei ruoli di ricercatore e professore universitario in un ruolo unico articolato almeno su tre livelli; e, in ultimo, chiedono “l’esenzione dal blocco degli scatti almeno per il personale più giovane (entro la V classe stipendiale di ciascuna fascia) e il recupero, a conclusione del blocco per il 2011/2013, di scatti e aggiornamenti stipendiali”.