Amministrative, tutte le novità introdotte dalla legge elettorale

Doppia preferenza di genere, effetto trascinamento, elezione diretta, sbarramento al 5%. Mai come in questa tornata, le amministrative sono frutto di alchimie nate sui banchi dell’Ars, che hanno partorito una legge elettorale destinata a cambiare il volto degli organi amministrativi della città. Ed a complicare la vita degli elettori. Come si voterà?

Partendo dalla più alta delle poltrone, non ci sarà più il famigerato “effetto trascinamento”: votare per una lista, in pratica, non garantirà il travaso automatico del voto al sindaco che la lista supporta. La preferenza per il primo cittadino, infatti, andrà indicata espressamente sbarrandone il nome.

Per il consiglio comunale, entra in vigore la doppia preferenza di genere: per assicurare “pari opportunità”, sarà necessario indicare un nome maschile ed uno femminile. Un obbligo che, in realtà, non è strettamente un obbligo, dal momento che saranno valide anche le schede con una sola indicazione di voto. Quelle che saranno considerate nulle saranno le seconde preferenze declinate al maschile, o che non siano della stessa lista della prima. In questo caso, però, varrà la regola dell’intenzione di voto dell’elettore, quindi ad essere considerate nulle saranno solo le seconde preferenze e non l’intera scheda. La novità introdotta da un disegno di legge all’Ars di un mese e mezzo fa, complicherà di certo la vita degli scrutatori e aprirà la strada ad estenuanti confronti tra i rappresentanti di lista.

Non solo: da questa tornata è in vigore uno sbarramento al 5%: le liste che non riusciranno a raggiungere la soglia di sbarramento non avranno rappresentatività in consiglio comunale, ed i voti ad essa collegati non saranno contati ai fini del “premio di maggioranza”, altra novità introdotta di recente. Qualora il sindaco fosse determinato al primo turno, lo schieramento di liste che lo sostiene conquisterà i quasi due terzi dell’aula, 24 consiglieri sui quaranta totali che toccheranno a Messina, dopo la riduzione in seguito al “declassamento” che la città ha subito dopo l’ultimo censimento, essendo scesa sotto la soglia dei 250mila abitanti, a patto che raggiunga il 40% dei voti validi e che nessun altro schieramento raggiunga il 50% dei voti validi. Se si arriverà al ballottaggio, invece, il premio di maggioranza scatterà per le liste collegate al candidato vincitore a prescindere dalla percentuale (e sempre che lo schieramento avversario non abbia raggiunto il 50%).

Novità anche per i quartieri: oltre all’indicazione per i sei consigli (ciascuno con sedici eletti), stavolta sarà necessario anche indicare espressamente il presidente, che fino alla precedente tornata del 2008 veniva eletto dal consiglio stesso, manuale cencelli alla mano: più o meno come avveniva negli anni ’80 col sindaco, fino all’introduzione dell’elezione diretta.