Quello che i politici non si dicono…. E quello che vorrebbero dirsi

Da settimane assistiamo ad un balletto tra Crocetta e i suoi alleati sul rimpasto. Quello che colpisce è il linguaggio: un dialogo in codice in cui se ne dicono di tutti i colori col sorriso sulle labbra. Voglio provare a tradurre dal politichese questo valzer dell’ipocrisia. Ho riassunto alcuni dei dialoghi affiancando le parole che realmente si sono detti quelle che avrebbero voluto dire. In dialetto si dice: parru a me soggira intenni me nora.

I protagonisti: Crocetta, governatore della Regione con velleità monarchiche, esponente del Pd con allergia al Pd, in perenne lotta con chi lo ha messo su quella poltrona. Il Pd, bizzarro partito siculo con il complesso di Tafazzi, affetto da personalità multipla ed alla continua ricerca di se stesso. Gli altri alleati. Hanno l’atteggiamento di chi ha “creato un mostro” e se ne accorge troppo tardi, come il papà di Frankenstein quando si accorge che la creatura cammina da sola. E fa danni.

Ecco una breve traduzione del valzer del’ipocrisia dal politichese all’umano:

Quello che ha detto il Pd: “ Siamo contrari al rimpasto generalizzato, ma servono aggiustamenti alla giunta. L importante è capire cosa si intenda per rimpasto. Non ci interessano poltrone o poltroncine. Abbiamo posto il tema di come si possa migliorare l'attività del governo”.

Quello che voleva dire il Pd: “Mannaia D’Alia e Genovese quando hanno deciso di sponsorizzare sto Crocetta. Era meglio Lombardo, almeno con lui si poteva ragionare e dividerci le poltrone. Sarebbe stato meglio persino Musumeci, tanto l’Udc passava subito con lui, noi stavamo all’opposizione e ci toccavano gli strapuntini. Sto Crocetta invece fa danni, nomina consulenti solo suoi, ogni giorno denuncia qualcuno o qualcosa. E’ un caos, arrivano moffe a raffica e non sai da dove. Fosse per noi il rimpasto dovrebbe essere totale e partire da lui”.

Quello che ha detto Crocetta.Io sono stato eletto dal popolo nove mesi fa, e sono nove mesi che il mio partito mi chiede il rimpasto. Pensano di essere il partito, ma il partito siamo tutti. Perché io dovrei essere meno dirigente degli altri? La richiesta di rimpasto del Pd non è possibile perché è la migliore giunta dal dopoguerra”

Quello che voleva dire Crocetta: “scusate ma che lingua parlo? Vi avevo avvisato in campagna elettorale che non mi avreste tirato la giacchetta. Pensavate di avere a che fare con un personaggio fokloristico? Tiè. Ho avuto il coraggio di nominare assessori Franco Battiato, Antonio Zichichi, una studentessa fuoricorso come la Scilabra, la mia segretaria di origini bergamasche, roba che neanche Cuffaro e Lombardo, figurati se mi scanto di fare tutta la giunta a mia immagine e somiglianza. Se m’incazzo mando a casa Bartolotta, per fare un dispetto a Genovese, e lo sostituisco con i Ricchi e Poveri e in un solo colpo copro un paio di assessorati e con quel nome fa pure tendenza spending review (anzi, come dico io spetting riviù).

Quello che ha detto Marco Forzese, Drs, presidente della I commissione Ars: “sono pronto a dimettermi da parlamentare regionale qualora venissi nominato da Rosario Crocetta tra i suoi assessori. Il mio partito lo sa”

Quello che voleva dire Forzese: “Già che stiamo giocando a chi la spara più grossa mi ci metto pure io. Tanto non ci penso nemmeno a dimettermi da deputato se divento assessore. Lo sanno tutti che con Crocetta rischi di restare in giunta tre giorni e ti sostituisce col postino. Per fortuna noi siciliani abbiamo memoria corta”.

Quello che ha detto Crocetta: “I Pd sono come i giapponesi che non sanno che è finita la guerra”

Quello che voleva dire Crocetta: col cavolo che faccio il rimpasto, dopo la cura Crocetta il Pd sarà come Hiroshima. E la bomba ve la siete fabbricata con le vostre mani e in casa vostra.

Quello che ha detto Cracolici, deputato Pd: dei giapponesi apprezzo la tenacia

Quello che voleva dire Cracolici: “”Allora te la cerchi, a costo di lanciarci con i paracaduti in giunta e fare harakiri ti togliamo la Scilabra e ci mettiamo mio nipote dell’asilo. Abbiamo fatto finta di fare la guerra a Berlusconi per 20 anni vuoi che ci spaventiamo di te?”

Quello che ha detto Pistorio, segretario regionale Udc- “Non chiediamo un rimpasto ma serve un maggiore coinvolgimento delle forze politiche. E’ Crocetta che deve decidere se l'esecutivo ha bisogno di innesti. Spetta a lui valutare le capacità all'interno della giunta che ha caratura tecnica”

Quello che voleva dire Pistorio: “Certo che il rimpasto lo vogliamo pure noi e io sarò assessore. Nel frattempo mi faccio nominare dall’assessore Valenti capo della segreteria tecnica e mi porto avanti col lavoro. E’ evidente che questa giunta di tecnici è un flop, ma se Crocetta è contento di questi assessori lo deve dire pubblicamente. Tocca a lui togliere le castagne dal fuoco.

Quello che ha detto Crocetta: Il Pd voleva farmi nominare in giunta Walter Bellomo, arrestato per la Tav, se io avessi accettato, mi sarei ritrovato Rinaldi, Cracolici, Bellomo e Cocilovo. Pd lo difendo meglio io perché l'ho difeso dagli scandali. Io non sarò il 'pupo' di nessuno.

Quello che voleva dire Crocetta: “smettetela di dirmi le cose sottobanco perché io vi svergogno davanti a tutti e le racconto e ci aggiungo la ciliegina sopra la torta così voi passate per brutti sporchi e cattivi e io per il salvatore della patria. Tiè”.

Quello che ha detto Lupo, segretario regionale del Pd: “Non ho mai proposto di nominare Walter Bellomo assessore. Crocetta stia attento. Si ricordi che gli stessi lavoratori della formazione professionale che ora criminalizza hanno votato per lui. Non può pensare che i suoi voti profumino e quelli degli altri puzzino.

Quello che voleva dire Lupo: “Mantenere un segreto no, vero? Fare il gioco del silenzio no? Ormai ci siamo messi l’acqua in casa con questo. Con questa storia della formazione poi è una filastrocca. Ma quando Genovese e Riggio l’hanno fatto votare a valanga che pensava che lo facevano perché è simpatico?”

Quello che ha detto Crocetta: “La festa del Megafono non è in contrapposizione a nulla. L’iniziativa è stata programmata in tempi differenti rispetto all’Assemblea del Pd che è il mio partito. C’erano impegni contrattuali ed economici con i fornitori e non si poteva rinviare”.

Quello che voleva dire Crocetta: Pi che? Ah, sì Pd! Il partito al quale sono iscritto. Miiii che camorrìa, ogni volta sta storia. E mi chiedono i soldi per il partito, e vogliono l’assessore per il partito. E basta, non se ne può più, Neanche una festicciola tra amici si po’ organizzare.

Quello che ha detto Lupo: “A proposito della festa del Megafono quanto ha deciso la commissione nazionale di garanzia va rispettato. Il Megafono non può essere un movimento alternativo o peggio antagonista del Pd”.

Quello che voleva dire Lupo: “Festicciola un c….io lo so dove vuole andare a parare il gelese. Ci sta facendo terra bruciata intorno. Lui e Lumia con la scusa della rivoluzione. Ma io l’ho detto a Epifani, o dentro o fuori. Questa casa non è un albergo. Col cavolo che ti prendi pure la segreteria regionale”.

E il peggio è che non è ancora finita.

Rosaria Brancato