Dalle lettere di Signorino al Consiglio comunale: ecco perché i rifiuti vanno all’Amam

Sarà un’estate caldissima a Palazzo Zanca e non solo per colpa della colonnina di mercurio tipica della bella stagione. Il Consiglio comunale si troverà ad affrontare tutti i provvedimenti con cui l’amministrazione Accorinti ridisegna la gestione dei rifiuti messinesi e già oggi iniziano i confronti in I Commissione Bilancio che, con carte alla mano, proverà a capirne di più di questa grande operazione con cui si dirà addio a Messinambiente e Ato3. In realtà, rispetto a quella che doveva essere la tabella di marcia, si registrano già significativi ritardi, considerato che era stata scelta la data del 30 giugno per chiudere i ponti con il passato e trasferire servizi e personale all’Amam. Adesso ci sono altri tre mesi di tempo grazie all’ultima ordinanza con cui il sindaco ha allungato la vita di Messinambiente, ne resta invece molto meno per l’Ato3 che la Regione ha prorogato solo fino al 14 luglio. Tutto il percorso si dovrebbe compiere in tempi strettissimi, ma liquidare in pochi giorni la mole di lavoro che attende la commissione bilancio e poi il consiglio comunale non sarà certo facile. Il vicesindaco Guido Signorino però ha deciso di giocare d’anticipo e in una lunga nota indirizzata alla Presidente Emilia Barrile e dunque ai 40 membri del civico consesso fa il punto della situazione, spiega tutti i vantaggi dell’operazione Amam, tira fuori qualche numero, mette nero su bianco alcune parti tratte dalla relazione tecnica che accompagnerà la proposta di deliberazione per l’affidamento dei servizi.

Innanzitutto Signorino spiega quali sarebbero gli elementi di vantaggio: le aziende Messinambiente e Ato3 potranno cessare le attività affidate dal Comune di Messina, procedendo alla loro liquidazione e definitivo scioglimento, senza riduzioni forzate degli organici e senza perdita di posti di lavoro, trovando negli impieghi definiti entro il piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Messina le risorse finanziarie necessarie; la gestione del servizio da parte di società non in liquidazione consentirà di effettuare da subito i necessari investimenti per il rinnovo del parco mezzi del servizio rifiuti; la società Amam potrà soddisfare le sue esigenze di personale, accrescendo l’efficienza di gestione del servizio idrico; gli ulteriori servizi affidati alla nuova Amam consentiranno un maggiore e pieno utilizzo delle maestranze di Messinambiente; il nuovo organigramma aziendale consentirà una più efficiente valorizzazione delle risorse umane complessive; l'approvazione del finanziamento regionale del porta a porta per circa 60.000 cittadini, con l'acquisto di numerosi mezzi, e l'avvio a utilizzo dell’impianto di Pace per il trattamento della raccolta differenziata danno concrete prospettive di riduzione di costi e di eventuali incrementi di ricavi ad oggi impossibili per mancanza di mezzi e impianti, anche indipendentemente dall’affidamento dei lavori della piattaforma integrata di Pace ("preselezione e biostabilizzazione" , impianto trattamento percolato, discarica); l'operazione non avverrà tramite fusioni o incorporazioni aziendali, ma tramite affidamento di servizi da parte del Comune ad una società con modalità in house providing e assunzione del personale tramite mobilità intra-partecipate. Tale procedura consentirà il mantenimento della distinzione contabile tra le società di provenienza e la società di destinazione dell’affidamento dei servizi, si porrà in essere uno schema simile al modello “bad company” – “new company”, evitando che il bilancio Amam sia gravato dai circa 3 milioni di euro per sanzioni e more che pesano annualmente sui conti di Messinambiente; l’assorbimento in società pienamente operativa consentirà ai lavoratori di Messinambiente e Ato3 di avere più certezza per il futuro e maggiori facilità di accesso a forme di credito, ad oggi impedite dallo stato di liquidazione aziendale.

Questi dunque i punti di forza dell’operazione, punti che dovrebbero convincere fin da subito i consiglieri comunali a votare favorevolmente al passaggio dei rifiuti all’Amam. Per avvalorare ulteriormente la tesi elaborata dall’amministrazione, il vicesindaco fa partire la sua analisi dalla condizione di partenza delle tre partecipate coinvolte.

ATTUALE SISTEMA DI GESTIONE DEI SERVIZI

Signorino spiega che «il costo di gestione della distribuzione del servizio idrico è interamente sostenuto coi ricavi delle bollette; il costo complessivo della raccolta e smaltimento dei rifiuti ammonta ad €. 41.670.000 (anno 2014); il costo complessivo della gestione del verde per i servizi affidati ad ATO Messina 3 ammonta ad € 673.000, cui si sommano gli importi di € 330.000 per la manutenzione delle aree a verde delle periferie e di € 300.000 per la manutenzione del verde nei cimiteri comunali. Infine, sono parte degli interventi per i servizi di gestione delle acque, dell’igiene e della cura ambientale la pulizia e manutenzione dei tombini o delle griglie di scolo, per l’importo di € 550.000. Tali ultimi sevizi, attualmente esternalizzati dal Comune senza il coinvolgimento delle società partecipate, verrebbero affidati all’Amam consentendo un pieno ed efficiente utilizzo dei lavoratori impiegati senza ulteriori aggravi per la finanza comunale».

Signorino non ha dubbi: «A regime, le economie di gestione realizzate tramite l’accorpamento dei servizi in unico gestore e la contestuale razionalizzazione delle società partecipate, consentiranno una riduzione di tali importi a carico del Comune, con conseguente beneficio per la finanza comunale, o – in alternativa – un potenziamento dei servizi finanziati a parità di risorse impiegati, con miglioramento della qualità ambientale cittadina».

Lunga e dettagliata la parte dedicata a Messinambiente. Il vicesindaco ricorda che negli ultimi 18 mesi, targati Ciacci, la società è stata interessata da importanti interventi miranti a incrementare la qualità del servizio, ridurre i costi di gestione e ampliare i margini di redditività dell’attività. Ma, come si legge, “questi interventi di oggettivo miglioramento operativo ed efficientamento aziendale incontrano insuperabili limiti derivanti da uno squilibrio strutturale tra costi e ricavi e dalla situazione debitoria ereditata dalle precedenti gestioni”.

Tra esposizione debitoria attuale e potenziale la condizione debitoria di Messinambiente registra un passivo complessivo di circa 50 milioni di Euro, assorbiti nel piano pluriennale di riequilibrio del Comune di Messina.

Ai fini della valutazione dell’ipotesi di affidamento del servizio ad Amam, l’amministrazione ha tenuto in considerazione i risultati della “gestione caratteristica”, quella che cioè risulta dalla differenza fra i ricavi ottenuti a fronte dei servizi svolti e i costi sostenuti per la loro realizzazione. Tale dato, denominato misura l’effettiva capacità dell’azienda di generare reddito, al netto di tutte le voci che nulla hanno a che fare con la pura attività produttiva. «Nell’attuale assetto la “gestione caratteristica” di Messinambiente (gravata dal sottoutilizzo del personale dipendente che – dato lo stato di messa in liquidazione in cui si trova la società – non può essere ottimizzato tramite svolgimento di servizi aggiuntivi) ha determinato nell’anno 2014 perdite per circa 3,1 milioni, causate in misura rilevante dal venir meno degli sgravi contributivi e fiscali per il personale originariamente assunto a tempo determinato. I dati di gestione dell’anno 2015 evidenziano i notevoli progressi compiuti in questo senso dai rinnovati vertici aziendali tramite strutturali riduzioni di costo del personale e importanti interventi nella gestione dei servizi. Questi interventi hanno ridotto di quasi il 50% le perdite della gestione caratteristica, riconducibili nel primo semestre 2015 al valore di € -812.607 che, in base d’anno, implicano un valore negativo di € -1.625.214. Tuttavia i margini di riduzione delle perdite appaiono percorsi in maniera sostanzialmente integrale, al punto da potersi considerare non più espandibili».

Insomma, il vicesindaco sembra il medico che dopo aver tentato il tutto per tutto comunica ai familiari che il paziente non ce l’ha fatta. Ma al di là di Messinambiente la gestione rifiuti deve trovare un nuovo futuro. E alla luce di questo quadro l’esponente della giunta Accorinti dice chiaramente che “l’operazione di accorpamento dei servizi proposta realizza economie di gestione e incrementi di ricavi per nuovi affidamenti che consentono l’annullamento del disequilibrio strutturale tra costi di gestione e redditività dei servizi, resi ricostruendo uno stabile equilibrio economico ed anzi accrescendo i margini aziendali attualmente registrati in Amam e riducendo in prospettiva l’assorbimento di risorse dal bilancio comunale”. Anche perché avvisa che altrimenti l’alternativa sarebbe la drastica riduzione del personale.

LA PROSPETTIVA STRATEGICA

Guardando al futuro, per Signorino «l’utilizzo di un'unica Società (Amam) a partire dal secondo semestre 2015, consentirà di concentrare i servizi in un’unica “governance” e di avviare tutte le iniziative utili alla razionalizzazione e riorganizzazione dei servizi che svolgerà». A dettare la linea ci pensa il Piano Aro, che l’amministrazione ha varato nei mesi scorsi e che prevede quello che sarà l’impianto di questa nuova gestione. Tra le novità più sostanziali c’è l’ormai famosa formula del in house providing, considerata più conveniente e, se tutto filerà liscio, le previsioni dalle stanze del vicesindaco dicono che questo secondo semestre del 2015 sarà trampolino di lancio del nuovo sistema con la necessità delle acquisizioni dei nuovi mezzi ed attrezzature.

Adesso dunque è tutto nelle mani del Consiglio comunale. Ci sono in ballo le modifiche dello statuto Amam, il Piano Aro, l’affidamento “in house” della gestione del servizio di smaltimento e raccolta dei Rsu alla scadenza del regime di ordinanza, la mobilità del personale di Ato3 e Messinambiente, la possibilità di avviare davvero queste due società alla liquidazione.

Francesca Stornante