Fera a De Cola: “Dia a Cesare quel che è di Cesare, ovvero a Corvaja…”

In casa Accorinti- De Cola il riconoscimento della Variante di salvaguardia come modello virtuoso di pianificazione ha generato una serie di soddisfatte pacche sulle spalle con conseguente tirata di orecchie ai tanti che l’avevano criticata, con Signorino che li invitava a chiedere scusa a De Cola.

Mi permetto di non condividere nella maniera più assoluta cotanta soddisfazione, perché ad una disamina più attenta di come sono andate le cose i nostri amministratori dovrebbero, invece, recitare un profondo e contrito mea culpa.

Ero presente (sono anche un membro dell’Assemblea dei rappresentanti della SIU) al dibattito e mi sembra che il prof. Balducci abbia espresso il dovuto apprezzamento per l’idea di uno strumento urbanistico che si pone come obiettivo la salvaguardia delle aree collinari, a partire dalle condizioni di criticità idrogeologiche, limitandone drasticamente l’edificabilità. Bene, ma questa idea, voglio ricordare all’ing. De Cola, come già ho avuto modo di dire altre volte, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, non è stata certo partorita da questa amministrazione, ma era il frutto di una strategia messa in atto dall’assessore Corvaja, con cui ho avuto l’opportunità ed il piacere di discuterne a lungo; del resto la cosiddetta “delibera salva colline, da cui questa vicenda ha preso le mosse, è del 2012 quando, se non erro, Accorinti non immaginava neanche di diventare sindaco di questa città. Quindi che Accorinti e De Cola non si assumano impropriamente paternità che non hanno. Le stesse linee guida del nuovo Piano Regolatore, che l’attuale giunta ha recepito in pieno (lo desumo dal fatto che non ne hanno mai presentato a questo consiglio di diverse), furono approvate dal precedente Consiglio comunale sulla scorta di un documento redatto sempre dall’assessore Corvaja, ed anche a questo mi pregio di aver dato il mio contributo.

Dunque vi sembra possibile che mi sia messo a criticare una idea ed una strategia che, nel mio piccolo avevo contribuito a costruire? Che la SIU ne abbia riconosciuto la bontà ci sta tutta e intendo assumermene in parte il merito.

Quindi Accorinti e De Cola, una volta insediati, si trovano per le mani un’idea guida di grande rilevanza urbanistica che devono solo portare avanti e realizzare. Era questo il compito di De Cola e su questo, purtroppo ha miseramente fallito, contribuendo a tenere al palo un percorso che si presentava innovativo, iniziato oltre 5 anni fa. Si trattava di correggere alcune criticità che si erano determinate a suo tempo e che gli sono state dal sottoscritto segnalate (non portare avanti contemporaneamente due strumenti urbanistici generali, Variante generale e Prg perché ci si incarta o si cortocircuita). Dopodiché è stata una sequenza di atti incomprensibili e scomposti, dal pasticcio nella gestione dei trasferimenti di cubature, al rifiuto di elaborare la VAS (non cantiamo vittoria troppo presto, vedremo nel merito cosa dirà il Cga a cui ,credo , la Regione dovrebbe appellarsi), al rifiuto di ottemperare alle richieste del Genio Civile, fino all’ultima straordinaria perla delle carte secretate! Risultato: dopo 4 anni di maldestri movimenti da elefante in un negozio di cristallerie ancora nulla di nulla e penso che non ne verrà più nulla fuori in questo anno residuo, a meno di qualche altro dotto convegno.

Quindi vi prego niente vittimismi e soddisfazioni che non meritate, piuttosto abbiate la correttezza di dare a Cesare quel che è di Cesare e riconoscere dove sta la paternità di certe idee. Caro Signorino, altro che chiedere scusa a De Cola! Nessuno mai, né il sottoscritto (figuriamoci proprio io!), né associazioni o ordini professionali hanno contestato il cuore strategico della Variante, ovvero l’idea che si dovesse chiudere con l’edificazione sulle colline, massimamente nelle aree a rischio idrogeologico. Le nostre osservazioni erano tutte nel merito di come l’assessore e i suoi uffici stavano gestendo malamente tutta la procedure tecnico – amministrativa; purtroppo i fatti, e di questo certamente non ce ne rallegriamo, dopo 4 anni senza che si sia concluso nulla, ci hanno dato ragione.

Professor Giuseppe Fera, ordinario di urbanistica Università Mediterranea Reggio Calabria