Lazzari: “Sul Prg siamo con Croce, da anni chiediamo la valutazione ambientale”

L’aspetto che più lo amareggia è il tempo che è stato perso ma anche quello che abbiamo adesso davanti prima che si avvii e si completi l’iter previsto dalla normativa. Eppure l’Ordine degli architetti, come spiega il presidente Giovanni Lazzari, per quasi due anni ha ribadito all’assessore all’urbanistica Sergio De Cola che per la variante al Prg la Valutazione ambientale non era un optional, un vezzo delle categorie professionali, ma un’esplicita indicazione di legge soprattutto alla luce delle modifiche che la variante stessa implica al Piano regolatore. Il fatto che l’assessore regionale Croce disponga l’assoggettabilità del Prg alla Vas non è quindi un fulmine a ciel sereno per gli architetti, ma un esito scontato e al quale si poteva arrivare preparati avviando la procedura e la concertazione per tempo.

“Non sappiamo perché l’assessore De Cola si sia intestardito nel voler applicare l’articolo 12 del decreto legislativo 152/2006 piuttosto che l’art.13 come sosteniamo noi e anche la Regione, fatto sta che se avesse avviato la condivisione con gli ordini, il consiglio comunale e la città prima, a quest’ora non avremmo perso tutto questo tempo. Eppure come ordine degli architetti lo abbiamo sollecitato in ogni modo”, spiega Giovanni Lazzari.

Le differenze tra i due articoli, 12 e 13, sono fondamentali, perché il secondo prevede l’assoggettabilità della variante generale al Prg alla Vas (valutazione ambientale strategica), mentre applicando il primo articolo si considerano le modifiche di minore portata e pertanto la si esclude. Entrambi gli aspetti però, secondo l’ordine degli architetti, non si riscontrano nel caso di Messina: 1)la variante è generale perché i cambiamenti incidono in modo netto 2)il nostro Prg è stato approvato in fase antecedente alla normativa relativa alla Vas, pertanto anche il Piano originario non è mai passato attraverso la valutazione ambientale, fatto questo che dovrebbe far ritenere più che necessaria un’analisi dell’incidenza sotto gli aspetti della tutela del territorio perché nel frattempo molte cose sono cambiate.

“Noi sin dal primo momento abbiamo detto: facciamolo subito, così avremo la certezza del diritto e avremo salvaguardato il territorio in modo chiaro e definitivo- continua Lazzari- La Vas presuppone un confronto con la città come è giusto che sia, e che passa attraverso il dialogo con gli ordini, con il Consiglio comunale, perché stiamo parlando di scelte strategiche fondamentali. Se non avvii le procedure per la Valutazione ambientale allora la variante al Prg resta nascosta fino al momento dell’approvazione. Non passa dal confronto. Adesso ci saranno una serie di tappe e di tempi da rispettare, con la pubblicazione della variante e l’esame. Per questo continuo a ritenere inspiegabile il comportamento dell’assessore. Senza uno studio ambientale non puoi pensare di intervenire correttamente sul territorio”.

Il presidente dell’ordine degli architetti spiega poi come, metodologicamente ed a rigor di logica vas e variante dovrebbero procedere contestualmente, perché da un lato c’è la valutazione dell’impatto ambientale e dall’altro le scelte che riguardano il territorio. Se hai quella che Lazzari definisce la “certezza del diritto” di poter operare in quel punto e con quel criterio allora puoi procedere con lo strumento di pianificazione urbanistica.

Condividiamo totalmente la decisione dell’assessore Croce e la sosteniamo e pretendiamo che l’amministrazione avvii finalmente la procedura per la valutazione ambientale, consapevoli che i tempi saranno necessariamente lunghi, ma se ci avessero ascoltati un anno fa allora non saremmo qui. Per noi era scontato che si sarebbe arrivati a questo punto estremo. Ci sentiamo penalizzati mille volte, perché abbiamo perso tempo ed altro ne abbiamo davanti. I 60 giorni dei quali parla De Cola per l’ultimo ok della Regione scattano dopo la presentazione da parte del Comune della Vas”.

Come già spiegato dall’assessore Croce (leggi qui l’articolo), l’iter per la predisposizione da parte del Comune del rapporto ambientale è lungo ed i tempi tecnici potrebbero richiedere anche un anno, anche se l’esponente della giunta Crocetta si è poi impegnato, per quella che sarà la sua parte, a dare il parere definitivo entro i 60 giorni successivi alla trasmissione degli atti.

“Per amore di verità devo aggiungere un’altra cosa, documentabile con le carte-conclude Giovanni Lazzari- Quando nel luglio 2015, quindi un anno fa, l’amministrazione presentò la documentazione alla Regione, questa era carente, al punto che gli stessi uffici la definirono deficitaria perché mancavano pareri. Un anno fa quindi la Regione, anche volendo, non avrebbe potuto esprimere alcun parere definitivo perché la documentazione era incompleta. Addossare tutte le colpe all’assessorato regionale è un modo per scaricare le proprie ed andare contro la verità dei fatti”.

Rosaria Brancato