Il Comune “si riappropria” dei gioielli di famiglia: ex Magazzini Generali, Silos Granai e scuola Pietro Donato

Via il cartello vendesi dagli ex Magazzini Generali, dagli ex Silos Granai e dall’ex Scuola Pietro Donato. I tre “gioielli” restano in “famiglia”, cioè nella disponibilità del Comune di Messina. Lo ha deciso l’amministrazione Accorinti, che nell’ultima seduta di giunta ha approvato la proposta di delibera avente per oggetto la rimodulazione e l’aggiornamento del Piano delle alienazioni e valorizzazioni del Patrimonio comunale, su cui l'ultima parola spetta al Consiglio Comunale.

I tre cespiti sono sati rimossi dall’ Elenco/Prospetto degli immobili destinati alla vendita – allegato alla delibera 29/C del 30 maggio 2009, approvata dal Consiglio Comunale in piena amministrazione Buzzanca – recuperando così «l’originaria natura giuridica di beni appartenenti al patrimonio indisponibile, per i quali con successivo atto sarà determinata la destinazione». Attualmente gli Ex Magazzini generali (su cui pende il ricorso della Ditta Vinciullo, che si era aggiudicata la gara di vendita), valore stimato 5.430.000,00 euro, ospitano la “Casa di Vincenzo”, che dà un letto e un tetto a chi un letto in cui dormire e un tetto sotto cui ripararsi non ce l’ha; l’ex Scuola Pietro Donato di Contemplazione, valore stimato 700mla euro, è ancora occupata da alcune famiglie senza fissa dimora. L’amministrazione Accorinti non ha mai nascosto di voler creare in quella struttura un Centro accoglienza per famiglie disagiate. Gli Ex Silos Granai, valore stimato 10,7 milioni di euro, giacciono per il momento in uno stato di totale abbandono.

Con l’eliminazione dal mercato dei tre cespiti è evidente che sono lontani i tempi in cui Palazzo Zanca metteva in vendita i suoi beni immobili, a volte anche sopravvalutandoli, per fare cassa. Con Accorinti e la sua squadra di assessori, la rotta, infatti, è totalmente invertita e più che a vendere si pensa a valorizzare i gioielli più “preziosi”, ritenuti beni comuni, vale a dire strutture da restituire alla città e ai cittadini. E’ anche per tale ragione che il piano di alienazione con il marchio accorintiano – il cui valore di presunto realizzo ammonta a complessivi 8.012.975,00 euro – non costituirà più il pilastro principale dei bilanci comunali né tantomeno del Piano decennale di riequilibrio, dei quali comunque farà parte integrante.

Nel provvedimento esitato dalla giunta , viene infatti, specificato che «si rende necessario rimodulare, aggiornare, rettificare ed integrare il Piano delle Alienazioni e delle Valorizzazioni degli immobili comunali riferito al triennio 2014/2017 al fine di finanziarie il Piano di riequilibrio pluriennale che dovrà essere approvato per il ripiano dei debiti» ed ancora che «si rende indispensabile al fine del riequilibrio del bilancio di previsione 2014 e del bilancio pluriennale 2013, 2014, 2015». Dall’esecutivo di Palazzo Zanca viene data espressa autorizzazione al Dirigente del Dipartimento Patrimonio ad espletare «tutte le procedure e le attività necessarie per dare attuazione pratica al piano» e al Dirigente del Dipartimento bandi di gara e Contratti a «pubblicare il presente atto sul sito web istituzionale».

Ma quali sono i beni che rimangono in vendita? In totale, i cespiti in vendita sono 27, tra cui ritroviamo: l’ex scuola Massa San Giorgio, valore 114 mila euro; l’ex caserma guardia di finanza di Spartà, valore 106.800,00 euro; l’ex scuola cda Gesso, valore 41.900,00 euro; l’area comunale Pozzo Faraone a Contesse, valore 210.000,00 euro; l'ex scuola elementare di Piano Torre, valore 129.005,00 euro; 4 terreni dislocati a nord e a sud della città. Per gli immobili ex Amam di Gravitelli vi è, invece, un progetto di valorizzazione da definire.

In una relazione firmata lo scorso 17 marzo, l’attuale Dirigente al Patrimonio, Natale Castronovo, scrive testualmente: «per gli immobili inseriti nell’Elenco dei beni destinati alla dismissione si prevede che in un arco temporale di tre anni, a decorrere dall’approvazione del Piano delle Alienazioni e delle Valorizzazioni degli immobili comunali, potranno essere avviate le procedure di gara». E’ lo stesso Castronovo a spiegare che «sulla scorta delle relazioni di stima di massima elaborate dal Dipartimento Patrimonio Demanio Espropriazioni per ciascuno dei 27 cespiti destinati all’alienazione, l’ammontare complessivo del loro valore di presunto realizzo ammonta a complessivi 8.012.975,00 euro». Una cifra ben al di sotto di quella inserita nel piano di alienazione targato Buzzanca, che prevedeva l’alienazione di 14 cespiti per un valore complessivo stimato in quasi 50 milioni di euro, per l’esattezza 49.844.600,00 euro.

IL FALLIMENTO DEL PIANO ALIENAZIONE DEL 2009. Come si ricorderà quel piano di dismissione, sbandierato come efficace strumento per fare cassa, fu considerato dal sindaco e dalla giunta di allora un pilastro dei bilanci comunali, ma si rivelò un fallimento sotto il profilo dei reali introiti economici, divenendo oggetto di dure critiche da parte della Corte dei Conti. Dei 14 cespiti inseriti in quel Piano ne sono statI venduti 7: tutto è filato liscio per l’ex scuola del villaggio Acqualadroni, l’ex scuola del villaggio Cumia, l’ex scuola Villaggio Tono e le aree del Torrente Trapani; mentre – come spiega l’ex dirigente al Patrimonio, Domenico Signorelli, in una relazione del novembre scorso – per gli atri 3 cespiti aggiudicati sono sorti dei problemi. Per la Caserma dei Vigili del Fuoco, è ancora in via di definizione l’atto di vendita; per il terreno di via Salandra, la stipula non ha ancora potuto avere corso perché ricadente in zona Zir e Zis, per le quali serve un Piano urbano di recupero integrato e l’adeguamento delle N.A e per il permanere di occupazioni abusive, in via di risoluzione; e, infine, per gli ex Magazzini Generali (adesso non più in vendita), era intervenuta, immediatamente dopo l’aggiudicazione, l’ iscrizione di una ipoteca giudiziale sull’immobile da parte dei Franza per un vantato credito nei confronti del Comune. Oggi l’ipoteca non c’è più, ma resta il ricorso della ditta Vinciullo, a cui non è mai stato assegnato l’immobile aggiudicato con il 10 per cento in denaro, per un totale di 489.000 euro, e il 29,73 per cento con permute immobiliari.

Signorelli spiega nella sua relazione che «la completa attuazione di quel Piano delle alienazioni è stata ostacolata sia dall’intervenuta contrazione del mercato immobiliare sia dall’insorgenza di talune situazioni ostative alla messa in gara di alcuni Beni (vedi aree Dina e Clarenza ed Autocentro N.U. di via Salandra)… riducendo in tal modo sensibilmente i ricavi economici inizialmente preventivati».

Danila La Torre