Il Megafono è dentro, Villari fuori. E la competizione elettorale parte col botto

Sono state quattro ore e mezza di fuoco a palazzo Zanca. Fuori dalla stanza in cui è riunita la commissione elettorale circondariale (formata dalla presidente e viceprefetto Maria Antonietta Cerniglia, e dai componenti Caterina Barbera e Giuseppe Currò, con la supervisione del segretario generale del Comune, Santi Alligo), ci sono i rappresentati di Megafono e Cambiamo tutto, due liste escluse in prima battuta dalla competizione elettorale. Per la lista espressione del presidente della Regione Rosario Crocetta, il provvedimento è determinato dalla mancanza “sospetta” della dichiarazione di apparentamento col candidato sindaco. Sospetta perché Giuseppe Ardizzone, coordinatore messinese del movimento, ha prodotto la ricevuta di avvenuta presentazione del documento che invece la commissione, all’esame del fascicolo, non ha riscontrato.

“La non ammissione della lista avente il contrassegno “Il Megafono – Lista Crocetta” di cui all’indicato verbale è frutto di un errore”, scrive Pippo Corvaja, ex assessore della giunta Buzzanca e oggi “spin doctor” del centrosinistra, ma qui in veste di avvocato che ha curato il ricorso. Perché errore? Intanto perché, secondo Corvaja, la ricevuta attesterebbe comunque la produzione del documento. Poi, nel caso in cui il documento fosse smarrito (“denegata ipotesi”, scrive Corvaja in avvocatese), il legale presenta la dichiarazione di collegamento che, si legge nel ricorso, è possibile integrare. “Si tratta di normativa inderogabile che prevede espressamente soltanto ipotesi tassative di esclusione che, tuttavia non rincorrono nel caso di specie”, spiega Corvaja, prevenendo qualsiasi tipo di contestazione.

“A volere tutto concedere, il collegamento tra la lista esaminata e il candidato alla carica di Sindaco è documentalmente esistente agli atti della Commissione, essendo chiaramente indicato nell’allegato n. 3 degli atti depositati al momento della presentazione della lista”, conclude l’avvocato. Motivazioni che sono state accettate dalla commissione, che ha “derubricato” la mancanza da sostanziale a formale, che invece dell’esclusione comporta l’integrazione del documento mancante.

Al termine dell'audizione, Corvaja e Ardizzone escono ottimisti dalla stanza, sotto lo sguardo vigile di Maurizio Igor Germanà, delegato di lista del Pdl e avvocato anch'egli, che non ha escluso l'ipotesi che il partito della Libertà possa sporgere ricorso nel caso di riammissione della lista alla competizione, nel caso in cui si ritenga essere stata violata la legge.

Più pesante la situazione di Cambiamo Tutto: la lista di Villari non è stata nemmeno presa in considerazione dalla commissione elettorale circondariale che si è dichiarata incompetente sulla materia, aprendo la strada all’inevitabile ricorso al Tar, del quale Angelo Villari ha già incaricato Marcello Scurria. Delle due audizioni si attende adesso il verbale. Da lì in poi a parlare saranno gli elettori. O i tribunali amministrativi, che dovranno comunque sbrogliare la matassa (in primo e secondo grado) nel giro massimo di dieci giorni.