L’autoliquidazione all’Ato3, stangata giudiziaria per Ruggeri

E’ pesante il verdetto di primo grado per io dirigente comunale Antonio Ruggeri, l’ex capo di Gabinetto del Comune di Messina arrestato nel 2013 per peculato. Quattro anni e mezzo di reclusione, la confisca della somma sequestrata, oltre 50 mila euro, l’interdizione dai pubblici uffici e la trasmissione della sentenza alla Corte dei Conti, per l’accertamento del danno erariale.

La sentenza della I sezione penale del Tribunale (presidente Micali, a latere Venuto) è arrivata poco prima dell’ora di cena, e prospetta pesanti ripercussioni per il rapporto di lavoro con Palazzo Zanca, dove Ruggeri è stato reintegrato da dipendente, dalla Giunta Accorinti. La Corte ha infatti disposto anche l’estinzione del rapporto di lavoro con l’ente di appartenenza. Ma anche questa pena è sospesa, in attesa che il giudizio diventi definitivo.

L’incarico di Capo di Gabinetto lo deve invece all’allora sindaco Giuseppe Buzzanca. La sentenza di stasera, che ovviamente rappresenta un primo passaggio e potrebbe sempre essere ribaltata nei prossimi gradi di giudizio, riguarda l’incarico di commissario che ha rivestito all’Ato 3.

Alla fine del gennaio 2013 gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Polizia, guidati dal Vice Questore Fabio Ettaro, bussarono alla sua porta e gli notificarono il provvedimento che lo poneva ai domiciliari. L’inchiesta coordinata dal pm Liliana Todaro aveva infatti stabilito che alla fine del mandato alla societa’ d’ambito, Ruggeri si era autoliquidato la somma di 136 mila euro, corrispettivo del periodo 2010 – 2012.

L’accredito sul conto corrente personale era stato effettuato il 5 settembre precedente, cioè l’ultimo giorno utile prima di lasciare l’incarico. In realtà Ruggeri aveva firmato, al momento dell’insediamento quale commissario liquidatore dell’Ato 3, una dichiarazione di rinunzia ai compensi poiché aveva già accumulato diverse cariche pubbliche.

Oltre che capo di Gabinetto e commissario Ato, Ruggeri era stato anche vice del sindaco nell’ufficio del soggetto attuatore per la ricostruzione delle zone colpite dall’alluvione del primo ottobre 2009.

All’atto dell’arresto, il GIP Salvatore Mastroeni aveva disposto il sequestro di somme fino a 110 mila euro, ma gli ufficiali di Pg sul conto ne trovarono circa la metà, ora confiscati.

L’accusa in aula, oggi, è stata rappresentata dal pm Margherita Brunelli, che ha sollecitato una condanna ancora più severa. Ruggeri è storicamente difeso dall’avvocato Laura Autru.