Centro-sinistra: c’eravamo tanto amati.O era un fuoco di paglia?

In questi giorni vivono da separati in casa, senza ancora poter dire la parola fine. Non è detto infatti che il coniuge fedigrafo che mentre la famiglia cenava si è alzato sbattendo la porta non ritorni nelle prossime ore con un mazzo di fiori riportando il sereno in casa. Al momento però tra i partecipanti al tavolo della coalizione di centro-sinistra è calato il gelo. Riunioni separate, da un lato quel che resta del tavolo delle scorse settimane “orfano” di Megafono, Democratici riformisti e Udc, dall’altro i crocettiani, il gruppo Picciolo-Greco e i centristi che seguono altre strade. Stamane si sono incontrati Pd, Sel, Centro Democratico, Psi e movimenti per concordare le prossime tappe verso le primarie del 14 aprile. E’ chiaro che indietro non si torna solo perché Crocetta ha cambiato idea. Entro domani alle 20 sarà ancora possibile consegnare le firme per le candidature. In giornata lo faranno Pucci Prestipino (Centro Democratico) e Giuseppe Chiofalo. La segreta speranza di tutti è che arrivino, anche all’ultimo momento utile, le firme di Giusy Furnari, segnale di un ripensamento (al momento improbabile) da parte del governatore e del Drs. A conti fatti ai nastri di partenza ci sono: Ciccio Quero, Giuseppe Grioli, Felice Calabrò (tutti Pd), Giuseppe Ramires (Sel), Pucci Prestipino (Cd), Giuseppe Chiofalo. Martedì è prevista una conferenza stampa per annunciare il programma che prevede, tra le altre cose, anche due confronti tra i candidati alle primarie. Certo, una settimana di campagna elettorale è davvero breve, ma il paradosso è che sono stati proprio gli esponenti del Megafono a chiedere sia il rinvio delle primarie dal 7 al 14 aprile e poi, per ben due volte, il rinvio dei termini per la presentazione delle firme. Salvo poi sparire dai tavoli quando Crocetta ha candidamente annunciato che Giusy Furnari non avrebbe partecipato alle primarie: o era il candidato unitario della coalizione o il Megafono avrebbe lasciato il tavolo. Più lineare invece la posizione assunta, anche per iscritto dal gruppo Picciolo che si è sempre dichiarato contrario alle primarie, viste come “una conta tra correnti e segreterie”. Resta in piedi il giallo dei verbali, perché secondo Pd, Sel e gli altri partecipanti anche i colleghi del Megafono avrebbero firmato regolamento e accordo, mentre dall’altra parte si nega che ciò sia mai accaduto. In casa Udc c’è stato un incontro tra D’Alia, Naro, Ardizzone, per decidere il da farsi. D’Alia si è detto pronto alle primarie e lo ha ribadito, ma nei giorni scorsi ha dato il suo appoggio a Crocetta sul nome della Furnari. Quindi l’auspicio del segretario regionale dell’Udc a questo punto è che Crocetta e Genovese ritrovino l’armonia. Già, ma se pace non sarà e se la Furnari non partecipa alle primarie cosa faranno i centristi? L’idillio d’agosto e che ha portato all’elezione di Crocetta alla Regione, avvenuta grazie all’asse Pd-Udc messinese che gli ha portato un vagone di voti, è ormai ai minimi storici. Se da un lato, dopo la parentesi delle Politiche che hanno visto l’Udc correre separata da Pd e Crocetta, adesso D’Alia ha rinsaldato l’alleanza col governatore (anche con un forte sostegno all’Ars su Province e doppia preferenza), oggi a traballare è l’intesa Crocetta-Genovese che non vede di buon occhio l’ingresso a gamba tesa di Picciolo in un rapporto che, dall’elezione d’autunno in poi si è fatto burrascoso. Come nel più classico dei C’eravamo tanto amati, quando ci si fa in troppi i problemi di convivenza diventano seri. Ma è dalle difficoltà che si capisce se era vero amore o un fuoco di paglia….

Rosaria Brancato