MessinaServizi e sfiducia: Accorinti chiede il consiglio urgente, monta la rabbia dei lavoratori

Mozione di sfiducia e Messina Servizi Bene Comune. Sopravvivenza della giunta Accorinti e futuro della gestione dei rifiuti. Due fronti incandescenti destinati a camminare su binari paralleli. Ieri i capigruppo hanno deciso che mercoledì 15 febbraio sarà il giorno della sfiducia. I consiglieri comunali dovranno presentarsi in aula per decidere se staccare la spina all’esperienza targata Accorinti e andare tutti a casa o se continuare fino alla fine del mandato. Hanno però deciso anche di non affrontare la questione rifiuti prima della sfiducia. Nonostante fino a pochi giorni fa l’intenzione fosse questa, ieri la riunione presieduta dalla presidente Emilia Barrile ha fissato dei paletti ben precisi, anche se adesso le strategie del Consiglio potrebbero essere ribaltate. Il sindaco Renato Accorinti, infatti, ieri sera ha messo nero su bianco una dettagliata richiesta di convocazione urgente di consiglio straordinario per discutere la costituzione della nuova società rifiuti. «L’urgenza si ravvede nel fatto che l’ordinanza regionale del 2 febbraio 2017 pone tempi stringati per l’affidamento della gestione dei rifiuti e che la procedura fallimentare, a carico di Messinambiente, avrà un’udienza importante il prossimo 22 febbraio» ha scritto Accorinti rivolgendosi alla presidente Barrile. Una nota che si conclude con una considerazione ulteriore sulla necessità di stringere i tempi: «Crediamo che a garanzia dei cittadini e dei lavoratori, sia importante mettere in sicurezza la gestione del servizio rifiuti con la creazione della nuova azienda, prima di un’eventuale approvazione della mozione di sfiducia che potrebbe mettere a rischio l’iter fin qui seguito». Il primo cittadino si appella dunque ad una sorta di senso di responsabilità che metterebbe al primo posto il futuro degli oltre 500 lavoratori e del servizio stesso. Non considerando però che probabilmente la scelta di posticipare la questione a dopo la sfiducia potrebbe essere strategica. Adesso saranno la presidente Barrile e i capigruppo a dover decidere.

Intanto i dipendenti di Messinambiente hanno dato il via al presidio permanente di Palazzo Zanca. Ieri hanno trascorso la prima giornata tra i corridoi del Comune, operatori e dipendenti amministrativi si sono dati il cambio per tutto il giorno in base ai turni di servizio per non lasciare mai il Comune scoperto. Hanno deciso che resteranno a oltranza per farsi vedere e sentire e sono pronti anche ad azioni più eclatanti perché sono davvero preoccupati di cosa potrebbe accadere nel giro di pochi giorni.

«Forse non si è compreso che il tempo dei bizantinismi politici e delle dilazioni è finito». È il durissimo commento del segretario provinciale della Fit Cisl, Letterio D'Amico, a margine di quanto accaduto in Consiglio Comunale. «Siamo di fronte ad un vergognoso teatrino e ad uno scarico di responsabilità mentre i dipendenti di Messinambiente, il cui futuro è sempre più fosco, assistevano increduli e attendevano pazienti che si discutesse la creazione della nuova società Messina servizi bene comune. Probabilmente qualcuno ha scambiato buona educazione ed estrema pazienza per stupidità – incalza D’Amico – ma non è così».

Le frecciate del rappresentante della Fit Cisl sono rivolte soprattutto ai consiglieri comunali. «Fino a quando abuseranno della pazienza e dell'educazione dei lavoratori di Messinambiente? Qui si sta mettendo in gioco non soltanto il futuro lavorativo di oltre 500 famiglie, ma la funzionalità di un settore, quello ambientale, necessario per la sopravvivenza stessa della città».

Il rischio che il tempo sia scaduto e che non ci sia più nulla si fa sempre più concreto: «Non attenderemo ulteriormente – avverte il segretario provinciale Fit Cisl – non vogliamo sentire più chiacchiere. Ci sono solo due strade: o si costituisce immediatamente la nuova società o ciascuno si assuma la responsabilità davanti a tutta Messina. Per una volta metteteci la faccia – conclude – come facciamo noi per difendere i nostri diritti ed il diritto che ha una città ad avere un servizio efficiente».

Un intervento sulla nuova società arriva intanto da Capitale Messina che invece contesta su più punti la decisione di costituire la MessinaServizi. Gianfranco Salmeri e Pino Falzea che però individuano precise responsabilità nell’amministrazione comunale. “Non bisognava arrivare fino a questo ed in una maniera così confusa. E la responsabilità principale è senza dubbio della Giunta Accorinti. In questi anni l'Amministrazione ha dimostrato di avere sulla gestione dei servizi le idee poco chiare, con molteplici cambiamenti, che hanno creato disorientamento e perdita di tempo prezioso”. Molteplici i dubbi sollevati dall’associazione: “Non si capisce quale sia il piano finanziario della nuova società. Considerato che non si può ulteriormente prelevare dalle tasche dei cittadini, essendo le tariffe già al massimo possibile, non si comprende con quali risorse aggiuntive potrebbe la nuova gestione ovviare alle incontestabili ed incontestate carenze strutturali della vecchia società. Manca in proposito qualunque ipotesi di piano industriale.

Non si capisce neppure con quali beni strumentali la nuova società dovrebbe espletare il servizio di raccolta dei rifiuti, considerata la dubbia legittimità di trasferire i mezzi meccanici, che sono beni a garanzia dei creditori, da una società destinata al fallimento ad un'altra nuova.

E non è chiaro con quali risorse finanziarie l'amministrazione intenda far fronte ai debiti della vecchia, pari a circa 70 milioni dei quali 30 sono già in fase esecutiva da parte dell'Erario.

Non ci sarebbe, quindi, da sorprendersi se ci fossero eventuali riserve da parte dei consiglieri sulla sostenibilità del progetto Messinaservizi. Ed alla fine le vittime di questa serie di azioni politico-amministrative confuse ed inconcludenti, rischiano di essere i cittadini ed i lavoratori” concludono Falzea e Salmeri. Una situazione che si complica giorno dopo giorno. E la luce in fondo al tunnel al momento neanche si intravede.

Francesca Stornante