Mal di pancia e cambi di casacca: conseguenze della riflessione post-voto

Sono trascorsi appena tre giorni dalla chiusura delle urne per le elezioni politiche, ma la tensione nei partiti resta alta. La partita delle amministrative , per l’elezione dei rappresentanti locali, si giocherà tra soli tre mesi e da tutti gli schieramenti emerge con chiarezza la necessità di non fermare la macchina elettorale, per non restare indietro e dare troppi vantaggi agli avversari. Nemmeno il tempo di far calare il sipario sulle consultazioni politiche di domenica e lunedì scorso, dunque, e sono già in atto piccole, grandi manovre, tra i partiti per le future alleanze ma anche da parte dei gruppi che animano la vita dei singoli partiti.

L’aria più turbolenta si respira certamente in casa del Partito democratico, dove la mezza ( se non totale ) ed imprevista sconfitta alle politiche ha fatto rientrare dalla finestra correnti interne che sono tornate ad agitare acque solo apparentemente tranquille. E così dopo i renziani, che non hanno atteso neanche 24 ore dall’esito «deludente» del voto per rivendicare un immediato cambio di rotta (vedi correlato), anche il movimento PROGRESSISTI DEMOCRATICI, che ha i suoi principali esponenti nei consiglieri comunali Nicola Barbalace e Giorgio Caprì, fa capire di voler avere un peso specifico sulle decisioni che saranno prese da qui in avanti.

Un peso che il gruppo di Barbalace , composto oltre che da Caprì anche dai consiglieri comunali Zuccarello e Barone e da qualche consigliere di quartiere – intende dimostrare anche con la forza delle proposte, che arriveranno già sabato prossimo, quando -come si legge in un comunicato – «presso il Salone delle Bandiere del Comune di Messina si terrà la manifestazione per la presentazione del programma politico del movimento PROGRESSISTI DEMOCRATICI, area di riferimento del Partito Democratico che alle consultazioni regionali si è scommessa sulla candidatura di Nicola Barbalace».

Nello stesso documento, «i Progressisti Democratici sollecitano gli organismi dirigenti del PD ad affrontare al più presto le questioni relative ai prossimi appuntamenti elettorali» e provano a dettare le linee per le primarie, «che vanno estese anche per la scelta del candidato presidente alla provincia, che devono avere delle regole più che mai certe e che garantiscano la massima partecipazione per chi si dichiara elettore del centro sinistra».

Barbalace, Caprì e colleghi intendono dire la loro anche sul «quadro delle alleanze che devono essere definite al più presto, sulla base di programmi condivisi che interpretino il disagio degli elettori che si sentono abbandonati dalla POLITICA individuando percorsi certi che non siano figli di populismo non sostenibile» . A tal proposito, chiedono quindi «alla segreteria cittadina e provinciale di convocare immediatamente gli organismi direttivi al fine di aprire un confronto non più rinviabile».

Se nel Pd tornano i mal di pancia, negli altri partiti la riflessione post- voto sta causando altre conseguenze, come fughe e ritorni di fiamma. Sembra essere, ad esempio, questo il caso del consigliere comunale e vice-presidente del Consiglio Pippo Trischitta , pronto a lasciare il Fli , ormai defunto politicamente , e rientrare nel Pdl. Il diretto interessato non conferma e non smentisce l’indiscrezione, ma mette le mani avanti: «Sono un umo di centro-destra ed è ovvio che non potrei avere altre collocazioni in altri partiti, ma per correttezza mi confronterò prima con Carmelo Briguglio (ormai fuori dai giochi ndr)». Potrebbe seguire Trischitta anche l’ex compagno di partito Claudio Canfora, già transitato al Gruppo misto prima della debacle di Futuro e libertà. In entrambi i casi, si tratterebbe di un ritorno al passato, visto che nel 2008 i due erano stati eletti proprio nel Popolo delle libertà e solo dopo il divorzio tra Fini e Berlusconi avevano aderito al progetto del presidente della Camera. Si sposta invece da destra a sinistra Giovanni Cocivera , che dal Pdl è passato al Pd. Potrebbe “abbracciare” Genovese anche Ivano Cantello, che negli ultimi mesi ha perso le tracce di Cateno De Luca , a cui prima era vicinissimo, e cerca un rifugio sicuro dove ripararsi. (Danila La Torre)