Il Pd va verso le primarie di coalizione e invita al tavolo l’Udc

Si va verso le primarie di coalizione. E’ stata una direzione fiume quella di oggi pomeriggio per il Pd, finita in seconda serata e dopo un dibattito acceso sulle primarie. All’ordine del giorno doveva esserci il regolamento, con le modifiche da apportare per renderle uno strumento aperto alla più ampia partecipazione di tutte le forze del centro-sinistra e dei movimenti. Alla fine è stato solo l’inizio del confronto che dovrà necessariamente avere altre tappe e tutte da consumare insieme ai partiti ed ai movimenti che vorranno entrare a fare parte della coalizione. Se Francantonio Genovese ha detto chiaramente che per le amministrative l’alleanza deve continuare ad essere con l’Udc è impensabile poter andare alle primarie a prescindere dal coinvolgimento dei centristi. Lo stesso Genovese stasera ha ribadito che le primarie sono uno strumento indispensabile e che devono essere allargate. Impossibile quindi varare un regolamento senza che questo sia sottoposto e condiviso anche dagli altri, nessuno potrebbe mai accettare a “scatola chiusa”. Da qui la necessità di rinviare di 8 giorni, per dare tempo alle segreterie di avviare i confronti con gli altri partiti (Udc, Sel, Psi) con Crocetta, il neonato Dpr ed i movimenti. Insomma, se primarie devono essere l’unico modo è che siano di coalizione. L’ostacolo è rappresentato proprio dagli alleati, dal momento che sia l’Udc che il Dpr sono piuttosto refrattari alle primarie, ma ad esempio proprio i Democratici-progressisti-riformisti nei giorni scorsi hanno annunciato di voler puntare come candidato a sindaco su Antonio Saitta e su questo nome potrebbero convergere diverse anime, sia nell’Udc che nel Pd stesso. La pista delle primarie di coalizione sarà quindi quella battuta per l’intera settimana per cercare di trovare un accordo, soprattutto con l’Udc. Ai centristi inoltre, è quanto emerso chiaramente dalla direzione, deve essere chiesto un atto di coerenza subito, ovvero l’uscita dalla giunta Ricevuto. Sarebbe impensabile allearsi con un partito che contemporaneamente mentre corre per le primarie o stringe un patto per Palazzo Zanca, continua indisturbato a condividere un’amministrazione col Pdl nel palazzo di fronte. Un minimo di coerenza è quel che il Pd proverà a chiedere al partito di Casini. Sul tappeto del dibattito è arrivato anche un documento presentato da Liliana Modica a nome di alcuni circoli che invita il partito ad avviare un confronto sul voto appena concluso e propone che sia una commissione ampia a valutare le regole per le primarie e ad avviare le trattative con la coalizione, per evitare che sia un gruppo ristretto a gestire la fase pre-amministrative. Il regolamento quindi non è stato affrontato, proprio alla luce delle riflessioni emerse. Dovranno sciogliere i nodi sia Crocetta che non ha ancora deciso il da farsi, se partecipare o meno alle primarie o correre da solo (diversi i nomi da Aura Notarianni a Paolo Siracusano ad Antonio Presti fino ad Antonio Catalioto) o convergere su un altro nome, sia il gruppo Picciolo (che ha scelto Saitta) che l’Udc (e in questo caso la partecipazione alle primarie sarebbe il primo caso in assoluto). C’è una settimana per il lavoro delle cosiddette “diplomazie” e segreterie per far convergere le altre forze politiche sul progetto. In caso contrario il rischio è che alla fine le primarie siano solo del Pd.

Rosaria Brancato