Pd, il caso Genovese all’attenzione del segretario regionale. Chiesto il deferimento

Il caso Genovese finisce sul tavolo della segreteria regionale del Pd, che lo affronterà oggi pomeriggio nel corso di un incontro con i rappresentanti delle diverse aree, alla presenza del segretario provinciale di Messina Basilio Ridolfo, al quale è stato chiesto un passo indietro.

Ieri in Direzione regionale i componenti dell’area Renzi hanno presentato al segretario regionale Fausto Raciti un ordine del giorno sulla “questione messinese” che non può più essere rinviata. Proprio oggi si sarebbe dovuta tenere l’Assemblea cittadina, convocata, tra scontri e veleni, in occasione di una riunione avvenuta due giorni prima l’arrivo della richiesta di autorizzazione a procedere per il leader del Pd messinese Francantonio Genovese. L’Assemblea, che avrebbe dovuto portare all’elezione del Presidente è saltata e la “patata bollente” del caso Messina è sul tavolo di Raciti, che proverà a “raffreddarla” con ogni probabilità attraverso un commissariamento.

E ieri, a conclusione della Direzione regionale che ha definito i nomi dei Pd candidati alle Europee, i renziani hanno ribadito, nero su bianco, le richieste con un ordine del giorno, firmato da Nicola Barbalace, Filippo Cangemi (componenti della Direzione) e da altri esponenti d’area e che il segretario Raciti ha assunto come impegno.

“In riferimento alle ultime gravissime vicende giudiziarie che coinvolgono iscritti e parlamentari del PD di Messina- si legge- al netto delle singole responsabilità penali che verranno eventualmente accertate dalla Magistratura; Considerate le ripercussioni politiche che hanno investito, delegittimandolo, il Pd messinese e chi lo rappresenta; tenuto conto del grave scenario di pratiche gestionali e di raccolta del consenso fondate su un sistema contrario ai principi e ai valori propri del Pd, con logiche clientelari, attraverso il ricorso a risorse pubbliche e con lo sfruttamento dei lavoratori della formazione professionale: si impegna il segretario regionale a 1) Deferire gli iscritti coinvolti, anche se sospesi, nella "vicenda messinese" alla Commissione Nazionale di Garanzia per i provvedimenti conseguenti previsti espressamente dallo Statuto e dal Codice Etico per le fattispecie considerate; 2) far ripartire il Pd della provincia di Messina, dando mandato sui seguenti obiettivi: a- trasparenza del tesseramento e relativo azzeramento degli anni passati; b- chiarezza sulla gestione dei bilanci passati, in particolar modo sulle spese effettuate a valere sui fondi del finanziamento pubblico ai partiti; c- riduzione ulteriore dei circoli territoriali in osservanza delle regole statutarie; 3) Convocare una seduta dell'Assemblea Regionale del Partito nella città di Messina, avente come ordine del giorno la questione messinese, che investe prepotentemente il partito”.

Tre punti attraverso i quali si chiede di prendere provvedimenti nei confronti degli esponenti Pd coinvolti, Genovese in testa, avviare un percorso di “rivoluzione gestionale” del partito a Messina, con il commissariamento di una segreteria provinciale nata su un accordo che a distanza di mesi mostra tutta la sua fragilità e con l’azzeramento di un tesseramento, che alla luce delle indagini e di quanto denunciato in passato, non corrisponderebbe a quei criteri di trasparenza cui si ispira il Pd. Azzerare di fatto equivale a fare cadere anche le basi di quell’accordo che ad ottobre ha portato all’elezione di Basilio Ridolfo alla segreteria provinciale. Accordo che è stato poi disatteso nelle percentuali con il voto dei circoli, che ha fatto registrare il “pienone” per l’area Genovese nonostante le diverse correnti si fossero accordate su altri numeri. I renziani chiedono anche la chiarezza sulla gestione dei bilanci passati, con attenzione alle spese effettuate con i soldi destinati al partito. Un documento netto, che fa il seguito a quello firmato da 100 esponenti del Pd nella giornata di sabato e consegnato a Raciti (vedi articolo allegato).

Oggi pomeriggio quindi l’incontro tra Fausto Raciti e i rappresentanti del Pd messinese, alla presenza dello stesso Basilio Ridolfo, che sta riflettendo se presentare le dimissioni o meno. Le richieste avanzate dai renziani vanno ben oltre il commissariamento, perché si parla di una rifondazione del Pd a Messina, ricominciando, sostanzialmente da zero. Azzerando gli ultimi tesseramenti si mira a voltare pagina su una gestione del partito finita al centro di polemiche, scontri, inchieste e che ha minato profondamente l’immagine stessa del Pd e di chi lo rappresenta a Messina, indipendentemente dall’area alla quale appartiene.

Mentre si cerca la strada del nuovo Pd, ieri la Direzione regionale ha approvato la proposta del segretario regionale sulle candidature alle europee.

Giovanni Barbagallo, Antonello Cracolici, Marco Zambuto e Tiziana Arena, sono i nomi del PD Sicilia per la lista. Sulla quinta candidatura, una donna, il segretario regionale ha avuto mandato dalla Direzione per individuare una figura autorevole e rappresentativa che vada a completare la rosa. Non c’è il nome del senatore Beppe Lumia, fatto questo che provocherà ulteriori fibrillazioni con Crocetta, proprio nel momento del rimpasto. Raciti aveva già annunciato di non voler inserire il senatore del Megafono nella lista, applicando la regola che non consente di andare oltre i tre mandati. Per Lumia la vicenda non si chiude qui, ma sarà portata all’attenzione del Pd nazionale. Le indiscrezioni vogliono che la donna da inserire sia Nelli Scilabra, l’assessore regionale alla Formazione, vicina a Lumia e Crocetta e che lo stesso governatore aveva proposto per la segreteria regionale del partito. Il nome della Scilabra potrebbe essere gradito a Crocetta e a quegli alleati, come Dr, Megafono, Art.4 che avevano già scaldato i motori per Lumia. Ma Raciti lancia un messaggio chiaro: "Attraverso questa proposta passa la voglia di rilancio del partito che vuole riaffermare la propria autorevolezza. Vorremmo che le altre forze politiche verificassero con attenzione la loro natura e il loro progetto politico. I soggetti politici o ci sono o non ci sono, nella trasparenza e nella chiarezza di un percorso. I nostri interlocutori devono capire che il Pd non è una federazione di correnti da cui si entra o si esce".

In conclusione dei lavori l’ex segretario regionale Giuseppe Lupo è stato eletto, all'unanimità, Presidente della Direzione regionale del partito.

Rosaria Brancato