Siracusano: “Messina non è porto core per colpa di chi ha governato”

“Le dichiarazioni rese ieri a Messina da Pat Cox, coordinatore europeo del corridoio Scandinavo-Mediterraneo, a proposito del porto, mi spingono a ribadire quanto già evidenziato nelle scorse settimane in relazione all’accorpamento dell’Autorità portuale con Gioia Tauro".

Lo dice Gabriele Siracusano, candidato alle elezioni del 4 marzo con Liberi e Uguali.

Secondo Cox il porto di Messina ha tutte le caratteristiche per essere un “porto core” ed auspica che in vista della predisposizione del nuovo regolamento europeo dei Trasporti 2022-23, il Parlamento italiano prenda quelle decisioni necessarie per inserire anche Messina.

"Il coordinatore europeo del corridoio Scandinavo-Mediterraneo parla da tecnico, non da politico, ma, come ho già sottolineato – prosegue Siracusano -, a causare l’attuale problematica situazione del porto di Messina è stata proprio l’assenza della politica messinese. Chi ha rappresentato il nostro territorio in Parlamento non ha esercitato il suo ruolo come avrebbe dovuto, anzi, ha preso decisioni diametralmente opposte. Se Messina non è porto core la responsabilità è solo ed esclusivamente di chi ha governato, ai vari livelli, e di chi non ha saputo battersi per ottenere quello che ci spettava. A causa del fatto che non siamo porto core, nonostante i numeri, l’AP di Messina è stata accorpata a Gioia Tauro, con una decisione scellerata addirittura avallata e sponsorizzata da alcuni parlamentari messinesi. Agli errori dei decenni precedenti si è aggiunta l’incapacità di tutelare le nostre ricchezze, quale appunto è l’Autorità portuale. Ma c’è ancora tempo per riparare ai danni fatti in questi ultimi anni e lo potrà fare solo chi sarà chiamato a rappresentare la città in Parlamento. Come candidato di Liberi e Uguali ho espresso la mia assoluta convinzione della necessità di un’Autorità portuale dello Stretto autonoma ed in questo quadro la deputazione dovrà anche battersi per inserire Messina tra i porte core. Non si tratta di un “regalo” ma di uno stato di fatto e di un inserimento che ci spetta di diritto in virtù dei numeri finora registrati.”