Cantieri lavoro, la giunta approva “integrazioni” da ottomila euro: più ore per gli operai qualificati

Il 23 maggio scorso il primo “sfregio” ai marciapiedi del viale San Martino. Interventi di manutenzione straordinaria? No, semplicemente avvio dei cantieri lavoro, idea dell’assessorato ai lavori pubblici della Regione Sicilia, approvata con legge del 6 maggio del 2009, recante “misure urgenti per l’emergenza sociale”. Che a Messina è però diventata un’emergenza cittadina.

La roventi polemiche estive per i mancati pagamenti dei lavoratori ex-disoccupati, la maggior parte dei quali alla prima esperienza in campo edile, i rimpalli tra Regione e Comune, gli scioperi, le proteste, gli interventi dei sindacati, (che si ripropongono, VEDI APPROFONDIMENTO) hanno determinato un brusco rallentamento nei “lavori di rifacimento dei marciapiedi del centro urbano lungo il viale san Martino, nel tratto compreso tra via Camiciotti e via Santa Cecilia (lato valle), via Nino Bixio e via S. Cecilia (lato monte)”. Ritardi non indolore per la città dello Stretto, sia dal punto di vista dell’immagine – indimenticabili le immagini del turisti intenti a fare zig-zag tra le mattonelle e il cemento – che da quello economico, per i disagi subiti dai tanti commercianti del centro.

Finalmente però sembra essere giunti ad una svolta: nella seduta di lunedì, infatti, la giunta ha approvato la proposta di “perizia di variante e suppletiva” della prima delibera (datata 15/12/2009) con cui Palazzo Zanca dava l’ok alla propria partecipazione al progetto regionale. In parole semplici, con tale atto, proposto dall’assessore Melino Capone, il Comune si farà carico di “integrare”, a proprie spese, così come previsto dalla normativa regionale in caso di “variazioni” rispetto ai piani originari, la somma di quasi 8.000 mila euro (7.868) per ogni cantiere del viale, che consentirà di incrementare il numero delle ore di lavoro di ciascuna unità di personale qualificato inserita per singolo progetto. La cifra verrà suddivisa per il pagamento della manodopera e per i contestuali oneri assicurativi. La somma iniziale stanziata dalla Regione, all’incirca 110 mila euro, lievita a 118 mila.

Il Comune dunque corre ai ripari: alla base della decisione, come motivato nella delibera, gli infortuni, le malattie, le tante assenze dei lavoratori ex-disoccupati e le difficoltà riscontrate nel corso dei lavori (la presenza nelle zone dei marciapiedi interessati agli interventi di numerosi sottoservizi), che hanno dunque “spinto” Palazzo Zanca a formulare l’integrazione. Più che di spinta sarebbe però forse più appropriato parlare di inevitabile costrizione, considerando che i tempi di fine progetto sono ormai alle porte: la legge prevede infatti per i cantieri una durata di sei mesi e la scadenza da rispettare è quella di novembre. Un termine perentorio sia per non “inciampare” in ulteriori ritardi, sia per liberare il centro città dall’avvilente stato di cantiere in cui è stato ridotto: ripensando a quanto accaduto nei mesi scorsi, il Natale non è poi troppo lontano. Meglio prevenire. Un rammarico tuttavia rimane: una migliore gestione dei progetti, una più accurata scelta del personale da impiegare nei cantieri e dunque dei criteri di selezione previsti dalla legge regionale, avrebbe effettivamente permesso al Comune di poter ottenere degli interventi a costo zero. (ELENA DE PASQUALE)