Il Comune ha il suo piano di riequilibrio, dissesto più lontano. Ma che “fatica”

Il Consiglio comunale ha approvato il piano di riequilibrio pluriennale 2013-2020. Il documento sarà adesso trasmesso a Roma per essere esaminato dal Ministero dell’Interno e dalla Corte dei Conti, che dovranno dire se il Comune di Messina ha le carte in regola per ricevere le somme previste nel Fondo di Rotazione, appositamente istituito dal Governo con decreto 174/2012 per evitare il fallimento dei comuni in difficoltà finanziaria. A Palazzo Zanca, adesso, non resta che sperare di poter beneficiare delle risorse statali per scongiurare il default.

I LAVORI D’AULA Il passaggio del piano in Aula consiliare è stato piuttosto tribolato e fortemente condizionato dal dibattito che si è aperto sul contratto di servizio tra Comune ed Amam, che in mattinata il commissario straordinario Luigi Croce aveva definito atto propedeutico al pluriennale, includendo tra le voci in entrata per risanare le casse del Comune, i 15 milioni che l’Azienda Acque dovrà corrispondere annualmente all’ente proprietario. Tuttavia, la relativa delibera è stata depositata agli atti del Consiglio comunale sprovvista del parere, obbligatorio, del Collegio dei revisori dei conti. Da qui la decisione di sospendere la seduta mattutina e rinviarla al tardo pomeriggio, in modo da consentire ai tre tecnici contabili di esaminare l’atto ed emettere il parere. Al rientro in aula, avvenuto intorno alle 19, però, il presidente Dario Zaccone ha spiegato che, per esprimersi, il Collegio dei revisori necessita di una dettagliata documentazione a supporto di quanto scritto nel contratto e, per tale ragione, ha chiesto ulteriore tempo per approfondire la questione. La mancata approvazione del contratto di servizio con l’Amam ha rischiato di far saltare anche la votazione del pluriennale, ma le rassicurazioni del segretario comunale Santi Alligo sulla possibilità e legittimità di votare il documento di riequilibrio a prescindere dal contratto di servizio tra Amam e Comune hanno convinto i consiglieri a portare a compimento il percorso iniziato lo scorso 13 dicembre con l’approvazione della delibera di adesione al Fondo di Rotazione istituito col decreto 174. Unica voce dissonante rispetto al resto dei colleghi quella del presidente della Commissione Bilancio Giuseppe Melazzo, che per tutto il tempo ha insistito sulla necessità di votare anche il contratto dei servizio con l’Amam.

Alle 20.45 circa, la delibera contente il piano di riequilibrio pluriennale 2013-2020 è stata esitata favorevolmente, con il sì di 22 consiglieri comunali: Barrile, Calabrò,Canfora, Caprì, Capurro, Chiarella, Cocivera, Contestabile, Cucinotta, Culletta, David, Fazio, Gennaro, Magazzù, Messina, Nicolosi, Previti, Rizzo, Ruello, Saglimbeni, Spicuzza, Vaccarino. Si sono invece astenuti in quattro: Burrascano, Capillo, Melazzo e Pergolizzi. I restanti 19 consiglieri hanno deciso ancora di stare a guardare dalla finestra e lasciare decidere gli altri, per poi magari criticarli.

I DEBITI DI ATM E MESSINAMBIENTE La votazione del piano è stata preceduta dall’approvazione dall’emendamento firmato dal commissario straordinario Croce, in cui si dice di prendere atto delle « dichiarazioni di asseverazione rese dai legali rappresentanti delle Soc. Messinambinete Spa e dell’Azienda Trasporti Messina, sotto responsabilità penale in caso di dichiarazione mendace, in data 6 febbraio 2013 allegate alla presente proposta per formarne parte integrante e sostanziale e dalle quali si rileva che , per la prima, i mezzi finanziari necessari per procedere alla liquidazione delle Società possono ragionevolmente ritenersi, alla data del 02.01.2013, in euro 42.000.000,00; mentre per la seconda, alla stessa data, in euro 45.600.000,00».

Atm e Messinambiente sono, infatti, entrambe in liquidazione e non è stato possibile quantificare esattamente la loro massa debitoria, per cui è stato chiesto ai rispettivi rappresentati legali di presentare nel dettaglio il quadro della situazione.

Nella propria dichiarazione, l’amministratore di Messinambiente Armando Di Maria specifica che nei 42 milioni di euro «non è compresa la somma di 18 milioni di euro circa relativa al contenzioso con l’ATOME3». I debiti della società che si occupa di raccolta rifiuti sono, quindi, così distribuiti: 8,2 milioni di euro verso fornitori; 92 mila euro verso controllate; 400 mila euro verso collegate; 35 milioni di euro tributari; 1 milione di euro previdenziali e assistenziali; 5,5 milioni di euro verso altri. Il totale fa esattamente euro 50.192.000,00 da cui vanno detratti 12 milioni di euro di crediti verso l’Ato ed euro 2.192.000,00 di realizzo valore beni, che portano la cifra finale a 36 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i 6 milioni di euro di Tfr per un totale di 42 milioni di euro.

Per quanto riguarda l’Atm è il direttore generale Claudio Conte che entra nel dettaglio dei debiti dell’azienda trasporti, così suddivisi: debiti verso Banche euro 9.127.394,00; tributari euro 2.295.707,00; verso istituti previdenziali ed assistenziali euro 3.337.760,00; altri debiti (ad esempio tarsu; serit; contributo ASSTRA; fondi pensione) 11.122.347,00; debiti verso fornitori euro 13.197.800,00; fatture da ricevere euro 384.655,00; TFR euro 10.008.796,00; tesoreria euro 890. 477,00; leasing euro 2.298.541,00 per un totale di euro 52.663.487,00, a cui vanno detratti il valore stimato al prezzo di presunto realizzo sulle rimanenze, euro 1.268.146,00; il credito verso lo Stato, euro 5.795.341,00, per un saldo negativo finale pari ad euro 45.600.000,00

IL PIANO PLURIENNALE. Dal link in basso si può accedere al piano di riequilibrio integrale, di seguito vi proponiamo alcuni dei dati più significativi. Il piano prevede complessivamente risorse da realizzarsi attraverso misure correttive, nell'arco temporale di un decennio, per euro 438.509.611,25, a fronte di impieghi per euro 392.434.481,09 determinando un risultato di bilancio atteso di euro 46.075.130,16. Le risorse previste dal piano prevedono maggiori entrate tributarie quali l'incremento dell'aliquota IMU e l'introduzione della Tares. L'Imu applicata nel 2012 ha determinato maggiori entrate per oltre 5 milioni di euro rispetto alla previsione sottostimata; nel piano è stata prevista una maggiore entrata di 21 milioni 330 mila 040,00 euro, da realizzarsi nei primi 5 anni. La regolamentazione della Tares determinerà una maggiore entrata nel decennio di euro 94.800.000,00, se si considera la totale copertura dei costi del servizio di igiene ambientale, incrementati di circa il 29% a copertura degli altri servizi garantiti dall'Ente. Per i servizi pubblici a domanda individuale è stata prevista una maggiore entrata di euro 35.605.000,00, applicando il tasso di copertura dei servizi nella misura del 36%.

Per la riduzione del costo del personale è stata invece prevista una minore spesa da realizzarsi nel decennio, di 25.584.917,25 euro, a fronte di 732 dipendenti che saranno collocati a riposo per vecchiaia; mentre il turn over verrà assicurato con le economie che si realizzeranno per i collocamenti a riposo per anzianità. Sono stati previsti inoltre minori costi per fitti passivi per euro 1.150.000,00; la riduzione di costi dei servizi del 10 per cento (misure obbligatorie per legge) per euro 58.430.000,00; minori spese per ammortamento mutui che cesseranno nel decennio per euro 12.709.654,00; l'alienazione di immobili, oltre alla dismissione della Caserma dei Vigili del Fuoco, per la quale si è in attesa dell'atto autorizzatorio finale da parte del Ministero dell'Interno, su disposizione del commissario Croce, dovrà essere elaborato un nuovo piano di dismissioni peraltro previsto dalla normativa concernente l'accesso al fondo di rotazione.

L'ultima misura riguarda il contratto di servizio con l'Amam S.p.A., che dovrà versare al Comune un canone annuo di 15 milioni di euro per la concessione in uso delle reti, degli impianti e di altre dotazioni patrimoniali strumentali alla gestione del servizio idrico integrato. Solo per il 2013 è stato considerato l'importo di 10 milioni di euro, in quanto si ritiene che il contratto possa avere decorrenza dal 1° maggio 2013. Per quanto riguarda invece gli impieghi sono stati previsti un fondo svalutazione crediti a fronte dei residui più vecchi che vengono mantenuti in bilancio di euro 53.453.000,00; minori trasferimenti erariali per euro 68.981.552,00; debiti fuori bilancio per euro 74.854.712,00; debiti fuori bilancio da partecipate per euro 3.467.664,00; debiti fuori bilancio nei confronti della Regione per l'ATO di euro 29.677.553,09; debiti fuori bilancio potenziali: nei confronti dell'Atm sono stati previsti accantonamenti da determinare a seguito della procedura di liquidazione per euro 40.000.000,00; generici accantonamenti, sempre per debiti potenziali, per l'ammontare nel decennio di euro 120.000.000,00. (Danila La Torre)

IL LINK PER VISIONARE IL PIANO PLURIENNALE: https://dl.dropbox.com/u/19994076/Ts/relazione%202013.pdf