Faraone: E’ una squadra forte. Gli eletti Pd a Messina saranno messinesi

Tutti i parlamentari che saranno eletti il 4 marzo con il Pd in Sicilia saranno tutti siciliani ed è questa la differenza con il passato e con gli altri partiti. Nel 2012 vinsi le primarie a Palermo. Ma alle Politiche mi ritrovai sesto per far spazio a chi veniva da altre Regioni….”. Per il sottosegretario Davide Faraone, il fatto che ci siano, ad esempio, capilista come Maria Elena Boschi o Paolo Gentiloni, che sono schierati in altri collegi nei quali a suo dire vinceranno, è la migliore garanzia per avere una “truppa siciliana” di deputati e senatori Pd. Nel 2008 e nel 2013, complice il Porcellum, la Sicilia diventò una sorta di colonia che consentì l’elezione certa di decine di parlamentari che in questa terra non hanno più messo piede. Secondo Davide Faraone, plenipotenziario di Renzi in Sicilia, a marzo tutto questo non si ripeterà, perché dietro quei due nomi ci sono i futuri parlamentari del Pd, tutti siciliani. E’ quanto ha dichiarato nel corso della conferenza stampa di presentazione dei candidati Pd nei Collegi di Messina, Camera e Senato e che è stata anche la prima conferenza nella nuova sede del partito, in via Ettore Lombardo Pellegrino.

Per la verità le polemiche che hanno scandito la presentazione delle liste hanno lasciato morti e feriti sul campo e mentre il segretario regionale Fausto Raciti lascia il suo posto ed un drappello di storici Pd danno vita ad una corrente di dissidenti, la nota dolente sono stati proprio i capilista, come la Boschi, che fino a poche ore prima non c’era ed invece è spuntata in cima all’elenco in 3 collegi. E lì ci è rimasta.

Io dico esattamente il contrario-spiega Faraone– Negli altri partiti hanno catapultato candidato da ogni parte, i nostri deputati saranno tutti del territorio. Qui a Messina i deputati eletti saranno di Messina. La Boschi sarà eletta a Bolzano. Abbiamo chiesto noi che lei fosse in lista. E’ considerata la madrina di un evento mondiale come il G7 delle pari opportunità. Ma noi non vogliamo fare una campagna elettorale di polemiche. Abbiamo messo in campo una squadra competitiva che ha anche l’elemento positivo della varietà”.

Presenti in conferenza stampa il Rettore Pietro Navarra (anche se fino a lunedì quando ufficializzerà le sue dimissioni), candidato al Collegio Uninominale di Messina, Giuseppe Laccoto, quarto posto nel listino del Collegio Plurinominale, dopo Boschi, Navarra e la De Giorgi (che secondo la tesi di Faraone poiché capolista in Toscana di fatto lascia in posizione eleggibile Laccoto). Al Senato nel Collegio Sicilia Orientale dopo la catanese Valeria Sudano c’è il leader di Sicilia Futura Beppe Picciolo mentre all’uninominale del Senato (che include tutto il territorio provinciale) c’è schierato Fabio D’Amore.

In Sicilia sappiamo che sarà una partita complicata, è una terra di frontiera, abbiamo perso le regionali, ma proprio per questo abbiamo voluto una squadra forte. Non è un caso se a Messina c’è un candidato come Pietro Navarra e per gli stessi motivi abbiamo voluto Beppe Picciolo, espressione di una scommessa fatta in questi anni con Sicilia Futura e che alle scorse Regionali ha registrato un grande risultato. Per un mese noi parleremo di programmi, contro ogni populismo. Faremo una campagna elettorale con il sorriso. Le elezioni non sono un Congresso, quello lo faremo dopo il 4 marzo”.

L’apertura al nuovo nelle candidature corrisponde anche a quel 50% dei nuovi iscritti al Pd, è il partito che cambia e si apre a diverse esperienze. Anche se Faraone vuol far la campagna elettorale col sorriso, i sondaggi non sorridono al Pd, ma il partito tira dritto, perché al di là delle dichiarazioni da conferenza stampa, le liste presentate per le Politiche tracciano l’identikit del futuro Pd a trazione renziana.

In Sicilia la partita è doppia: contro un centro-destra che ha già vinto e contro un M5S che vuol vincere.

Rappresentiamo l’argine al populismo, siamo una squadra e non ci vedrete polemizzare all’interno ma solo con chi vuol governare il Paese male. Sono convinto che se non ci fosse stato Renzi il M5S avrebbe eroso maggiormente il Pd, come sta avvenendo negli altri Paesi, con i populismi e le destre a scapito delle sinistre. Non ci spaventano i sondaggi, puntiamo sulle nostre individualità, ognuno di noi è diverso. Renzi è la Redbull, Gentiloni la camomilla…..”

Rosaria Brancato