Il premier Gentiloni: La questione meridionale deve tornare ad essere priorità

La questione meridionale, se si può usare ancora questo termine, deve tornare ad essere al centro delle priorità”. Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Messina per firmare gli ultimi passaggi per il secondo Palagiustizia e per partecipare al convegno sull’informazione che si è tenuto al Teatro Vittorio Emanuele.

Le radici nel territorio sono fondamentali, guai ad astrarci dalla realtà, sia come imprenditori che come politici o classe dirigente. Nell’era del digitale se vogliamo aprirci al mondo, vivere in una realtà globalizzata, dobbiamo essere legati alle radici, alla nostra identità. Il Mezzogiorno in questi ultimi 3 anni ha condiviso i numeri della ripresa del Paese. L’Italia ha ripreso a crescere ed il Mezzogiorno non è rimasto indietro ma anzi in alcuni settori la crescita è stata anche rilevante. C’è la consapevolezza di un divario che resta drammatico tra Nord e Sud, soprattutto se pensiamo ai giovani ed ai tassi di disoccupazione. I giovani devono essere la priorità dei governi a tutti i livelli, locali, regionali, nazionali. Negli ultimi 5-6 anni abbiamo assistito ad una congiuntura economica favorevole che però non ha ridotto le disuguaglianze. Quindi in ogni decisione che prendiamo dobbiamo chiederci innanzi tutto in che modo questa scelta, questa azione possa cambiare quelle disuguaglianze, produrre occupazione, crescita. Questo deve essere l’obiettivo della classe dirigente nei prossimi anni. E’ con questo spirito che abbiamo firmato i Patti per il Sud ed i Patti con le Città Metropolitane ed abbiamo approvato anche le altre misure che hanno portato incentivi ed investimenti. Nel 2017 ad esempio siamo riusciti a mobilitare 4 miliardi per il Sud. Poi ci sono le altre iniziative, come Resto al Sud, come le Zone ad economia speciale. Può sembrare strano a dirsi ma mai come in questo momento investire nel Mezzogiorno è favorevole per le imprese e le aziende. Ci sono gli strumenti e le opportunità. Certo, dobbiamo riconoscere che negli ultimi 15 anni c’è stato un arretramento culturale nei confronti del Mezzogiorno, come il cosiddetto movimento del pendolo. Le misure speciali che erano state adottate negli anni ’60 per il Sud si sono rivelate inefficaci o ci sono stati scandali e la QUESTIONE MERIDIONALE era stata depennata dall’agenda politica. Io penso che adesso è arrivato il momento di rimettere la questione meridionale al centro delle priorità ed è fondamentale anche perché il sistema di imprese nazionali ha reagito in modo straordinario e ci sono anche zone del Nord che sono competitive in Europa. Adesso quindi è il momento di superare quel divario e rimettere al centro il Mezzogiorno”.

R.Br.