L’appello di Crocetta: “Uniti si vince”

"Per amore dell'unità non ho riproposto l'automatismo della mia ricandidatura, ma il percorso per un confronto unitario e democratico su programmi e candidati. Tale percorso, nella mia proposta, si concretizza con le elezioni primarie da svolgersi il 17 settembre. Mi addolora pensare che le forze a sinistra del Pd abbiano già scelto un percorso separato". Questo l'appello che il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, rivolge alle forze democratiche progressiste e di sinistra.

“Il tema delle alleanze e della candidatura a presidente del centro sinistra – prosegue – continua a dividere i potenziali alleati di un cartello democratico e di sinistra che può essere vincente per dare ulteriore slancio alle politiche di risanamento, di sviluppo e coesione avviate in questi anni. Ho sempre pensato all'unita come un grande valore e come presupposto essenziale per portare avanti i processi di rinnovamento della società. Io non ho mai detto "o me o nessun altro!". Ho detto piuttosto: confrontiamoci, diciamocele tutte, rimarchiamo le nostre diversità, ma diamo un senso forte a ciò che ci unisce: il sogno di liberazione della Sicilia, bloccando il ritorno dei potenti di sempre al governo della regione o che la regione finisca in mano di soggetti incapaci di ogni azione di governo. Unita' unita' unita' dentro un percorso di primarie democratiche. Spero tanto che la sinistra aderisca”.

Di altro avviso il sottosegretario Davide Faraone: "L’unica candidatura ‘civica’ seria e credibile è e resta quella di Fabrizio Micari avanzata dal centrosinistra. Un modello vincente già sperimentato a Palermo in occasione delle ultime elezioni amministrative”.

Poi le critiche agli avversari: “Le immagini che circolano in queste ore sembrano tratte dal repertorio di una politica che non esiste più. Candidature quelle di Musumeci e Cancelleri del ‘non hai vinto, ritenta’. Già provate e sconfitte in passato. Il centrodestra propone un ritorno ad un trapassato remoto, una guida affidata poi a Salvini e alla Meloni, con i moderati costretti ai margini. E l’alternativa non può certo essere l’incompetenza pentastellata, sperimentata già con esiti disastrosi in tante città".