L’ assessore-hater e il parente di un indagato: gli impresentabili del M5S

Come e quanto i due cugini Li Destri si siano frequentati lo valuteranno i giudici. Resta come un macigno l'assoluta inopportunità di candidare nella lista dei 5Stelle un imprenditore edile cugino di primo grado di un capomafia delle Madonie arrestato e sotto processo. Gli scrupoli morali che valgono per i candidati di Musumeci a maggior ragione dovrebbero valere per Cancelleri che da mesi parla di onestà a casa degli altri- è l’affondo del candidato governatore Claudio Fava– Se Cancelleri sapeva e ha taciuto è grave; se non sapeva è peggio: chi non si accorge della pericolosità di queste relazioni familiari all'interno della propria lista come farebbe ad accorgersi dei comitati d'affare mafiosi nella spesa pubblica della Regione? ".

A furia di guardare nelle liste degli altri e basare la campagna elettorale solo sugli impresentabili anche il M5S è incappato in una “svista”: due Giacomo Li Destri, cugini, uno rinviato a giudizio per mafia e l’altro candidato a 5stelle. Mentre infuria la polemica sull’assessore designato Angelo Parisi, che come un qualunque Napalm51 su twetter dichiara di voler bruciare vivo Ettore Rosati (il Pd che ha dato il suo nome al Rosatellum) è Claudio Fava ad affondare il colpo su un altro “impresentabile” o quantomeno su una parentela scomoda.

Lo fa in conferenza stampa a Palermo: “Abbiamo appreso di un rinvio a giudizio per Giacomo Li Destri, a processo tra le altre cose per associazione mafiosa-spiega FavaConsiderato il referente di Cosa Nostra a Caltavuturo. È lui il cugino di primo grado di un altro Giacomo Li Destri, candidato col M5S. È lui l'imprenditore al quale è stata affidata la costruzione della cosiddetta trazzera. Se c'è un candidato di Forza Italia con un fratello a processo, c'è anche un cugino di un candidato grillino con accuse molto gravi. Nessuno mette in dubbio l'onestà del candidato. Le carte hanno fatto emergere che i rapporti tra i due cugini sono concreti. Quando si parla di liste pulite non bisogna fermarsi ai carichi penali, ma anche ai rapporti. Se si vuole mettere la Sicilia nelle mani di chi non riesce ad andare oltre il casellario giudiziale, c'è da preoccuparsi davvero”

Fava ha concluso dicendo che non pensa ai pentastellati come collusi ma come “distratti”. L’ultima frecciata la riserva ad un’altra questione spinosa di queste ore per Cancelleri: l’assessore designato Angelo Parisi che ha coperto d’insulti Rosati e i giornalisti arrivando ad annunciare di voler bruciare vivo il parlamentare qualora la Corte Costituzionale dovesse boccare il Rosatellum.

Parisi in queste ore di polemica ha chiesto scusa, dopo che anche il candidato del centro-sinistra Fabrizio Micari ha tuonato: “Cancelleri cacci l’assessore hater che vuole bruciare vivo Ettore Rosato. Chi odia è impresentabile tanto quanto chi ruba.

Posso capire che Cancelleri non sapesse di avere a che fare con un odiatore di professione ma adesso che lo sa lo deve cacciare”.

L’assessore designato si è scusato e Cancelleri ha ribadito che Parisi resta in squadra derubricando il fatto come un “tweet infelice. Parisi ha chiesto scusa, è una persona che ha le competenze per fare quello che gli ho chiesto di fare: l'assessore all'energia. E lo farà. E’ assurdo che proprio nel giorno in cui Berlusconi e Dell'Utri vengono nuovamente indagati per mafia i media nazionali e il Pd ci sbattano in prima pagina ovunque per un tweet”.

Claudio Fava replica facendo un parallelo con l’ex governatore Cuffaro: “E’ questione di atteggiamenti. Non mi fido di fronte a un candidato presidente che di fronte a un comportamento così miserabile non dice: 'Vattene'. Crocetta lo fece con Battiato. Perché dovrei fidarmi di queste persone più ad esempio di assessori di Cuffaro? Chi dice che quegli assessori sono migliori?".

A replicare a Fava è lo stesso candidato Giacomo Li Destri che paventa la macchina del fango contro di lui, si dice pronto a querelarlo perché non ha rapporti col cugino da 30 anni: “Non mi è mai stato chiesto il pizzo, la mia azienda ha il certificato antimafia ed è nella 'White list' della prefettura”.

Il clima quindi si sta surriscaldando e anche Micari che ha scelto lo slogan “la sfida gentile” e che non alza mai i toni ha iniziato a lanciare le sue frecciatine “Mi prendevano in giro per la sfida gentile: troppo educato per una campagna elettorale da Tv spazzatura. Oggi lo ribadiamo con forza mentre c’è un assessore designato dal M5S che vuole bruciare viva una persona e un altro che svuota le galere per riempire le sue liste e tentare per la terza volta un’elezione alla presidenza della Regione che rischia di far diventare impresentabile la Sicilia. Noi ribadiamo la sfida gentile, la forza delle idee alla violenza verbale e alla rissa, i progetti per i siciliani alle parole grosse e alle accuse reciproche”

Sulla vicenda Parisi e sugli insulti a Rosato interviene anche il coordinatore nazionale dei Centristi per l’Europa Gianpiero D’AliaSono parole indegne per chiunque, figurarsi per chi si candida a rappresentare il popolo siciliano in ruoli istituzionali. L’odio sul web è un altro modo di inquinare la vita pubblica per questo gli haters a cinque stelle vanno inseriti tra gli impresentabili candidati alle regionali siciliane. Al collega Rosato, la mia totale vicinanza e solidarietà”.

Rosaria Brancato