Bersani a Messina:”Pd su un binario morto lascia un’autostrada alla destra”

«Informiamo questi del Pd che nel 2015, nel 2016, e nella primavera 2017, il centro sinistra a guida PD ha perso ovunque, anche li dove la sinistra era sempre stata forte. Come si fa ad andare a riprendere le milionate di elettori che hanno già lasciato il centro sinistra a guida Pd e il Pd a guida renziana? Noi ci stiamo occupando di questo: andare a riprendere quelli che sono andati nel bosco e non vogliono più saperne di tornare. Solo così si può pensare di fermare la destra. Cosa dovremmo fare? Ammucchiarci tutti? Solo cambiando su lavoro, scuola, sanità e fisco possiamo avere una speranza. La destra già vinto». Il primo messaggio di Pierluigi Bersani, oggi a Messina per sostenere la candidatura alle prossime elezioni regionali del 5 novembre di Claudio Fava e dei suoi Cento passi per la Sicilia, è stato rivolto ai suoi ex compagni di partito. A quel Pd che ha scelto la candidatura di Fabrizio Micari e che continua a rimproverare duramente a una parte di sinistra di aver diviso il fronte, favorendo così il centro destra e la corazzata Musumeci.

Bersani è arrivato in anticipo a Palazzo Zanca, ha preso il caffè al bar, si è intrattenuto con consiglieri e assessori nei corridoi, prima di incontrare i cittadini nel Salone delle Bandiere. «I primi cento passi dovete farli voi» dice Bersani, che attacca a muso duro le politiche del governo Renzi, ma vede ancora una possibilità di dialogo per provare a ricompattare una sinistra che ha lasciato un'autostrada aperta alla destra. «A livello nazionale stiamo facendo un discorso molto serio con il Pd, ma vedendo le prime dichiarazioni sembra ci prendano un po' sottogamba, non siamo gente da prendere a colpi di propaganda. Quella legge elettorale è una vergogna, la gente non sopporterà di avere due terzi del parlamento di nominati o una legge che prevede che tu voti uno e il tuo voto va a un altro. Stiamo chiedendo almeno alcune correzioni: voto disgiunto e preferenze per evitare i nominati».

Un altro nodo cruciale per Bersani è la Legge di stabilità: «Non pretendiamo la luna ma serve dare qualche segnale di aver recepito quello che pensa il popolo di centro sinistra. Abbiamo chiesto un paio di cose che segnalino con sicurezza il cambio di passo. Se non risponderanno e tireranno dritti noi presenteremo alle prossime elezioni una formazione progressista sicuramente alternativa alle politiche fatte fin qui e chiederemo il voto utile per un centro sinistra vero».

Per Bersani il voto utile serve per fermare una destra incombente a traino regressivo. «L'alternativa alla destra non è il centrismo confuso dei grillini, ma una sinistra di governo che sia sinistra e che sia di governo con i valori nostri di democrazia e lavoro con proposte aggiornate ai tempi ma con i valori antichi dell'uguaglianza. Quali sono le alternative? Il 'meno tasse per tutti' della destra, il renzismo che insegue la destra del 'meno tasse per tutti' o i cinque stelle che non hanno nessuna proposta? La disuguaglianza la combatti solo dando lavoro dignitoso, con un welfare universalistico, basato su scuola e sanità, e con un fisco fedele e progressivo».

Nel salone delle Bandiere sembra passata un'eternità da quel febbraio 2013 quando Messina riservò a Bersani un'accoglienza da premier con il Pd che aveva ancora come leader Francantonio Genovese. Oggi il figlio Luigi è candidato in Forza Italia con Musumeci: «Nella storia d'Italia il trasformismo è sempre stato la spartizione di un potere immobile. Noi non abbiamo venduto alla Sicilia su tavoli romani. Da De Pretis a Genovese il trasformismo è stato un danno micidiale».

Impresentabili? «Gli impresentabili per me sono di due categorie: quelli che hanno avuto guai seri con la giustizia e quelli che non hanno svolto il proprio compito con disciplina e onore, come dice la Costituzione. A mio gusto impresentabile è anche chi supera il tasso di incoerenza perché non svolge con dignità e onore il suo mestiere o chi per esempio è a furor di popolo un personaggio clientelare. C'è la categoria di impresentabili che lasciamo alla commissione antimafia e poi c'è una categoria di impresentabili che lascio alla valutazione degli elettori e dei cittadini».

Francesca Stornante