Franco De Domenico: “Metto a disposizione del Pd e di Messina la competenza”

Per me parla la mia storia, quello che ho fatto, sia nel mondo universitario che in quello imprenditoriale che infine nel settore del sociale e del volontariato. Se insieme ad un gruppo che mi sostiene abbiamo deciso per questa candidatura è solo per mettere a disposizione del territorio le nostre competenze. C’è un unico comune denominatore dietro questa scelta: fare una politica che non contempli fini individuali ma collettivi”. Non nasconde l’emozione per un “ruolo” che finora non ha mai ricoperto, il direttore generale dell’Università Franco De Domenico, ma va dritto al sodo come è tipico di chi sa amministrare ed ha a che fare con numeri e bilanci e non si perde in giri di parole. Sa che la sua candidatura per le Regionali, nella lista del Pd, viene vista come un’ufficiale “discesa in campo” dell’Ateneo o quantomeno della “corrente dei prof” e non rinnega quanto finora fatto né che a spendersi sarà un intero gruppo. Ma chiarisce che non si tratta di una scelta che coinvolge l’Istituzione in sé, che resta sempre neutrale, quanto piuttosto di singoli che, unendo progetti e proposte, hanno deciso di uscire dal Palazzo per dare quell’apporto di specifiche competenze che finora son venute a mancare.

A presentare la sua candidatura è stato il neo segretario provinciale del Pd Paolo Starvaggi: “De Domenico, così come il candidato alla Presidenza del centro-sinistra incarna la proposta, il nuovo, la voglia di mettere al servizio della comunità la competenza. Il M5S rappresenta la sola protesta incapace di progettare, il centro-destra invece è una proposta obsoleta e già fallita. Quel 61 a 0 del 2000 ha ricevuto la fiducia dei siciliani ma ha restituito zero”.

In sala, per “la prima volta” da politico di De Domenico, ci sono molti rappresentanti dell’Ateneo, molti professori, ma anche imprenditori, giovani, liberi professionisti. Direttore generale dell’Ateneo, presidente della cooperativa Banca Antonello da Messina, tributarista, molto attivo nel mondo del volontariato Franco De Domenico porta ad esempio quei “fatti” portati avanti in Ateneo: “ I bilanci in attivo, i rapporti di grande collaborazione con i sindacati, con gli studenti, un piano anticorruzione preso ad esempio a livello nazionale. Un’immatricolazione aumentata del 13% lo scorso anno rispetto ai precedenti. Delle 100 gare d’appalto effettuate neanche un ricorso, il 98,4% dei fondi disponibili utilizzati. Di trasparenza e legalità, prima ancora che parlarne, bisogna farne azioni. Sono un pre-requisito”.

Non farà una campagna elettorale classica, perché è un esterno della politica, non ritiene che il mondo accademico siciliano abbia fallito rispetto alle giovani generazioni, ma pensa che a non aver saputo dare quelle risposte che trasformano il territorio in opportunità, sviluppo, posti di lavoro, sia stata la politica.

“Non voglio fare alcuna polemica, ma sicuramente alla politica negli ultimi tempi è venuta meno la competenza. Ho scelto il Pd per candidarmi perché è l’unico spazio aperto alle novità ed è un partito nel quale si può ancora discutere in modo democratico. A Claudio Fava chiederei cosa ha fatto di concreto per la Sicilia in questi ultimi 20 anni. Non sono il candidato dell’Università, faccio parte di un gruppo affiatato che non ha interesse ai posti, vogliamo provare a dare alcune risposte che finora sono mancate. Come Ateneo di Messina abbiamo operato nel deserto, ma abbiamo operato bene”. Non guarda oltre al 5 novembre, alle Politiche o alle amministrative, almeno al momento, anche se è chiaro che non si tratta di un progetto a breve scadenza ma ha un ampio orizzonte.

“Noi vogliamo ascoltare quei veri eroi che sono le famiglie che non arrivano a fine mese, quegli imprenditori e quei giovani che sono rimasti qui. Non vogliamo occupare posti, ma prenderci la responsabilità di cambiare le cose. A me non piace la cultura della lamentela. Ogni volta che ho preso schiaffoni e sono caduto mi sono impegnato di più. Vogliamo capire se Messina vuole cambiare o vuol ricompattarsi sempre intorno alle stesse persone”.

Il Pd post-genovesiano sta preparando una lista forte, con l’obiettivo di riuscire a prendere due deputati all’Ars. Se l’uscente Laccoto è in pole position, il neofita Franco De Domenico non starà a guardare perché, anche all’interno del Pd e dello stesso Laccoto, rappresenta il nuovo. In lista ci saranno Tani Saija, Matteo Sciotto, Emanuele Giglia. Per quel che riguarda le quote rosa si stanno valutando una serie di possibilità (difficile che accetti la consigliera comunale Antonella Russo, più propensa per il no).

Rosaria Brancato