Micari firma il documento di Sicilia Futura: “Sì al Ponte e all’AP autonoma”

Sì al Ponte sullo Stretto ed all’Autorità portuale autonoma come indispensabili tasselli di una rinnovata centralità nel Mediterraneo e nell’Europa degli scambi.

Il candidato alla Presidenza della Sicilia per il centro-sinistra Fabrizio Micari ha firmato (e con entusiasmo) il documento predisposto dai giovani di Sicilia Futura che sollecita una presa di posizione ed un’accelerazione su quelli che possono essere i pilastri del futuro sviluppo. Sia Micari che il capogruppo Ars di Sicilia Futura Beppe Picciolo hanno sottoscritto un documento che nasce da un’analisi della situazione logistica dei porti e delle AP in seguito alla riforma Delrio che ha umiliato la nostra realtà, accorpandola a Gioia Tauro.

I dati parlano chiaro- ha detto Micari prima di firmare- e fanno riferimento ad una straordinaria vivacità dei porti di Messina e di Milazzo e mostrano come l’accorpamento con Gioia Tauro sia inopportuno. Dobbiamo ragionare su un’Autorità portuale autonoma che non mortifichi i territori. Il Ponte sullo Stretto è un discorso che va inserito nel capitolo delle infrastrutture. L’ampliamento del Canale di Suez è cambiato il mondo degli scambi commerciali con l’Europa e nel Mediterraneo. Lo hanno capito in Grecia ha sta potenziando il Pireo, si è capito in Spagna ed in Francia. Dobbiamo capirlo noi. Restare all’immagine del traghetto è un errore. Il Ponte è tecnicamente realizzabile, economicamente sostenibile. Il Mediterraneo torna ad essere centrale, la Sicilia non può perdere questa opportunità. Messina è il cuore del Mediterraneo, o risorge o sarà il fanalino di coda dell’Italia, una metropoli a metà, una città bellissima, dalle enormi potenzialità costretta a subire da decenni scelte politiche sbagliate. Per questo sottoscrivo un doppio impegno per lo sviluppo: avviare immediatamente una contrattazione a tutela dell’Autorità Portuale e, nel contempo, sostenere il progetto per la realizzazione del Ponte nell'ambito del progetto Sicilia-piattaforma logistica del Mediterraneo”.

Ad apertura del dibattito, moderato da Giorgio Caprì, è stato il coordinatore provinciale dei giovani di Sicilia Futura Nicola Maddocco insieme al coordinatore cittadino Giuseppe Piccolo a presentare il documento da sottoscrivere.

La nota, basata su dati economici e statistici sia a livello nazionale che europeo, prende avvio dal fatto che l’accorpamento dell’AP di Messina con Gioia Tauro (porto che è 17esimo tra le 24 sedi di Authority in Italia con bassissima resa in termini di Iva, che non produce ricchezza ed ha dovuto azzerare le tasse di ancoraggio per sopravvivere) penalizza i porti di Messina e Milazzo utilizzandoli solo come “cassa” per ripianare i debiti dell’AP calabrese.

Di contro il sistema Messina-Milazzo produce Iva per 1 miliardo e 300 mila euro (pari all’8% del valore nazionale sulle importazioni di merci nei porti) piazzando l’AP al terzo posto nella graduatoria delle AP nazionali.

Da questi presupposti nasce l’appello dei giovani di Sicilia Futura a rivedere e ribaltare quanto previsto dalla riforma Delrio.

E’ stato l’ingegnere Giacomo Cavallaro ad illustrare alcuni numeri del Ponte rilevanti sotto il profilo economico: 140 mila posti di lavoro nell’arco dei 7 anni di costruzione, una media di 23 mila addetti nelle varie attività ogni anno.

L’ingegnere Giovanni Mollica si è soffermato sulle pesanti conseguenze della riforma Delrio per l’intero sistema portuale: “La riforma divide i porti tra serie A, quelli del Nord e serie B e C, i nostri. In Sicilia arrivano solo le petroliere con i loro veleni. Le altre, se arrivano, scaricano verso quelle più piccole, così non ci sono i dazi doganali. Così facendo i nostri porti moriranno. Delrio, forse per motivi campanilistici ma errati, ha fatto dei porti del Nord dei gateway, ma la storia sta andando in un’altra direzione. Il Pireo ad esempio sta diventando un porto cinese, perché è lì che la Cina sta investendo al punto da voler collegare a quella struttura una ferrovia veloce connessa con Budapest. Il Pireo negli ultimi anni è cresciuto economicamente del 600%. Nel mondo si sta puntando su progetti che portano fuori dall’emarginazione i territori esclusi. Ebbene, il governo finora ha fatto il processo inverso per la Sicilia e per Messina”.

Ha parlato da “no pontista benaltrista pentito” Alessandro Tinaglia che si è soffermato su un aspetto particolare: “Il Ponte non è semplicemente il collegamento tra la Sicilia e l’Italia. E’ molto di più, non è soltanto un brand che pure porterà il nostro nome nel mondo, ma è il baricentro di un collegamento tra Europa e Mediterraneo”.

Stesse considerazioni per l’ingegnere tra i progettisti del Ponte, Enzo Siviero, intervenuto al dibattito: “il benaltrismo ha fatto tanti danni, quando hanno cancellato il capitolo di risorse destinate al Ponte le hanno dirottate al Nord. Il Ponte non produce solo reddito ma cambia la mentalità delle persone”.

A concludere i lavori ed a firmare il documento è stato il capogruppo Ars di Sicilia Futura Beppe Picciolo che sull’AP autonoma si è battuto negli ultimi anni (sebbene Crocetta si sia limitato ad annunciare atti concreti che non sono mai arrivati).

Il ministro Delrio su questa vicenda mi ha definito fieramente avversario a lui. Io penso di essere fiero di difendere la nostra autonomia. C’è un mondo intero che si muove intorno alla portualità, non possiamo accettare supinamente queste scelte, presenteremo il conto. Il nostro territorio, dopo troppi scippi è a credito. Se perdiamo questo treno abbiamo perso l’ultima opportunità”.

Rosaria Brancato