Micari: “Sondaggi manipolano la verità. Non considerano il peso delle liste”

Siamo di fronte ad una manipolazione dei sondaggi, ad un riuscito tentativo di drogare la situazione per convincere i siciliani che i giochi sono fatti. Tutto questo è falso e dobbiamo dirlo”.

Se lo slogan “La sfida gentile” ben si addice allo stile elegante e compassato di Fabrizio Micari, questo non vuol dire che sia disposto a stare zitto. Ed infatti dopo la pubblicazione dell’ultimo sondaggio Demopolis prima del black out che scatta domani, Micari non le manda a dire e sfoga anzi tutta la sua amarezza.

A settembre, quando il centro-sinistra aveva deciso di puntare su di me i primi sondaggi mi davano per ultimo. I sondaggi erano tutti sulla notorietà ed era quindi più che normale che i siciliani non mi conoscessero tanto quanto Musumeci che è sulla scena da 40 anni o Fava che lo è da 25-spiega in conferenza stampa- A settembre io sapevo di non essere conosciuto. Ma tutti gli altri sondaggi da quel momento si sono basati sul primo costruendo una verità che non è quella. Nessun sondaggio infatti tiene conto del peso delle liste e dell’effetto trascinamento che prevede la legge elettorale siciliana”.

Nelle interviste effettuate infatti le domande riguardano il candidato alla Presidenza e non la preferenza per i candidati all’Ars che sono invece nelle liste collegate.

La legge regionale siciliana, che comunque mantiene la possibilità del voto disgiunto, prevede il cosiddetto effetto trascinamento: se l’elettore vota per un candidato all’Ars e non esprime il voto per il candidato alla Presidenza, automaticamente il voto per il candidato deputato andrà al candidato governatore collegato.

In un sistema in cui la presenza nei territori dei singoli candidati fa la differenza è chiaro che l’effetto trascinamento diventa determinante, soprattutto se c’è un candidato Presidente “debole” sotto il profilo della notorietà.

Sia Musumeci che Cancelleri che Fava (questi ultimi peraltro hanno una lista a sostegno a differenza del primo che ne ha 5), godono di una notorietà e visibilità che prevale sul trascinamento. Anzi nel caso di Cancelleri è esattamente l’opposto, gli elettori votano il M5S di Grillo indipendentemente da chi sia il candidato governatore o deputato.

Nello scegliere Micari il Pd, Orlando e gli alleati, hanno pensato più alla forza delle liste ed all’effetto trascinamento che ad altro.

Questi sondaggi non tengono in considerazione il meccanismo elettorale siciliano e la forza delle liste. Le interviste sono fatte da chi non sta in Sicilia. Lo dimostra il fatto che non conoscendo le liste locali attribuiscono percentuali maggiori a liste nazionali come Noi con Salvini, Forza Italia, Pd. Ad esempio danno l’1% a Sicilia Futura ed il 2% alla lista di Noi con Salvini. Chi conosce le liste di Sicilia Futura sa bene che è matematicamente impossibile che la lista a livello regionale prenda 20 mila voti……

Non scherziamo. La manipolazione sta nel voler convincere i siciliani che invece sia così e che i giochi sono fatti. Non ci sto a veder drogate in questo modo le elezioni”.

Nelle prossime settimane sono vietati i sondaggi. O meglio è vietata la pubblicazione dei sondaggi ma i partiti continueranno a farli per monitorare la situazione.

L’ultima frecciata Micari la rivolge alla sinistra che sostiene Fava: “Pago lo scotto della guerra a Renzi. Art.1-MDP vogliono replicare quanto accaduto con il Referendum del 4 dicembre. Ma così facendo non perde solo Renzi, perde la Sicilia”.

Sulla forza delle liste e dei candidati all’Ars Micari ha ragione, ma la tesi è altrettanto valida per Musumeci che ha dalla sua parte una Forza Italia che punta alla fase 2 partendo dalla Sicilia (e che stando ai sondaggi ha la stessa percentuale del Pd che amministra da 5 anni la Regione e dal 2013 il Paese) ed altre 4 liste. Micari è sostenuto da 4 liste, una delle quali, Arcipelago, è azzoppata dall’esclusione di Messina. Le altre 3 dovranno quindi sostenere tutto il peso della campagna, nonché di un’eredità ingombrante quale quella di 5 anni di governo Crocetta. Non è bastato “cancellarlo” dalla competizione per azzerare la memoria dei siciliani.

Rosaria Brancato