Musumeci: “Non votate l’odio”. A cena il “patto” Berlusconi-Salvini-Meloni

E’ stato ribattezzato il “Patto dell’arancino”, e l’intesa mancata sul presentarsi uniti nel palco alle Ciminiere è stata raggiunta a tavola, dopo le manifestazioni.

Se Patto sarà per le Politiche tra Berlusconi, Salvini e Meloni lo si scoprirà dopo il 5 novembre perché mentre l’ex premier si è sbilanciato su un’intesa raggiunta, gli altri due hanno smorzato i toni rinviando al dopo urne.

E’ evidente però che la strada intrapresa è quella della ricompattezza in vista delle Politiche di marzo 2018. Salvini, sceso in Sicilia per la volata finale in quella stessa terra che ha per anni additato e offeso, aveva inizialmente mantenuto toni freddi nei confronti del leader di Forza Italia. Clima cambiato dopo le due manifestazioni di Palermo e Catania che hanno visto sale gremite intorno a Musumeci.

Insomma anche se i 3 si detestano staranno insieme a lungo. Soprattutto se le urne siciliane dovessero dettare la linea da seguire.

Berlusconi prima del taglio della torta a 3 era stato sul palco alle Ciminiere, tornando a Catania dopo 9 anni dall’ultima volta.

Nel tirare la volata a quel Nello Musumeci che ad inizio campagna elettorale (su sollecitazione di Miccichè) non aveva voluto, ha sferrato gli attacchi ai 5Stelle: “Hanno un linguaggio violento, ma dietro le urla c’è il nulla- ha dichiarato Berlusconi– Non sanno amministrare, dove governano, come a Roma, è un disastro. In Sicilia avete avuto i bizantini, gli arabi, gli svevi, gli angioini, gli aragonesi, i normanni, i Savoia. Dopo tutte queste nobili dominazioni volete farvi governare da Grillo? Votare il M5S non è una protesta è masochismo".

L’ex presidente del Consiglio presenta una proposta: i siciliani che decideranno di tornare saranno esentati dalle tasse, rilancia il Ponte sullo Stretto e rispolvera l’idea del Casinò di Taormina in chiave turistica. Infine un Piano Marshall per la Sicilia destinato alle infrastrutture.

A fare gli onori di casa era stato Nello Musumeci che ha scelto la “sua” Catania per chiudere, ribadendo ancora una volta che questa sarà la sua ultima stagione politica (segnale diretto ai suoi alleati ed a chi vorrà tirargli la giacca): “Non ci fermerà la violenza verbale dei grillini, il loro linguaggio di odio. Non consegneremo mai questa terra al M5S. Più che un voto chiedo un patto di fiducia e mai tradirei la fiducia dei siciliani perché dopo questa esperienza uscirò dalla politica. Ce la faremo, Dio è dalla nostra parte".

La Sicilia è quindi il primo test del centro-destra in vista delle Politiche, saranno i numeri di Forza Italia e della lista congiunta Fratelli d’Italia-Noi con Salvini a dire se l’alleanza può continuare e con quali equilibri interni.

Il Patto dell’arancino, come l’ha chiamato Giorgia Meloni (indovinando anche la “o” finale, alla messinese ed alla catanese) potrebbe sfaldarsi tra una settimana oppure potrebbe essere l’inizio.

Rosaria Brancato