Musumeci “vintage”, Orlando impone l’arancina, sinistra ferma al palo

“Ogni giorno ha la sua pena”, e mentre destra e M5S sono in campagna elettorale, il centro-sinistra è alle prese con le beghe quotidiane che allontanano sempre più l’intesa tra le forze dell’area.

Dando un’occhiata al quadro a due mesi dalle elezioni c’è chi corre, chi rincorre e che è ancora negli spogliatoi.

Corre il M5S che di fronte al balletto di queste settimane non esita a definire i due fronti “due accozzaglie”.

C’è chi rincorre ed ha messo la freccia pronto al sorpasso, stando ai sondaggi, ed è il centro-destra con il famoso “tricket” Musumeci-Armao-Lagalla.

A dar filo da torcere ai grilli infatti, per i quali la campagna elettorale finora era stata una passeggiata di salute, c’è il candidato vintage del centro destra.

Nello Musumeci, un ex An che non ha mai confuso destra e sinistra, politico onesto, amministratore capace, di grande rigore morale, mai scomposto o sguaiato nel parlare, che non indosserebbe mai una felpa (probabile dorma con un pigiama di seta) non insulterebbe mai nessuno in un talk show. Uno che chiama il suo movimento “Diventerà Bellissima” non si capisce cosa possa avere a che fare con i suoi alleati e personaggi che hanno toni e modi che definire sopra le righe è un eufemismo come ad esempio Salvini o Miccichè. Se persino Berlusconi tra dieta e palestra si sta rimettendo in sesto per venire in Sicilia per l’ultima fase della campagna, allora tutto si può dire tranne che a destra ci sia il nuovo che avanza. Musumeci, in caso di vittoria, avrà un bel da fare per comporre la giunta e mettere alla porta metodi che non condivide nonché arginare nuove e vecchie ambizioni personali.

Chi resta fermo al palo è il centro-sinistra, al quale va l’oscar dell’autolesionismo.

Strada facendo ha perso uno dei papabili candidati al ruolo di Presidente, l’ex Rettore Roberto Lagalla, che con una tempistica perfetta si è posizionato accanto al duo Musumeci-Armao, lasciando il centro-sinistra con un palmo di naso.

Nel frattempo il penta sindaco Orlando si è convinto che Palermo è il centro del mondo. Così vuole esportare il modello Palermo in ogni dove. Dopo aver imposto al Pd il rettore di Palermo Fabrizio Micari, si appresta a imporre il pane e panelle in tutti i pub dell’isola, Zamparini presidente delle società di calcio e costringerà i messinesi a chiamare “arancina” quello che indiscutibilmente ed a furor di popolo è ARANCINO.

Crocetta reclama le primarie indicando il 17 settembre ma pensando ad un posto di sottogoverno con Gentiloni e trova sponda in Alfano che conferma il 17 settembre ma pensa ad un accordo per la legge elettorale e le Politiche del 2018.

Frattanto molti alfaniani sono in fuga verso quello che considerano attualmente il carro dei futuri vincitori, il centro-destra. Il senatore Bruno Mancuso ha fatto bagagli nei giorni scorsi veleggiando verso Musumeci. L’altra metà della mela di AP, ovvero gli uomini di D’Alia viaggiano verso Arcipelago Sicilia di Orlando. A Messina in lista ci sarà il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone.

Mentre Micari lancia appelli per far presto il rischio è che le primarie si tengano il 6 novembre. In alternativa agli elettori del centro-sinistra non resterà che votare indicando un nome a piacere nella parte riservata al governatore…

Rosaria Brancato