Noi con Salvini: Altri hanno svenduto lo Statuto.Noi crediamo nell’autonomia

Mi chiamavano il terrone in aiuto del Carroccio, poi hanno capito che avevo ragione. Per fortuna è arrivato Salvini che ha detto no a Bossi ed ha creato il Partito Federato, un partito che guarda alle autonomie delle Regioni. Se Salvini oggi è favorevole al Ponte sullo Stretto lo si deve a me”.

Angelo Attaguile, parlamentare e coordinatore regionale di Noi con Salvini, conclude a Palazzo dei Leoni la presentazione della candidatura all’Ars del giornalista Luigi Stancanelli, nella lista congiunta dei salviniani con Fratelli d’Italia.

Dura da digerire per i siciliani l’alleanza con chi, come Salvini, non ha mai fatto mancare accuse e offese ai meridionali, ma Attaguile e quanti hanno iniziato negli anni scorsi a formare le fila del sud del partito ci provano, soprattutto evidenziando come l’idea base che unisce la Lega e il Sud sia l’autonomia.

Nelle nostre liste in Sicilia ci sono tutti presentabili, avremmo potuto avere un gruppo all’Ars a fine legislatura, c’era la fila di deputati uscenti che ce lo chiedeva- prosegue Attaguile-ma ho detto no. Non vogliamo uscenti che abbiano già due mandati alle spalle. Siamo presenti in tutti i collegi ed a Musumeci ho detto due cose: ti porto il 10% a livello regionale e se non avvii il programma con fatti concreti ti daremo soltanto un appoggio esterno. Abbiamo fatto un patto elettorale e non politico”.

Ad aprire l’incontro è stato il professor Giacomo Dugo che ha evidenziato “Mi piace Salvini perché non vuole l’Europa delle banche ma quella dei popoli, vuole il ritorno alla lira e dice che i migranti dobbiamo aiutarli a casa loro e non qui”.

Chi invece ha ribadito i temi dell’autonomia sancita dallo Statuto siciliano e poi dimenticata nel corso dei decenni dalla classe dirigente dell’isola è stata una delle “salviniane della prima ora”, Luciana Verdiglione.

In lista nel Collegio di Messina, per Noi con Salvini, c’è il giornalista Luigi Stancanelli, che già nel 2013, in Basilicata, si candidò come capolista alle Politiche con la Lega Nord: “Io sono autonomista e credo in un partito federato. Per me è fondamentale il contatto con il territorio, non esiste la contrapposizione tra destra e sinistra, c’è invece l’interpretazione corretta di quanto prevede lo Statuto speciale della Sicilia. Mi riferisco ad esempio all’art.46 quello che sancisce che le aziende e le imprese che operano in Sicilia paghino le tasse qui, mi riferisco alle accise. Stiamo parlando di una cifra che si potrebbe aggirare sui 7 miliardi ogni anno. Sulla vicenda migranti dico solo che è diventato terreno di speculazione e arricchimenti e che del loro futuro interessa a ben pochi”.

L’art.46 in effetti è stato sbandierato da tutti i candidati alla Regione fino ad un minuto prima che chiudessero le urne, salvo poi scordarsene un minuto dopo. Vale per Crocetta ma vale anche per Lombardo che sull’autonomismo fondò un partito, l’Mpa.

Chi invece ha avuto uno sdoppiamento di personalità nel suo intervento è stato il parlamentare messinese di Noi con Salvini, Carmelo Lo Monte. Nel suo discorso, attaccando i “soliti noti noi non li vogliamo, questa classe dirigente che ha rovinato la Sicilia e Messina”, ha parlato come se negli ultimi 20 anni sia stato su un altro pianeta e per giunta a fare un altro lavoro, piuttosto che essere un deputato eletto dal 1996, dapprima all’Ars (dove è stato anche assessore), e poi, per ben 3 mandati alla Camera.

Peraltro è stato tra quei lombardiani che l’autonomia avrebbero potuto difenderla nelle sedi opportune ma non l’hanno fatto. Di moto, tempo e qualifica per difendere la Sicilia e Messina ne avrebbe avuto, invece ha lanciato strali contro la classe politica dimenticando di esserne parte integrante. E da lunga pezza.

Ci vuole coraggio, come ha fatto Salvini a prendere in mano un partito annientato, ma ha le idee chiare e c’è riuscito. La politica con lui torna ad essere quella delle persone. Con lui ho riscoperto il piacere di fare politica. Salvini mi ricorda Almirante. Se qualcuno pensa che lui sia razzista si sbaglia di grosso, lui dice che dobbiamo aiutarli a casa loro”.

Lo Monte ha quindi puntato il dito su chi, in questi 20 anni ha “svenduto lo Statuto siciliano, la nostra autonomia. Chi non ha tutelato la nostra insularità come hanno fatto i deputati della Sardegna. Non sono campanilista ma Messina ha il record del nepotismo in tutti i settori. E lo sapete che il Pd di Renzi e la classe dirigente messinese ha acconsentito all’accorpamento dell’Autorità Portuale di Messina con Gioia Tauro?”

Belle parole, peccato che dal plurionorevole Lo Monte, come ex assessore regionale, ex deputato regionale, ma soprattutto negli ultimi 10 anni alla Camera e negli ultimi 3 anni mentre in riva allo Stretto si combatteva contro l’accorpamento, non sia giunto un solo comunicato stampa sulla vicenda, né abbia tenuto alcuna conferenza stampa su questo scippo come di altri, né un incontro, né una protesta ufficiale.

La protesta postuma ha solo il sapore dell’ennesima campagna elettorale.

Rosaria Brancato