Orlando: «La scelta è tra chi ha distrutto questa terra, improvvisati o Pd»

Sulla campagna elettorale per le elezioni regionali del prossimo 5 novembre sta per calare il sipario. Per convincere gli elettori siciliani innanzitutto ad andare a votare e poi cosa votare ai candidati rimangono pochissimi giorni a disposizione, già sabato vigerà il giorno del silenzio prima dell’apertura delle urne.

Per dare manforte agli schieramenti in campo, negli ultimi giorni, sono sbarcati in Sicilia i big della politica italiana, da Grillo a Salvini; domani sarà la volta di Berlusconi, che all’ultimo momento ha deciso di raddoppiare le proprie tappe, toccando non solo Palermo ma anche Catania. Renzi, che per firmare il Patto del Sud aveva girato l’isola in lungo ed in largo, ha concesso al “suo” candidato (che è stato scelto dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando) solo una toccata e fuga. Anche Messina, soprattutto nell’ultima settimana, è stata terra di passaggio per leader nazionali e capicorrente dei vari partiti. Stamattina è stata la volta del ministro alla giustizia Andrea Orlando, giunto in città per sostenere Emanuele Giglia, candidato nella lista Pd, e lanciare un appello ai siciliani in vista dell’ormai imminente appuntamento elettorale: «Domenica votate Pd anche per la prospettiva nazionale. Se il partito democratico esce rafforzato dalle elezioni in Sicilia, questo può fare da traino per le elezioni politiche».

Il Guardasigilli è convinto che il quadro che si è delineato in questa campagna elettorale possa favorire proprio il centro-sinistra, inducendo gli elettori a votare il Pd e Fabrizio Micari come presidente della Regione: «Da un lato – ha spiegato – c’è una compagine che aggrega tutti coloro che hanno distrutto questa terra e si sono riuniti sotto la bandiera di Musumeci; dall’altro lato c’è il blocco dell’improvvisazione, con persone, a mio parere, non caratterizzate da un particolare equilibrio mentale». Il ministro cita come esempio il caso del tweet scritto e poi cancellato dall’assessore designato dal M5S Angelo Parisi (vedi articolo a parte) ma la sua critica al Movimento Cinque Stelle va ben oltre: «Dopo cinque anni, da quando Grillo ha attraversato a nuoto lo Stretto, non può essere più considerato una novità ed è finita anche l’epoca della verginità politica. Il M5S incarna una idea della politica che mira a mettere insieme tutte le forme di protesta, anche opposte tra loro, per raccogliere consenso. Gli manca però una idea di governo ed è per questo che dove hanno governato hanno fallito. Non possiamo mettere la Sicilia nelle mani di chi con tutta evidenza la distruggerà».

Orlando guarda dunque con preoccupazione fuori dal Pd, ma guarda con una dose di autocritica anche dentro il partito democratico, dove sta conducendo una personale battaglia per riuscire «a ricostruire un rapporto con le forze che stanno alla nostra sinistra. Ormai – ha sottolineato- lo possiamo fare solo dopo le elezioni perché prima è stato commesso un errore». Il riferimento è ovviamente alla rottura con MdP che ha deciso di correre da solo schierando in campo Claudio Fava – sostenuto da un’unica lista, “Cento Passi per la Sicilia” – e spaccando il centro-sinistra: «E’ una stupidaggine – ha detto Orlando – pensare che la rigenerazione della sinistra passi attraverso la sconfitta del Pd. Dobbiamo costruire una coalizione che unisca il centro-sinistra e guardi non solo alla Sicilia ma a tutto il Paese». E quando l’ex consigliere Tani Isaja, candidato nella lista, poi esclusa, Acipelago gli ha fa notare che bisognerebbe parlare con Renzi, che divide invece di unire, Orlando ha immediatamente ribattuto: «Ci parlo quotidianamente e mi faccio anche sentire».

A proposito dell'aspirante presidente Micari, Orlando lo ha definito «una persona libera, che non è ostaggio neppure della sua coliazione perché non lega il suo destino alla politica».

In vista dell'appuntamento con le urne di domenica prossima, prima di andare via il ministro ha voluto lanciare un messaggio a tutti coloro che erano presenti nella saletta del Palacultura: «Dobbiamo convincere le persone ad andare a votare e a votare Pd. Se c’è un dato veramente importante venuto fuori dai sondaggi non è quello che riguarda i rapporti tra le coalizioni, ma quello relativo alle persone che non andranno a votare, più della metà degli aventi diritto, ¼ degli elettori non sa neanche che giorno 5 novembre si vota. Dobbiamo lavorare per un rush finale che ci porti ad un risultato diverso da quello che si pensa, anche in chiave nazionale».

Un appello a utilizzare questi ultimi giorni «per cercare voti e convincere le persone » è arrivato anche dal candidato Giglia – sponsorizzato dall’area ex Ds del Pd, in primis dal deputato uscente Filippo Panarello: «Indietro – ha detto Giglia – non possiamo tornare, in questi anni sono stati fatti grandi progressi in Sicilia».

In prima fila ad ascoltare Il ministro Orlando, c’erano anche il neo commissario della Città Metropolitana Calanna; l’ex presidente della Regione Campione, gli ex parlamentari Bottari, Messina e Mangiapane; l’ex vice-sindaco Antonio Saitta.

Danila La Torre