Il futuro del Vittorio Emanuele ed un commissario con “licenza di uccidere”

Sin dalla fine dello scorso anno Crocetta ha dispensato promesse ed ottimismo per la rinascita del Teatro Vittorio Emanuele, al punto da volere lì la convention elettorale in occasione delle Politiche, il 15 febbraio. Adesso il rischio è che il commissario del Cda dell’Ente da lui nominato, Rosario Cultrona abbia licenza di uccidere, che nel caso del Vittorio Emanuele equivale allo scioglimento per inattività il 31 dicembre.

L’incontro col commissario sollecitato dal Presidente Maurizio Puglisi ed al quale saranno presenti le 4 sigle sindacali che per mesi si sono battute, Slc Cgil, Uilcam Uil, Fials-Cisal e Sadirs (Giuseppe Di Guardo, Antonio Di Guardo, Carmelo Tavella e Osvaldo Smiroldo), ci sarà anche la Fistel Cisl è slittato a mercoledì, ma nel frattempo le nubi sul cielo dell’Ente continuano a diventare sempre più nere. Già Puglisi si era lamentato di un comportamento da parte di Cultrona che esula da quanto previsto dal suo ruolo, travalicando quello del Presidente, ma uno scambio di mail (dal momento che il commissario finora è venuto solo una volta) ha chiarito che lo scioglimento dell’Ente è un rischio che Messina corre seriamente se non sarà riacceso il motore e realizzate attività entro fine anno. Nelle intenzioni del commissario del Cda, che in quanto tale paradossalmente ha “numericamente” più voti del Presidente (rappresentando l’intero organo) pur non avendone i poteri, quel che resta di una stagione musicale ormai saltata può essere organizzata “al risparmio”, ignorando i nostri artisti e attingendo al bacino del Bellini di Catania e del Massimo di Palermo, in piena logica colonialistica. All’appello accorato di Puglisi che preme per avviare le stagioni artistiche del Vittorio e iniziare il percorso di rinascita, attraverso una mail Cultrona risponde che “ci sta già pensando lui da tempo” avendo avviati serrati contatti con il commissario del teatro Bellini per ottenere, a costo zero, uno spettacolo nei giorni successivi alle serate catanesi. Dal Bellini quindi arriverebbe la Bohème e dall’Orchestra sinfonica di Palermo un secondo evento. Nel frattempo, secondo questa logica, orchestrali, maestranze ed artisti messinesi, starebbero con le braccia conserte in attesa che la Regione certifichi di conseguenza l’inattività dell’Ente e ne giustifichi pertanto lo scioglimento.

“Per la città questo equivarrà alla perdita della sua tradizione teatrale e del suo Teatro- commenta amaramente Giampiero Cannata, uno degli orchestrali- Tutto questo sta accadendo sotto il più totale silenzio, che si traduce in un bene stare (silenzio-assenso), dei nostri politici Regionali Messinesi, che a quanto pare, non stanno spendendo una sola parola a nostra difesa, a difesa del Teatro istituzionale di Messina. Del resto anche le differenze di trattamento economico e non solo, tra noi, Catania o Palermo, sono evidenti se guardiamo ai finanziamenti erogati dalla Regione Sicilia”.

In sintesi la strategia del commissario Cultrona, senza neanche incontrare il Presidente ed i sindacati, per far rinascere il Teatro, consisterebbe nel portare a Messina gli spettacoli e gli artisti dei teatri di Catania e Palermo, facendo così un grande regalo ai due Enti e dando il colpo di grazia al Vittorio Emanuele ed a chi ci lavora da una vita intera. Per non parlare dello schiaffo alla città, ma a questo ci siamo abituati. Tutto lascia intendere che mercoledì sarà un incontro di fuoco e che i sindacati daranno battaglia. Nel frattempo il Presidente Puglisi ha incontrato Accorinti ribadendogli la necessità di nominare due (sui tre inizialmente previsti) consiglieri del Cda, mentre un altro dovrebbe essere di competenza della Provincia, in modo da arrivare a quota 5 consiglieri (tenendo conto di Cultrona), consentiti dalla nuova normativa regionale ed evitare che fino a dicembre il pallino resti solo in mano al commissario. Con un Cda operativo il percorso di rinascita potrà essere avviato e nel contempo anche le strategie per evitare che la Regione scriva il de profundis sull’Ente.

Sull’argomento si registra anche l’intervento della Fistel-Cisl: “Vorrebbero ridurre il nostro Teatro a un semplice contenitore di opere prodotte da altri- scrive Luigi Risitano, segretario provinciale- Se così fosse resterebbero illusioni le speranze occupazionali di professori e tecnici esterni e sarebbe a rischio anche il livello occupazionale già esistente. Per non parlare del danno economico che tutto l'indotto verrebbe a subire. Vorremmo sapere cosa ne pensano i deputati messinesi e cosa intendono fare”.

Prossima tappa di una vicenda che sembra ormai una farsa è mercoledì, con il confronto con il commissario. Giovedì è poi previsto un incontro con il sindaco Accorinti alla luce di quanto emergerà.

Rosaria Brancato