Oltre 26 milioni di debiti per Comune-Ato3, pronta la delibera con il piano di rientro

I debiti del Comune con l’Ato3 si accumulano da anni e rischiano di trascinare Palazzo Zanca nel baratro. Il salvagente potrebbe essere il fondo regionale di rotazione per i debiti degli Enti locali verso le Ato, a Palermo attendono solo la delibera che faccia partire l’iter per l’anticipazione delle somme. Un “prestito” che il Comune restituirà nei prossimi dieci anni. A Palazzo Zanca sono stati giorni frenetici per riuscire a quantificare il debito ma soprattutto per cercare di giungere alla transazione tra Ato3 e Messinambiente. L’accordo non è stato raggiunto, è stato però quantificato il monte debiti del Comune nei confronti dell’Ato e la delibera è stata ultimata, pronta per approdare in aula.

La delibera è la numero 74 datata 9 agosto 2013, è stata proposta dal vicesindaco e assessore al Bilancio, Guido Signorino, e dall’assessore all’Ambiente, Daniele Ialacqua, e ricalca in molte parti quella che era stata presentata nei mesi scorsi dal Commissario Croce. Nel documento vengono elencate nel dettaglio tutte le voci che rispondono alla parola “debiti”. Il ruolo dei consiglieri comunali sarà approvarla o meno. Tenendo presente che da quella dipende la raccolta dei rifiuti in città, considerato che Tirrenoambiente e la discarica di Mazzarrà non ce la fanno più ad andare avanti e hanno già dato un ultimatum preciso che scade domani.

Dal documento emerge che l’importo complessivo che il Comune deve all’Ato3 ammonta a 26.837.604 euro, cifra composta da debiti fuori bilancio, anticipazioni pregresse e transazioni che risalgono al passato. Per comprendere meglio basta scorrere i punti della delibera in cui vengono elencate le varie voci nel dettaglio. Con il documento si chiede di riconoscere 14.637.604 quale legittimo debito fuori bilancio per i servizi resi per gli anni 2007,2009, 2010 e 2011, più 3.217.106 relativi alla transazione approvata il 29 dicembre 2006 Ato-Comune. Altri 3.782.893 quale somma già erogata dalla Regione come anticipazione per quella stessa transazione, ulteriori 5.200.000 frutto di un’altra anticipazione concessa dalla Regione al Comune di Messina. Il totale fa 26.837.604. Questo, secondo il documento, il monte debitorio del Comune nei confronti dell’Ato3. Ma attenzione: i dati riguardano servizi e attività fino al 2011, è stato lasciato da parte il 2012. Se la Regione non dovesse finanziare il debito per l’intero importo, il Comune dovrà procedere al reperimento delle eventuali somme a carico del bilancio comunale. Se invece lo farà le modalità di restituzione del “prestito” sono elencate nel Piano di rientro dal debito allegato alla delibera e che dunque dovrà a sua volta trovare l’ok del Consiglio Comunale. Il documento prevede la restituzione in dieci anni, con una quota annuale da 2.683.760 già a partire dal 2013 e fino al 2022. Già stabilita anche le ripartizione delle somme che prevede 520mila euro annui dei 5.200.000, 379.893 fino al 2022 a fronte dell’anticipazione del 22 dicembre 2011, 1.785.471, sempre annui, dei 17milioni.

Altro passaggio che sarà al vaglio del Consiglio: il debito complessivo indicato nel piano troverà spazio nel bilancio di previsione del corrente esercizio finanziario e nei bilanci annuali di previsione successivi per la durata del piano.

Sul documento si sono espressi con parere positivo la Ragioneria Generale e il Dirigente Antonino Cama, manca invece il parere del Collegio dei Revisori dei Conti che hanno chiesto l’integrazione di alcuni documenti mancanti, come la certificazione che l’Ato3 deve produrre per riconoscere i debiti inseriti nel Piano. Un parere vincolante, senza il quale la delibera non potrà neanche entrare in Consiglio Comunale. E a proposito di Consiglio, pareva che ci sarebbe stata una nuova seduta immediata per discutere il documento. Ma, ha spiegato la presidente Emila Barrile, nella delibera non è stato specificato che si dovrebbe trattare di una seduta con carattere d’urgenza, quindi ha attivato l’iter normale che porterà il primo consiglio dopo il la breve pausa estiva. A questo punto dovrebbe “saltare” il Consiglio che rischiava di riunirsi il 13 agosto.

Dunque sembra ormai difficile riuscire a prevedere con esattezza cosa accadrà. La certezza è che Messina ha bisogno di quei soldi, perdere l’opportunità sarebbe da irresponsabili. Soprattutto adesso che si rischia seriamente di sprofondare

Francesca Stornante