Bluferries incontra Accorinti e Cacciola a Roma. Ma le posizioni restano invariate

Un passo concreto per tentare di avvicinare le parti. Il ministro ai Trasporti, Maurizio Lupi, aveva chiesto ai vertici di Bluferries di fissare un incontro immediato con il sindaco Accorinti per trovare una soluzione condivisa al problema della terza nave in servizio al porto storico. Da entrambi i lati, però, era arrivata solo una conferma delle proprie posizioni. Il vettore pubblico confermava di sospendere a partire dal 29 settembre un servizio considerato anti economico, l’amministrazione comunale ribadiva di non trovare alcun nesso con l’ordinanza anti tir.

L’incontro lo ha allora convocato direttamente il capo di gabinetto del ministero, Giacomo Aiello. A Roma erano presenti il sindaco Renato Accorinti, l'assessore alla viabilità, Gaetano Cacciola, il sindaco di Villa San Giovanni, Rocco La Valle, l'amministratore delegato di Bluferries, Giuseppe Sciumè, l'amministratore delegato della Caronte e Tourist, Vincenzo Franza, ed il dirigente generale del ministero, Enrico Pujia.

Anche questa volta, però, non ci sono novità concrete. Solo proposte, che sembrano di difficile attuazione mentre il tempo stringe.

Bluferries ha ribadito l'assoluta indisponibilità a ritornare sulla decisione, adducendo motivi di insostenibilità economica del servizio in mancanza di tir da trasportare e chiedendo, di conseguenza, all'amministrazione comunale di Messina di eliminare il divieto.

Il sindaco Accorinti ha escluso, nella maniera più assoluta, che i tir possano riprendere a passare dal centro cittadino: “Finalmente, dopo più di tre anni di lavori e decine di milioni di euro pubblici investiti – ha dichiarato – è stata attivata la seconda invasatura di Tremestieri che è l'unico porto adibito al traffico dei mezzi pesanti. Il regime delle deroghe è finito ed è invece iniziata l'era in cui la qualità della vita dei cittadini e la loro sicurezza viene definitivamente rispettata”.

L'assessore Cacciola ha precisato inoltre che “non c'è alcuna nuova ordinanza del sindaco che ha imposto l'alt ai tir al porto storico, ma si è semplicemente concluso un lungo percorso di lavori infiniti che adesso consentiranno alla città di respirare. Mettere in relazione quindi – ha aggiunto – la sospensione della corsa con lo spostamento di tutti i tir a Tremestieri è improprio e scorretto”.

Respinta, dunque, la proposta di Bluferries, il sindaco Accorinti ha avanzato una controproposta direttamente all'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Maurizio Gentile, intervenuto nel frattempo alla riunione. “Per garantire la continuità territoriale, priorità assoluta ed irrinunciabile – ha ribadito Accorinti – si dovrebbe consentire che le quindici corse andata e ritorno delle navi delle Ferrovie che giornalmente coprono la tratta Messina Marittima – Villa San Giovanni, e che attualmente imbarcano esclusivamente i passeggeri dei treni che trasportano, ospitino anche altri passeggeri, pendolari e non, risolvendo così in maniera semplicissima il problema. Ci aspettiamo adesso che qualunque impedimento venga risolto – ha continuato il sindaco – e che rapidamente si giunga alla soluzione”.

Nell'attesa che Ferrovie dello Stato valuti la decisione, Accorinti ha ricordato che “anche in questa occasione facciamo proposte sensate, nell'interesse del bene primario collettivo, che in questo caso è la continuità territoriale. Lo Stretto necessita di investimenti importanti ma, prima di tutto, il popolo dello Stretto esige rispetto. Invece che tirar fuori la favoletta del ponte, si pensi con ferma determinazione a risolvere i problemi atavici che ci portiamo appresso. Noi non tradiremo gli impegni che abbiamo preso con i messinesi, fuori i tir dalla città e diritto alla continuità territoriale, nessun passo indietro".

Più che sul traffico pedonale, però, il problema sussiste per il più redditizio traffico leggero, appannaggio al 90 % di Caronte e Tourist e solo per il 10 % di Bluferries. L’unica soluzione per recuperare i costi di esercizio sarebbe quella di ridurre questo enorme gap. Nelle attuali condizioni, con il costo del biglietto a 37 euro per i privati e 40 euro per il pubblico e una diversa cadenza delle corse, sembra impresa ardua.

Consentire nuovamente l'accesso ai passeggeri sulle navi ferroviarie, vorrebbe dire risolvere in parte i problemi legati all'attraversamento pedonale, visto che gli orari delle navi sono legati anche ai ritardi dei treni, ma resterebbe pur sempre una soluzione tampone. La terza nave andrebbe comunque persa, si consegnerebbe il 100 % del traffico automobilistico a Caronte e Tourist e, soprattutto, resterebbe la grana posti di lavoro.