Papabili a sindaco del centro-sinistra, scoppia lo “scontro” tra gli Ordini professionali

D’accordo che è quasi primavera ma ormai assistiamo ad un fiorire quotidiano di candidature, non passa giorno che non spunti un nome nuovo che va ad aggiungersi ad una schiera di aspiranti. A sinistra poi la fioritura è a dir poco straordinaria, sarà merito del concime e dell’aria. Nelle ultime ore si può parlare anche di uno scontro tra ordini professionali. Già, perché nella forsennata ricerca del “nome giusto” di quello che dovrebbe mettere tutti d’accordo in virtù della sua “straordinarietà”, i partiti della coalizione del centro-sinistra hanno deciso di andare a pescare tra gli ordini professionali, che sono garanzia di competenza, professionalità e inappuntabilità. Così, se Francantonio Genovese ha iniziato a guardare con simpatia il presidente dell’ordine degli ingegneri Santi Trovato, gli risponde dall’altra parte Lumia che sussurra all’orecchio di Crocetta il nome di Enrico Spicuzza, presidente dell’ordine dei commercialisti, ben visto da Croce e Dalmazio che infatti l’hanno voluto alla guida dell’Atm. A questo punto il Dpr del gruppo Picciolo-Greco non poteva mica restare con le mani in mano e pare stia pensando di rilanciare sul tavolo dei papabili. Ma se ci aggiungi che nei giorni scorsi è uscito anche il nome di Vincenzo Ciraolo, vicepresidente dell’ordine degli avvocati, gradito a Genovese, non restavano molti ordini professionali a disposizione. Così Picciolo pare stia iniziando a fare un pensierino su Michele Caudo, presidente dell’ordine dei medici. A conti fatti resterebbero scoperti l’ordine dei giornalisti e quello degli architetti, ai quali potrebbero cominciare a guardare gli altri alleati del centro-sinistra per non essere da meno, il Centro democratico, Sel e Psi.

Ironia a parte la situazione è davvero allarmante perché assistiamo ad un gioco al massacro, con le basi dei rispettivi partiti che lavorano alle primarie ed i vertici che vanno in direzione opposta, alla ricerca del nome che metterebbe a tacere tutti. A difesa delle primarie interviene oggi il consigliere comunale Paolo Saglimbeni , Pd, che ribadisce come il metodo non possa essere messo in discussione “Se i leader della coalizione dovessero convergere unitariamente su un nome- scrive Saglimbeni- avrebbero il dovere di presentarlo e farlo vincere alle primarie per legittimarne la candidatura. Il programma deve essere il primo biglietto da visita del candidato, sbagliano quindi i tanti aspiranti sindaci, che invece insistono nell’imporre la loro candidatura a prescindere.”

Restando nel centro-sinistra c’è poi la posizione di Sel che difende a spada tratta le primarie e pone dei paletti alla predisposizione delle liste, secondo un codice etico che escluda quanti siano coinvolti in azioni giudiziarie per reati contro la pubblica amministrazione. Resta da chiedersi che tipo di convivenza potrà esserci con l’Udc, ed anche in casa centrista ci sono molte perplessità su un’alleanza alla quale si è detto già no sia alle regionali che alle Politiche.

"Non esprimiamo alcun pregiudizio nei confronti dell'UDC – spiegano – ma chiediamo un giudizio fermo e negativo sull'amministrazione Buzzanca e sulla Provincia e che non vengano riproposte candidature di soggetti che hanno avuto ruoli di rilievo nell'amministrazione guidata dal sindaco Buzzanca".

Il ragionamento di Sel fa almeno due crepe, la prima quando non viene chiesta all’Udc, come unica pregiudiziale che ci si aspetterebbe in nome della coerenza l’immediata uscita dall’amministrazione di centro-destra Ricevuto, la seconda quando si escludono candidati che abbiano fatto parte della giunta Buzzanca e non di quella Ricevuto, come se vi sia differenza tra le due amministrazioni. Ricordiamo a Sel che sono entrambe di centro-destra e che l’Udc ha espresso assessori in entrambi i Palazzi quindi non si capisce perché gli ex giunta Buzzanca risulterebbero incandidabili e gli ex giunta Ricevuto no, quasi fosse una questione di antipatia e non politica.

Rosaria Brancato