Trischitta: “I Faranda non hanno rispettato gli impegni. Revochiamo la delibera”

“Hanno preso in giro tutti, il Consiglio comunale, gli amministratori, la città intera. E ci siamo cascati perché eravamo sotto pressione”. Mentre gli ex Triscele sperano in un miracolo di Natale e nell’intervento del prefetto Trotta, il vicepresidente del Consiglio comunale Giuseppe Trischitta non ha visto di buon occhio il comportamento dei Faranda, che quanto a fatti concreti sono rimasti al 2011. L’esponente di Fli ha proposto all’Aula di revocare la delibera con la quale il Consiglio approvava il cambio di destinazione d’uso dell’area dove sorge la fabbrica in via Bonino.

“Noi consiglieri abbiamo approvato quella delibera sotto pressione, convinti che i Faranda avrebbero rispettato gli impegni presi, e cioè spostato la produzione in un altro sito e garantito l’occupazione dei lavoratori. Invece non è andata così”.

In quei giorni in effetti il Consiglio Comunale non era molto entusiasta di cambiare la destinazione d’uso dell’area, aprendo le porte così all’ennesima speculazione edilizia, avviata già con i Granai (al posto dei Molini Gazzi), e consentendo al gruppo Faranda di realizzare, al posto della fabbrica della storica Birra Messina, un complesso residenziale. A convincere il Consiglio, oltre alla presenza dei lavoratori che avevano occupato l’Aula durante le sedute, l’impegno formale preso dagli imprenditori di garantire la dislocazione della produzione in un’altra area ed il mantenimento dei livelli occupazionali dopo aver ottenuto il via libera alla costruzione delle palazzine. Che non sia andata così lo dice la cronaca quotidiana, perché del Piano industriale non c’è traccia, così come non c’è luce in fondo al tunnel per i lavoratori, finiti in cassa integrazione.

“Noi abbiamo fatto la nostra parte e anche gli amministratori- continua Trischitta- perché la delibera era subordinata a quell’impegno. L’abbiamo fatto per i lavoratori e non certo per fare un favore ai Faranda. Ora però ci sentiamo presi in giro, perché non abbiamo alcuna indicazione sul sito della nuova fabbrica né su altro. Invece gli imprenditori hanno già presentato il progetto per il complesso residenziale, affidato alla Gmc, e che prevede la costruzione di 350 appartamenti, con un profitto di 11 milioni di euro ed un’operazione da 50 milioni di euro. Oltre agli appartamenti è previsto un parco di 8 mila metri quadrati ed alcuni locali destinati ad uffici giudiziari”.

Il consigliere di Fli vuol proporre quindi una “marcia indietro” sull’autorizzazione alla destinazione d’uso, dal momento che era subordinata al rispetto degli impegni, oppure, in alternativa, che i Faranda diano seguito in modo concreto alle promesse e diano risposte immediate a chi ha perso il lavoro e adesso anche le speranze.

Rosaria Brancato