Il terremoto Mantineo risveglia l’attenzione sui servizi sociali, fondi Pac da salvare

Bocche cucite per quasi tutta la giornata, porte chiuse, riunione fiume. In un Comune praticamente deserto ieri il lungo incontro tra il sindaco Renato Accorinti e l’assessore dimissionario Nino Mantineo, un secondo round dopo il vertice convocato il giorno della vigilia di ferragosto con l’intera giunta per provare a limitare i danni del terremoto scatenato dalla lettera di Nino Mantineo. Un documento pesante nei confronti del primo cittadino e dei colleghi assessori, accusati di averlo lasciato solo e di non averlo supportato nelle difficili scelte da prendere per dare un’organizzazione diversa al delicato settore dei servizi sociali. Un documento pesantissimo nei confronti del segretario generale Antonio Le Donne e dell’ex dirigente ai servizi sociali, oggi vice segretario generale, Giovanni Bruno, che Mantineo individua come i principali responsabili dello stallo e dei fallimenti dei servizi sociali, soprattutto per quella riorganizzazione del Dipartimento di cui tanto si è parlato in questi due anni ma che non si è concretizzata.

In realtà però qualcosa è avvenuto. Proprio negli ultimi giorni di luglio, prima che a Palazzo Zanca venissero rimodulati i dipartimenti affidati ai dirigenti, Giovanni Bruno ha siglato una determina con cui ha ridisegnato proprio l’organizzazione del dipartimento, assegnando ai quattro funzionari amministrativi la direzione di precisi servizi da gestire e personale da impiegare in quei compiti. Voci di corridoio dicono che la pubblicazione della determina abbia scatenato un profondo malcontento sia all’interno del dipartimento, soprattutto tra le assistenti sociali, che fuori, tanto che pare che neanche l’assessore abbia gradito questa riorganizzazione che non ha minimamente toccato quelle che invece dovevano essere le priorità, a cominciare dalla rotazione dei funzionari.

All’incontro di ieri nella stanza del sindaco c’erano infatti anche il dirigente Bruno, il segretario Le Donne, il vicesindaco Guido Signorino. Un faccia a faccia iniziato intorno alle 10 e andato avanti fino al pomeriggio. Durante la prima parte della riunione si è discusso soprattutto di fondi Pac, sia dei 4,5 milioni di euro che Palazzo Zanca avrebbe già a disposizione ma che non è ancora riuscito a spendere, sia dei nuovi fondi a cui si potrebbe accedere semplicemente presentando dei progetti. C’erano anche la nuova dirigente ai servizi sociali Letteria Pollicino, il dirigente Di Leo in sostituzione del ragioniere generale Cama, l’ingegnere Di Bella e l’architetto Antonuccio della manutenzione stabili comunali e la dottoressa Cianciolo responsabile proprio dei fondi Pac. La priorità sarà non perdere questi finanziamenti e quello di ieri è stato il primo di altri incontri che seguiranno nelle prossime settimane per riattivare la linea di finanziamento e la progettazione, anche se il problema è già noto da tempo. Praticamente un anno fa, infatti, scoppiò la prima bufera tra Mantineo e Bruno, proprio per una nota in cui il dirigente faceva presente l’impossibilità di gestire la programmazione Pac per mancanza di personale.

Sul piano politico adesso sarà tutto da decidere. Le dimissioni di Mantineo finora sono state circondate dal silenzio dei gruppi che sostengono l’amministrazione Accorinti, sia Indietrononsitorna che Cambiamo Messina dal Basso non si sono ancora espressi né sull’addio dell’assessore ai servizi sociali, né sui motivi che l’hanno spinto a farlo. Ricordiamo però che negli ultimi tempi soprattutto Cambiamo Messina dal Basso era entrato più volte in conflitto con Mantineo, ad esempio quando sono stati lasciati andare in fumo i fondi per il settore o quando le rette degli asili nido sono state aumentate anche per le famiglie indigenti. Dunque probabilmente la sua uscita di scena non avrà fatto versare fiumi di lacrime neanche “in famiglia”.

Le reazioni continuano invece ad arrivare da altri lati. A commentare la scelta di Mantineo è la consigliera comunale Daniela Faranda che in quella lunga lettera ritrova molte delle cose che in questi due anni ha più volte segnalato, fino all’ultimo grido d’allarme lanciato nel corso dell'ultima seduta di VI commissione mercoledì 12 agosto. “Da tempo ci si attendeva che nella tanto decantata riorganizzazione dei dipartimenti venisse contemplato anche quello dei servizi sociali ed invece nulla è cambiato nella gestione dei servizi, nelle modalità di affidamento, nessuna rivoluzione, nessuna innovazione, niente che lasciasse intravedere una svolta epocale. In uno dei dipartimenti più difficili ed impegnativi, che richiede competenze specifiche e dedizione totale, viene assegnato ad interim un dirigente oberato da tanti gravosi incarichi, compreso quello di vice segretario generale. L'ultima anomalia, il fatto che alla mia lunga interrogazione sulla organizzazione del dipartimento non ha risposto, come sarebbe logico, l'assessore Mantineo ma proprio Bruno che pochi giorni prima di lasciare l'incarico ha riorganizzato tutti i servizi ed il personale del dipartimento stesso, affidando ad amministrativi ciò che per ovvie ragioni è di competenza del personale tecnico (assistenti sociali) peraltro in numero davvero esiguo ed il cui ruolo si è ormai ridotto a a quello di mero esecutore, fatto questo che lascia comprendere il grado di attenzione dedicato alla complessa problematica”. La Faranda segnala come in questi due anni non ci sia stato nessun indirizzo politico, nessuna traccia di azioni incisive da parte di un assessore che certamente conosce molto bene il settore. “In una città ormai alla deriva, dove sembra non esserci una guida credo sia giunto il momento che il Sindaco si interroghi seriamente su quale ruolo stia giocando la sua giunta nel decadimento di Messina e, sul dato politico che ormai emerge in tutta la sua crudezza, prenda coscienza e decida se veramente vuole fare il Sindaco o continuare a giocare”.

A dire la sua anche l’Area Riformista Pd che vuole puntare l’attenzione non tanto sulla gestione del settore quanto su quali politiche sociali servano alla città di Messina. Secondo Domenico Siracusano “senza stabilire quali politiche, che partano da una analisi rigorosa dello status quo, è impossibile darsi delle priorità. I servizi e la loro gestione rappresentano l'esito di un percorso. La città è profondamente mutata in questi ultimi vent'anni ed è inimmaginabile perpetuare un approccio che rischia di essere superato dai cambiamenti del contesto socio-economico. Occorre aggiornare un’analisi profonda del contesto per comprendere quali siano le emergenze reali. E, quindi, applicare un approccio fortemente innovativo alle politiche e ai soggetti del welfare locale”. Secondo i riformisti del Pd si tratta di una sfida cha va condotta con un grande e reale percorso partecipativo. “Capacità di ascolto dei bisogni, a partire dalle tante associazioni che difendono e promuovono diritti dei soggetti svantaggiati, ma anche coinvolgimento degli attori che hanno sin qui operato sul campo. Il mondo della cooperazione sociale non è tutto marcio e le lavoratrici e i lavoratori dei servizi sociali hanno costruito esperienze e professionalità. Non si può immaginare di cambiare le politiche sociali senza coloro che ne sono, a diverso titolo, coinvolti. La centralità delle politiche sociali è determinante. Un passaggio decisivo per il rilancio di Messina”.

Francesca Stornante