Cronaca

Via S. Marta: una discarica di rifiuti tra Art Déco, Art Nouveau e Godot…

In effetti, se non si prestasse un po’ di attenzione, potrebbe essere scambiata per un’autentica opera d’arte inopinatamente “abbandonata” alla base di un enorme cartellone pubblicitario. Un pot-pourri di cimeli di quell’Art Déco, ad esempio, che in Europa contraddistinse le arti decorative, visive, la moda e l’architettura durante il periodo che va dal 1919 al 1930 e che negli Stati Uniti si prolungò fino al 1940.

Rifiuti di ogni genere

Certo, sul marciapiede di via Santa Marta, nei pressi di Piazza Trombetta, ci sono anche infissi satinati, ben decorati, sedie colorate e intarsiate, suppellettili di varie e gustose fatture, ma definirle… Art Déco ci sembra davvero inopportuno. Tale nuovo “movimento artistico” dall’influsso tutto messinese, depositato senza alcun ritegno da mano ignota, è tra l’altro “condito” anche da rifiuti di ogni genere ed erbacce; ma non va di certo confuso neanche con quell’Art Nouveau nota in Italia anche come stile “floreale” o Liberty.

Discarica in pieno centro

Si tratta solo di un’autentica discarica a cielo aperto in pieno centro, insomma, che deturpa una zona già di per sé penalizzata dalla mancanza di un operatore ecologico che ne curi l’aspetto, così come avveniva fino qualche tempo addietro.Non rimane, quindi, che sperare che questo indecoroso “spettacolo”, questo “teatro dell’assurdo”, venga presto eliminato.

….aspettando Godot….

“Aspettando Godot”, direbbe qualcuno a tal proposito, in riferimento alla condizione dell’attesa. Ma crediamo che non sia necessario scomodare il grande Samuel Beckett per bonificare una banchina frequentata giornalmente da centinaia di persone che sono costrette, giocoforza, a scendere pericolosamente in strada per evitare quell’“artistico” cumulo di rifiuti e suppellettili.

Basterebbe, viceversa, un po’ di buona volontà e un piccolo sforzo da parte di qualche dipendente del settore della nettezza urbana. E, ovviamente, un po’ di buona educazione da parte dei cittadini “sporcaccioni” nel loro dna.