Reti di contenimento usurate. Cadono calcinacci verso le abitazioni sottostanti

La gara è stata aggiudicata lo scorso 18 dicembre. La Toto Costruzioni Generali, che ha vinto l’appalto, inizierà a breve ad operare per la messa in sicurezza del viadotto Ritiro. Il problema è che nel frattempo non si arresta la caduta di calcinacci, anche di dimensioni rilevanti. Le reti di contenimento, che erano state collocate, sono ormai anch’esse divelte e fatiscenti ed i residenti nella parte sottostante al viadotto temono per la propria incolumità.

E’ per questo che il consigliere della V circoscrizione, Bernardo Fama, si rivolge al sindaco Renato Accorinti, chiedendo di intimare al Consorzio Autostrade l’immediata ricollocazione delle reti di contenimento nei tratti in cui sono usurate. “Non si aspetti la disgrazia – afferma – per poi dover far esprimere la Magistratura in merito a quello che si sarebbe dovuto fare per evitarla”.

I lavori sul viadotto, tra l’altro, dureranno almeno fino al 2017 e sarà necessaria l’evacuazione temporanea di alcune abitazioni. “Si predisponga da subito – prosegue il consigliere – lo studio di un piano complessivo di evacuazione, accoglienza ed assistenza dei cittadini interessati (con particolare cura dei diversamente abili), onde evitare che una mancata idonea programmazione possa mettere in ulteriore disagio le famiglie interessate, peraltro già conosciuto in occasione dei precedenti allontanamenti forzati del 2011 e 2012, per i lavori allo svincolo di Giostra”.

Fama ricorda anche che, per quei lavori, solo alcuni proprietari sono stati indennizzati per il deprezzamento delle proprie abitazioni, mentre altri aventi diritto non avrebbero percepito nulla nonostante la disponibilità dei fondi.

Ecco perché il consigliere chiede al sindaco Accorinti ed all’assessore ai lavori pubblici, Sergio De Cola, di dare l’immediata disposizione all’Ufficio Espropriazioni, diretto dall’ing. Natale Castronovo, di attivare le procedure di liquidazione delle indennità di deprezzamento agli interessati non ancora saldati, sanando la disparità con chi ha invece già percepito le somme spettanti.