Tutti i numeri della Tari 2015: ecco perché costa tanto. A Verona le famiglie pagano la metà

I numeri non mentono. E basta spulciarli per rendersi conto del perché la spazzatura messinese costa tanto. Anche quest’anno la Tari ha messo a nudo le troppe falle di un ciclo rifiuti che in questo 2015 ha sfondato il tetto dei 45 milioni di euro, una cifra record che se si torna indietro di appena due anni, a quell’odiatissima Tares che fece scendere in piazza centinaia di cittadini arrabbiati per una tassa rifiuti troppo alta. Quest’anno la sorpresa è stata ancora più amara. Perché la Tari 2015 approvata appena due giorni dal consiglio comunale sarà una stangata per i messinesi che tra circa un mese riceveranno i primi bollettini. L’assessore Guido Signorino ha provato a gettare acqua sul fuoco assicurando che gli aumenti non saranno così pesanti come si teme, visto che in questo anno l’attività di contrasto di evasione ha permesso di ampliare la platea dei contribuenti, questa però non è certo una consolazione per chi comunque si ritroverà a pagare una Tari di almeno 30 euro in più rispetto ad un anno fa. E tutto questo a fronte di un servizio che non è minimamente migliorato, con emergenze che per settimane hanno tenuto sotto scacco la città, con Messinambiente e Ato3 sempre in liquidazione ma ancora ferme lì a gestire il ciclo dei rifiuti, con un progetto di Multiservizi che ancora non decolla. E’ vero che la differenziata è salita al 10%, è vero che in cantiere c’è il nuovo progetto di porta a porta, è vero che l’Amam si prepara a raccogliere l’eredità disastrata del settore rifiuti, è vero che in questo 2015 Messina ha dovuto scaricare i rifiuti fuori provincia, macinando chilometri per raggiungere Motta S. Anastasia, ma è anche vero che i cittadini si aspettavano quei risparmi tanto annunciati dall’amministrazione Accorinti e che invece si ritroveranno a pagare la tassa rifiuti più costosa degli ultimi anni. Non consola neanche sapere che proprio il problema discarica ha messo in ginocchio anche tutti gli altri comuni del messinese e che tutti hanno visto la Tari impennare vertiginosamente. Bisogna solo mettersi l’anima in pace, farsi due calcoli e prepararsi a pagare.

Scopriamo però di cosa è fatta questa Tari. Lo rivela il Piano Finanziario che riporta un totale di 45.439.967,34 euro come sempre composto da 3 voci: costi di gestione, costi comuni e costi d’uso del capitale. All’interno di ogni voce il dettaglio delle spese.

Costi di gestione. Si tratta dei costi legati a Messimbiente e si dividono in: 9.051.942,81 euro per spazzamento e lavaggio, 12.091.455,04 euro per raccolta e trasporto, 1.793.572,62 euro per trattamento e riciclo, 2.110.374,88 euro per altri costi (ad es. la gestione delle discariche abusive), 7.139.723,66 per raccolta differenziata, 9.318.435,02 per trattamento e smaltimento.

Costi comuni: sotto questa voce troviamo 904.551,83 euro per costi generali di gestione.

Costi d’uso del capitale: 3.029.911,49 per ammortamenti.

Una somma che in media fa costare i rifiuti ad ogni singolo cittadino messinese la cifra di 187,38 euro, contro medie regionali che da dati Ispra la fissano a 149,03 euro pro capite. Da questo quadro discende la tariffa di igiene ambientale per l’anno 2015 che si divide in parte fissa e parte variabile e che viene ripartita tra utenze domestiche e non domestiche. Anche quest’anno Messina ha scelto di caricare la Tari soprattutto sulle utenze domestiche che dovranno garantire il 70% degli introiti Tari, contro il 30% che invece tocca a tutte quelle non domestiche, quindi ogni tipo di attività commerciale.

Adesso vediamo in concreto quanto pagheranno i nuclei familiari messinesi attraverso la tabella delle aliquote per parte fissa e parte variabile (da moltiplicare per il numero dei mq dell’abitazione):

1 componente: 1,57 euro aliquota variabile; 106,65 euro aliquota fissa.

2 componenti: 1,86 euro aliquota variabile; 178,14 euro aliquota fissa.

3 componenti: 1,92 euro aliquota variabile; 212,30 euro aliquota fissa.

4 componenti: 1,92 euro aliquota variabile; 267,44 euro aliquota fissa.

5 componenti: 1,86 euro aliquota variabile; 314,86 euro aliquota fissa.

6 o più componenti: 1,70 euro aliquota variabile; 356,92 euro aliquota fissa.

Basta prendere una calcolatrice per vedere che per esempio un unico cittadino che vive in un appartamento di 100 mq dovrà pagare 263,65 euro di Tari 2015, una famiglia di 4 persone che vive nello stesso appartamento di 100 mq dovrà invece sborsare 459,44 euro, una di cinque persone addirittura tocca quota 500,86 euro.

Cifre che di certo non faranno fare salti di gioia ai messinesi che con la spazzatura ormai si sono dovuti abituare a convivere. Cifre che fanno impallidire se confrontate con altre città italiane, simili a Messina per densità abitativa, lontane anni luce per qualità dei servizi. A Verona, che conta circa diecimila abitanti in più della città dello Stretto e che ha un piano finanziario dei rifiuti da 44.347.740 euro, un unico componente che vive in 100 mq paga una Tari da 119,521 euro. Una famiglia di quattro persone negli stessi 100 mq paga 197,14 euro, un nucleo di cinque paga invece 212,243 euro. Nonostante un piano finanziario che si differenzia solo per un milione di euro, le famiglie di Verona pagano meno della metà della tassa rifiuti che pagano i messinesi. Questo dipende dal fatto che a Messina il 70% della tassa è sulle spalle delle famiglie, mentre a Verona la percentuale di copertura tra utenze non domestiche e domestiche è pressoché uguale. Il risultato però fa arrabbiare, soprattutto considerato che di certo la qualità dei servizi veronesi vale quei 44 milioni di euro.

Francesca Stornante