Proseguire l’iter o rifarlo: “Il Comune si muova per il secondo palazzo di giustizia”

Il neo commissario Luigi Croce, al momento del suo insediamento, era emozionato per il rientro al lavoro nella sua città. Sicuramente conscio delle difficoltà che lo avrebbero atteso, chissà se immaginava però che le richieste di intervento sarebbero fioccate in pochissimi giorni e su diversi fronti. L’ultima, in ordine di tempo, è quella odierna del consigliere comunale Nello Pergolizzi, che scrive in merito alla procedura relativa al secondo palazzo di giustizia.

Pergolizzi ha analizzato a fondo la documentazione relativa: “Con nota prot. n. 12986 del 2 marzo 2009, il Ministero della Giustizia sollecitava l’Amministrazione Comunale di Messina a formulare una concreta proposta per l’immediata utilizzazione dei fondi per l’edilizia giudiziaria sui quali era stato predisposto e non utilizzato un finanziamento di quasi 18 milioni di euro. Precisava che, trascorso il termine assegnato, il finanziamento (ormai datato, sembra risalente agli anni ’90) sarebbe stato revocato.

La Commissione Manutenzione del Tribunale, dopo avere formato la graduatoria finale tra le ditte partecipanti all’invito – Gruppo GMC S.r.l., Neptunia S.p.a., Arcidiocesi di Messina, Formula 3 S.p.a. – aggiudicava l’acquisto dell’immobile offerto da Gruppo GMC in Via Bonino, ritenendo l’offerta la migliore tra tutte.

Alla aggiudicazione sono seguiti una serie di ricorsi da parte degli altri partecipanti alla selezione rigettati dal TAR con sentenza n. 3701 del 9 settembre 2010. Nelle more dell’appello, in data 11 dicembre 2009, il Comune di Messina ha sottoscritto con Gruppo GMC s.r.l. un compromesso contenente le condizioni e le modalità di vendita. In sede di appello, il C.G.A. di Palermo con sentenza n. 651/2011 del 12 ottobre 2011 ha accolto il ricorso degli altri partecipanti, segnalando nelle motivazioni anche che sarebbe stato necessario investire il Consiglio della problematica in questione trattandosi di materia che interferisce sulle questioni di competenza dello stesso. Da qui, avrebbe quindi suggerito due soluzioni:

– la prima, di una ratifica da parte del Consiglio Comunale, dell’operato della Giunta che aveva scelto la sede di via Bonino per l’opera della Gmc;

– la seconda, di una rinnovazione del procedimento, sin dalla delibera di aggiudicazione illegittimamente assunta dalla Giunta”.

“Da allora, – scrive Pergolizzi – nessun provvedimento è stato adottato in esecuzione della citata sentenza per quanto a mia conoscenza. Ad oggi, pur se da notizie ufficiose si parla di un edificio che dovrebbe sorgere negli spazi liberi di Palazzo Piacentini, nessun provvedimento formale è stato adottato”.. Per converso, questa inerzia dell’amministrazione comunale ha determinato già la revoca parziale del finanziamento (per circa 5 milioni) e, verosimilmente andrà a produrre, quali ulteriori, dirette, conseguenze:

1. La revoca totale del finanziamento che potrebbe essere dirottato altrove;

2. La impossibilità di acquisire al patrimonio comunale una struttura assolutamente necessaria all’amministrazione giudiziaria oggi notoriamente impossibilitata ad operare con le attuali risorse disponibili, ormai al collasso (vedi limitazioni di uso di parti di Palazzo Piacentini);

3. La perdita di una struttura appositamente realizzata e specificamente destinata ad edilizia giudiziaria in un ambito territoriale assai favorevole (oltreché rispondente ai dati dell’invito, anche per la vicinanza al carcere con relative aule ed in prossimità dello svincolo autostradale).

4. La inutilità delle spese di procedimento sostenute e delle spese legali giudiziarie affrontate davanti al Giudice Amministrativo (2 gradi di giudizio) ed al Giudice Ordinario per difendere il provvedimento di scelta dell’amministrazione oggi apparentemente abbandonato;

5. La reiterazione di una enorme spesa annuale per oneri di locazione di strutture sussidiarie (sedi del Tribunale Lavoro, Giudici di pace in Via Malvizzi; Corte d’Appello Lavoro e Ufficiali Giudiziari in Via D. Savio; Archivi in via La Farina) peraltro inadeguate e solo in parte fruibili;

6. Il rischio di risarcimento dei danni in favore della società aggiudicataria”.

“In considerazione di tutto quanto sopra premesso – conclude il consigliere rivolgendosi a Croce -, tenuto conto della colpevole ed ingiustificabile inerzia sin qui manifestata dall’Amministrazione Comunale, e dal sindaco Buzzanca in primis, appare indifferibile per evidenti ragioni di opportunità che Lei si attivi senza dilazione per intraprendere tutte le più incisive iniziative volte a scongiurare il rischio della perdita totale del finanziamento, di un possibile contenzioso che esporrebbe il Comune a possibili pronunce risarcitorie, nonchè a trovare finalmente soluzione ad una annosa vicenda di interesse certamente generale”.