Gestione rifiuti, dieci anni di inchieste

"Compie" dieci anni proprio in questi giorni il capitolo giudiziario che riguarda Messinambiente. Risalgono al 2004, infatti, le pagine più eclatanti degli accertamenti sulla società, su cui i fari della Procura non si sono mai spenti, di fatto. Tra il '98 e il 2004, infatti, il sostituto procuratore della Dda Ezio Arcadi ha portato a compimento l'inchiesta condotta su un doppio binario, penale e amministrativo. Da un lato gli accertamenti sulla contabilità portarono al commissariamento della società da parte del Tribunale, che ne affidò la gestione all'avvocato Antonino Dalmazio. Una gestione provvisoria, per un anno, seguita dalla riconferma della gestione allo stesso Dalmazio, se pur in nuova veste e con più ampi poteri. La sentenza di fatto metteva fine alla forma della partecipata, perché affidava i poteri ad un commissario ed estrometteva il socio privato, la ennese Altecoen dei fratelli Gulino.

Malata era infatti, secondo la Procura, la convezione tra Comune e socio privato, che finiva per triplicare i costi per il partner pubblico, configurando la società partecipata come una semplice scatola vuota, moltiplicatrice degli importi. Nello stesso anno il Gip Alfredo Sicuro rigetta le richieste di arresto avanzate dalla Procura per i vertici della società e diversi dipendenti e dirigenti. Tra gli indagati eccellenti, l'esponente Dc Giuseppe Astone, l'allora Governatore regionale Totò Cuffaro e l'esponente del Pd ennese, Mirello Crisafulli. Il Giudice dispone invece la sospensione temporanea dalle funzioni de tre dirigenti, il Presidente Sergio La Cava, nominato dal Comune, l'ad Antonio Conti e Francesco Gulino della Altecoen.

Due mesi dopo il Tribunale del Riesame da ragione alla Procura, sentenziando che almeno 10 degli arresti richiesti andavano eseguiti. Poco meno di un anno dopo la Corte di Cassazione conferma gli arresti e i tre, insieme ad altri due dirigenti e cinque esponenti mafiosi messinesi vanno in carcere, se pur per pochi giorni, visto il tempo trascorso dai fatti. L'indagine documentava tutti i problemi connessi alla gestione dei rifiuti: la manovalanza criminale tra i ranghi dei lavoratori, la sovrafatturazione del servizio, le pressioni sul consiglio comunale perché non rescindesse la convenzione con la società. Il processo finisce sette anni dopo, il 30 novembre del 2012, con l'assoluzione piena degli ex amministratori e dirigenti di Messinambiente e Altecoen dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Assoluzioni divenute definitive a maggio 2013. Negli anni successivi la Procura torna a più riprese ad occuparsi della vita della società, se pur per singole vicende. Dal contenzioso con l'Ato 3, che contesta le perizie in base alle quali Messinambiente chiede alla società d'ambito il pagamento dei crediti, alle denunce verso i dipendenti, alcuni dei quali vengono licenziati, passando per le dimissioni dello stesso Dalmazio.

Infine, gli accertamenti della Guardia di Finanza sull'IVA relativa agli ultimi tre anni e la recentissima acquisizione di atti da parte dei carabinieri, dopo il pesante dossier del consigliere comunale Zuccarello. (Alessandra Serio)