Cisl, Uil, Fiadel:Pressioni e accordi che strozzano i diritti dei lavoratori

La questione Messinambiente è complicata, in ballo ci sono troppe variabili, si intersecano una procedura concordataria davanti al Tribunale, la necessità di avviare una nuova società, il dovere di tutelare i posti di lavoro, un quadro normativo definito dalla Regione, le deroghe che entrano in gioco per la procedura fallimentare, le scelte che l’amministrazione comunale ha deciso di portare avanti. Un quadro che in questo momento sembra ancora più difficile da decifrare perché contestualmente ci si sta muovendo su due binari paralleli: da una parte c’è quel piano concordatario che chiama i lavoratori a fare delle scelte ben precise, dall’altro c’è la necessità di chiudere le procedure di trasferimento del personale da Messinambiente alla Messinaservizi. Strade parallele ma che inevitabilmente si incrociano e su cui si è consumata la frattura totale del fronte sindacale. Nei giorni scorsi la Cgil ha firmato un accordo con l’amministrazione comunale e Messinambiente che di fatto detta la linea che si seguirà per portare i lavoratori alle conciliazioni necessarie al concordato, Cisl, Uil e Fiadel hanno invece detto no a quell’accordo considerato assolutamente penalizzante per i dipendenti e che non mette in chiaro che si seguirà la procedura di trasferimento tramite Srr.

Oggi le federazioni dei tre sindacati hanno spiegato perché non hanno voluto firmare quell’accordo, hanno chiaramente detto no a una strategia che non riescono a comprendere e che temono sia stata costruita per tutelare gli interessi di pochi a discapito dei tanti lavoratori. E poi il clima che si respira ormai è pesantissimo, ci sono lavoratori che raccontano di aver ricevuto pressioni motivate da un paventato rischio licenziamento se non si arriverà alla firma degli accordi. Insomma, serve chiarezza assoluta ora più che mai. E per i tre sindacati serve soprattutto non alimentare falsità nei dipendenti di Messinambiente.

A dirlo a chiare lettere è stato l’avvocato Gaetano De Salvo, legale della Uil, che però ha parlato non solo come avvocato ma anche da cittadino, riconoscendo quanto sia delicata la vicenda per l’intera città: «E’ una procedura complessa perché c’è procedura concordataria di difficilissima comprensione che si intreccia con la questione del diritto del lavoro. E’ un mix difficile da gestire da parte di tutti. Secondo me bisognerebbe creare un tavolo tecnico di professionisti per verificare come si possono superare queste rivendicazioni legittime da parte dei lavoratori. Va tutelato il lavoro ma anche la cassa pubblica e chi ha proposto il piano concordatario, quindi Messinambiente che sta affrontando la questione. La soluzione è ancora a portata di mano ma per farlo è necessario creare un tavolo di professionisti».

«Il transito alla Srr è l’unica garanzia per i lavoratori –ha esordito Silvio Lasagni, segretario della Uiltrasporti. Ci dicono di tutelare chissà quali interessi, a noi preoccupa solo che i 488 lavoratori transitino in Srr affinché si preservi la natura pubblica del servizio. Continuiamo a dire no al passaggio diretto attraverso gli art. 6 e 8 del CCNL perché servirebbe solo a nascondere tanti problemi. I privilegiati conserveranno i loro superminimi, i loro privilegi ad personam, cose che non interessano ai lavoratori sulla strada che raccolgono la spazzatura. Noi vogliamo salvaguardare tutti. Ci troviamo di fronte ad atti che ledono soltanto i diritti dei lavoratori, chiamati solo e semplicemente a fare delle rinunce. La proposta che abbiamo fatto prima del 4 dicembre era di rivedere quella bozza, inserire che il passaggio avvenisse tramite Srr, questo non è stato e non abbiamo firmato quell’atto. I nostri legali ci hanno detto che non possiamo sostituirci con una firma alla alla volontà dei lavoratori e di certo non abbiamo intenzione di farlo alimentando pressioni. Una cosa dev’essere chiara: i I lavoratori comunque e in ogni caso conserveranno il loro posto di lavoro».

Pietro Fotia, della Fiadel, ha voluto invece porre la lente di ingrandimento su quelli che sono i troppi “lati oscuri”. «Non ci è mai stato comunicato il testo del concordato preventivo. MessinaServizi non solo non ha fatto domanda all’albo gestori, ma non ha neanche fatto neanche richiesta di iscrizione alla Camera di Commercio. E poi ancora: perché su Messinambiente il tavolo all’improvviso ha cambiato idea? Noi non siamo d’accordo perché ci sono lesioni enormi dei diritti economici dei lavoratori. Gli unici privilegi sono specifiche indennità ad personam di svariate centinaia di migliaia di euro che con questo accordo transiteranno mantenendo tutto intatto. E’ possibile far dare l’anima ai lavoratori per tutelare interessi di pochi soggetti? Stiamo preparando un dossier da mandare alla Corte dei Conti in cui denunceremo situazioni gravi. Questo accordo è un’accozzaglia. Con il passaggio diretto, se ci fosse il fallimento, i lavoratori senza Srr saranno in mezzo alla strada, per questo spingiamo al rispetto della legge regionale e della procedura Srr».

Lillo D’Amico, segretario della Fit Cisl, invece manda un messaggio chiaro a Palazzo Zanca: «Chiedo all’amministrazione comunale un interlocutore serio e competente, finora ci siamo trovati davanti solo comparse. Abbiamo un assessore che fa da spalla alla Cgil. Chiederemo incontro ai commissari giudiziari e se sarà necessario anche al giudice Minutoli perché riteniamo che troppe cose siano ancora sottaciute».

Quindi sotto attacco c’è una bozza di accordo che chiede sacrifici importanti ai lavoratori a fronte di poche certezze future. Per i tre sindacati il fatto che il Comune si sia impegnato a pagare i Tfr mettendo le somme in bilancio per i prossimi 6 anni non può rappresentare una vera garanzia, viste le condizioni finanziarie di Palazzo Zanca. Non c’è chiarezza su ferie non godute e permessi. Utilizzando il fattore “tempo” si sta cercando di trovare la strada più veloce che però porterebbe a non rispettare la normativa regionale. Insomma, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel vogliono che escano allo scoperto quali sono i veri interessi in ballo e quale sia la vera strategia che si sta portando avanti perché temono che la partita sia sulle spalle dei lavoratori ma senza che loro sappiano chiaramente cosa sta accadendo.

Francesca Stornante