Giuseppe Andaloro sulle tracce di Debussy

Giuseppe Andaloro sulle tracce di Debussy

giovanni francio

Giuseppe Andaloro sulle tracce di Debussy

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mercoledì 18 Luglio 2018 - 07:20

Una incantevole serata musicale a Villa Cianciafara in un’atmosfera ospitale d’altri tempi

Lunedì si è tenuto il primo appuntamento del Messina Piano Festival, una serie di cinque concerti di giovani pianisti, nella scenografica location di Villa Cianciafara, con il patrocinio del Comune di Messina e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Policlinico”, e grazie alla squisita ospitalità del padrone di casa ing. Giuseppe Amedeo Mallandrino, che ha messo a disposizione la sua splendida dimora, ove, alla fine del concerto, presso i suggestivi locali delle “Scuderie”, è stato offerto agli ospiti un ricco aperitivo di eccellente fattura.

Ricorrendo quest’anno il centenario della morte di Claude Debussy (25 marzo 1918), tre dei cinque concerti in programma prevedono, almeno in parte, l’esecuzione di brani del grande compositore francese, mentre non è al momento stato comunicato il programma dell’ultimo, atteso, concerto, che vedrà esibirsi il giovane pianista siciliano Alessandro Ferro, già protagonista questo e lo scorso anno al Teatro Vittorio Emanuele, insieme all’Orchestra del Teatro. Anche Giuseppe Andaloro, pianista palermitano vincitore del prestigioso premio Busoni, primo pianista ad esibirsi in concerto a villa Cianciafara in questa seconda edizione del “Messina Piano Festival”, a cura del direttore artistico Giuseppe Grimaldi, ha dedicato la prima parte del concerto, nonché il bis, a Claude Debussy. Dopo l’esecuzione del Notturno in Re bemolle, un brano giovanile, composto in omaggio all’amato Chopin, ricco di spunti gradevoli, talora appassionati, ma di modesto valore artistico, Andaloro ha eseguito “La plus que lente”, uno dei brani più raffinati composti per pianoforte dal musicista francese. Si tratta di un valzer lento, dal carattere sognante, raffinatissimo, una delle pagine pianistiche più affascinanti del musicista francese, composto nel 1910, dall’incantevole ed enigmatica coda. Di non facile esecuzione dal punto di vista interpretativo, a causa dei continui rubato e rallentato, la cui trascuratezza potrebbe rendere il brano un po’ monotono, ha visto in Andaloro un interprete sensibile e attento ad ogni sfumatura. Dopo la piacevole "Dumka" op.59 di Petr Ilic Cajkovskij, brano ricco di spunti popolari russi, debitore delle rapsodie ungheresi di Liszt, ecco il piatto forte della serata: “Quadri di un’esposizione”, di Modest Mussorgski. Forse più popolare nella trascrizione per orchestra di Maurice Ravel, il famoso brano fu scritto da Mussorgski per pianoforte, in ricordo del suo amico Viktor Hartmann, architetto e pittore russo morto in giovane età, e anche l’originaria versione pianistica è molto eseguita nelle sale da concerto di tutto il mondo. La composizione si ispira ad una collezione di quadri del pittore esposti a Pietroburgo dopo la sua morte. Si tratta di una musica tipicamente russa, come tutte le opere del compositore autore del Boris Godunov, e presenta una straordinaria ricchezza di invenzione: una passeggiata “Promenade”, filo conduttore di tutta l’opera, ci conduce da un quadro all’altro, tutti splendidamente “dipinti” in musica da Mussorgski, Molto efficaci, in particolare, “Il vecchio castello” brano misterioso e intriso di tristezza, “Bydlo” – un grande carro di contadini, con enormi ruote, trainato dai buoi – brano impressionante che raffigura la fatica e pesantezza del gesto faticoso del traino, e “La grande porta di Kiev” che conclude trionfalmente il brano. Le esecuzioni nelle location estive sono abbastanza complicate per gli artisti, per via della difficoltà di concentrazione, dovuta agli inevitabili rumori di sottofondo che le esibizioni all’aperto comportano. L’esecuzione del talentuoso pianista palermitano ha segnato qualche piccolo passaggio a vuoto, ma l’interpretazione, ricca di contrasti e sfumature, ha evidenziato grande personalità, e denotato una perfetta sintonia del pianista con il brano eseguito.

Auspichiamo di rivederlo nelle sale da concerto messinesi nella stagione invernale. In omaggio a Debussy, Giuseppe Andaloro ha bissato con il celebre “Clair de lune”, un delicatissimo e sognante brano tratto dalla “Suite bergamasque”, ispirata al mondo galante e malinconico a un tempo delle maschere. E così, con le soavi note di Debussy, immersi in inebrianti profumi notturni di fiori estivi, si concludeva magicamente questa prima delle cinque serate musicali a Villa Cianciafara, evento prezioso nell’ambito dell’offerta musicale dell’estate messinese.

Giovanni Franciò

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