La ruota, la pista di ghiaccio, il Grinch e l’epidemia di “mummuriatite”

Caro diario, leggendo le polemiche di questi giorni sul Villaggio di Babbo Natale a Piazza Cairoli nonna Sara (dalla quale ho ereditato nome, sorriso e buon umore), se fosse ancora viva avrebbe detto: chi la vuole cotta, chi la vuole cruda.

Per la verità la prima raffica di “mummuriamenti” (tipici prodotti locali per i quali siamo maestri da generazioni), si è avuta in occasione dello Street Food. In quei giorni, mentre finalmente la piazza era gremita di migliaia di persone e la manifestazione della Confesercenti è stata un successo, si è sentito di tutto. La frase che ricordo per assurdità è: “eh, ma si mangia in piedi…non ci sono sedie”, dimenticando che si chiama Street Food ovvero CIBO DA STRADA proprio per questo. Se vuoi essere seduto e servito vai al ristorante.

I mummuriamenti sono cessati durante la campagna elettorale per poi riprendere ed essere indirizzati al Natale a Piazza Cairoli ed in particolare verso la Ruota panoramica e la pista di ghiaccio. Anzi, per la pista di ghiaccio è un remake dei mummuriamenti dell’anno scorso, quando Lello Manfredi propose di realizzarla davanti al Teatro Vittorio Emanuele affiancandola ai mercatini di Natale, causando l’uscita dal letargo del Grinch che diede il meglio di sé. Un anno dopo il Grinch è tornato più in forma che mai additando qualsiasi cosa abbia sentore di festa.

Gli operai avevano appena messo piede a Piazza Cairoli per montare la ruota panoramica che già era tutto un fiorire di “eh ma la ruota messa lì rovina la piazza”, “eh ma quanto resta questa cosa” “eh ma quanto si paga, chissà chi ci ruba” “eh ma che zalleria” “eh ma con questo freddo chi ci sale” eh ma si vedranno a malapena i tetti dell’Oviesse” “eh ma quanto costa, sicuramente ci ruberanno i soldi” “eh ma rovina il panorama” “eh ma per salirci arriveranno gli unni da ogni dove e saremo invasi”, “eh ma pare la giostra”, “eh ma perché non mettevano in Fiera”.

E BASTAAAAAAA (direbbe nonna Sara)

Ma non vi rilassate proprio mai? Ne avete fatta una missione di vita quella di criticare sempre e comunque il lavoro degli altri?

Sarebbe bene fare un passo indietro al Natale 2014, ricordarci le strade buie, l’albero striminzito che sembrava una gruccia e che spinse, la Confcommercio e la Caronte-Tourist a donare un secondo albero. Sembravano il ricco e il povero, ci dedicai la rubrica domenicale “two is megl che uan”. Facciamo un passo indietro alle tante battaglie di Millevetrine per illuminare il Natale al centro. Ricordiamoci come tutti si lamentavano che “a Messina a Natale non c’è niente”, e criticavano l’assenza totale di atmosfera natalizia. Il Comune ha le casse a secco e senza soldi non puoi fare NIENTE. Così da un paio di anni ci stanno pensando i privati: i commercianti, le associazioni di categoria, gli imprenditori. E poi, nel sociale, migliaia e migliaia di volontari dal cuore grande come la ruota panoramica che, in silenzio, cercano di migliorare il Natale di chi è più sfortunato di voi che “mummuriate”. A questi uomini dal cuore immenso dedicherò la prossima rubrica.

Oggi, caro diario, voglio parlarti di quelli che Carmelo Picciotto, presidente della Confcommercio, ha chiamato “uomini faber”: quelli che “fanno”.

A Messina sono tantissimi. Ad esempio sono uomini faber quelli dell’associazione Piazza Cairoli, quelli di Millevetrine, quelli dell’associazione del corso Garibaldi, il Comitato del Muricello.

Quando la gente si mette insieme, destina soldi, tempo, energie, idee, le mette a disposizione della città, è un meccanismo positivo. Confcommercio, la famiglia Barbera, Ivo Blandina, Lello Manfredi, la Caronte Tourist, decine di piccoli imprenditori, hanno pensato di illuminare il Natale, cosa c’è di male? Cosa c’è di orrendo nel voler provare a dare?

Prendiamo la famiglia Barbera. Già da 4 anni collabora con la Confcommercio per organizzare il Natale a Piazza Cairoli. Quest’anno ha sposato l’idea della ruota panoramica e l’ha voluta donare alla città, senza neanche metterci il brand perché “non vogliamo contaminare con la pubblicità i colori e il calore del Natale”.

Ovviamente i mummuriatori e i dietrologi di mestiere ci hanno visto di tutto. Un commentatore ha persino scritto: ma perché non asfaltavano un pezzo di strada? Da 4 anni provano a migliorare il Natale e li si accusa di non fare quello che spetta all’amministrazione e che se facessero sarebbero sanzionati e denunciati).

Nonna Sara direbbe: ma che nicche nacche c’entra?

Gli imprenditori ci provano e noi che facciamo? Spacchiamo il capello in 4, non ci va mai bene quello che GLI ALTRI FANNO. Perché il problema è questo. SONO GLI ALTRI. Il problema per il messinese è l’altro. Il messinese tipo non fa, ma appena si accorge che un altro “fa” allora si scatena la mummuriatite, rara malattia genetica, temo incurabile. A Messina ci sono state vere e proprie epidemie bibliche di mummuriatite Cosa diversa è la competizione che, quando è sana, aiuta una comunità a crescere ed il singolo a dare il meglio di sé. La competitività, se non è invidia o guerra, è una molla.

Invece stiamo come quei vecchietti davanti ai cantieri che trascorrono ore a criticare gli operai: “Eh, ma che cemento usi?” “Eh ma come la tieni la mazzotta?”.

Ma perché pensiamo di essere solo noi i migliori? Allo Street Food ho adorato il Trapizzino ma so che al Villaggio di Natale troverò un’altra roba supercalorica che mi piacerà. E sì, salirò sulla ruota anche se non è la Ruota di Londra e non si vedono le nuvole ma le terrazze e scatterò il selfie sopra la MIA CITTA’.

E sì, voglio dire grazie a chi, da mesi lavora e ha lavorato, da Millevetrine a Palella e Passione, da Bellantone a Confartigianato, dal Comune a Picciotto, dai Franza ai Barbera, a Manfredi. Grazie a chi “fa”, dal Comitato Muricello all’associazione Vetrine del corso Garibaldi, da chi lavora dietro le quinte per gli Show cooking alle associazioni culturali e di volontariato che ogni sera saranno lì, a piazza Cairoli, a dare il loro Tempo per gli altri. Voglio dire grazie a quelli che ci provano nonostante tutto. Grazie perché ci provano ed a Messina, provarci è un peccato mortale.

Nella mia vita ho ricevuto regali orrendi e inutili, ma chiunque mi abbia donato qualcosa ha avuto in risposta il più grande dei miei sorrisi perché dietro qualsiasi regalo, anche quello riciclato, quello misero, quello fatto di malavoglia, c’è un passo dell’altro verso di me.

Certo che si può fare di meglio e anche di diverso. Certo che migliaia di messinesi hanno idee diverse ed anche migliori per il Natale: datele, mettetele a disposizione della comunità come hanno fatto gli altri, gli stessi che criticate.

Ai mummuriatori dico: rilassatevi, è Natale, in tante case ci sono alberi di Natale brutti o zalli, che però piacciono a chi li ha addobbati scegliendo con cura le palle e le luci. Magari è zallo perché non possono permettersi di più.

Ma rilassatevi, ci sono problemi ben più seri, più gravi e di vecchia data a Messina che non l’altezza o la localizzazione della ruota o la pista di ghiaccio. Se proprio non vi piace così com’è Piazza Cairoli non andate. E’ un peccato perché vi perdete la possibilità di guarire dalla vostra malattia .

Il Grinch alla fine capisce che la magia del Natale non è Gesù Bambino, Babbo Natale, il regalo sotto l’albero o il cenone.

Il Natale è l’altro. Imparare a guardare l’altro. Senza mummuriare perché è vestito male o perché non ha i vostri stessi gusti. Ha fatto tanta strada per venirvi a trovare. Apritegli la porta almeno una volta con un sorriso.

Rosaria Brancato