Crudeltà e burocrazia nella vicenda del cane gettato nelle acque della “zona falcata”

L’odissea della povera bestia si è conclusa solo ieri, dopo 5 giorni in acqua. Una pietra al collo, così da impedirgli di reagire, e giù nelle acque di S. Raineri. E’ stato il basso fondale a favorirne la riemersione, scatenando l’indignazione dei messinesi.

Tutto inizia sabato mattina, quando un cittadino posta una foto sul gruppo facebook “Stai con noi”, gestito da Fabio Puglisi e dalla moglie Cristina, ideatori della ex rete solidale degli “invisibili”. La foto mostra il corpo di un cane che galleggia a testa in giù nelle acque dei cantieri navali Palumbo, nella zona falcata; nella segnalazione si aggiunge che il corpo è in mare da giorni, e che nessuno è finora intervenuto per rimuoverlo.

Parte così la mobilitazione degli utenti del gruppo. Il corpo viene segnalato a un dirigente dell’ASP Messina, che gira la segnalazione alla Capitaneria di porto; quest’ultima, tuttavia, dichiara di non poter intervenire per il recupero di una carcassa, ma solo in caso di Pronto Soccorso, dunque su persone o animali ancora vivi. Il consiglio del capitano Pagliaro è quello di tentare l’accesso dai cantieri navali e recuperare l’animale.

É lo stesso Puglisi a recarsi sul posto: “Per raggiungere il corpo bisognava passare dai cantieri Palumbo che, a quell’ora, erano in piena attività; il personale è stato cortese e ci ha permesso di accedere, ma non abbiamo potuto avvicinarci troppo. Ci è stato consigliato di provare dai cantieri Rodriguez, che quel giorno erano fermi; l’ingegnere Oteri, del personale dell’azienda, ha permesso l’accesso a noi e a due operai della ditta di pulizie che lavorava in cantiere. Alla fine è toccato proprio a loro, a mani nude, recuperare la carcassa della povera creatura”.

L’animale si trova ora all’istituto veterinario per verificare l’eventuale presenza del microchip o di altri elementi che possano ricondurre al padrone. Resta l’indignazione per un episodio che ha evidenziato ancora una volta la crudeltà di cui è capace l’uomo e le inefficienze della burocrazia: “Per 5 giorni” – continua Puglisi – “il cadavere di un cane ha vagato per il porto senza che nessuno intervenisse. Solo la nostra segnalazione ha ottenuto qualche risultato. Il problema della nostra città è proprio l’ignavia: se non ci mobiliteremo, se ci limiteremo a lamentarci sperando che qualcuno intervenga, non riusciremo a cambiare le cose. Dobbiamo partire da noi stessi, dalla nostra coscienza civile, che altro non è che amore per la propria città”.

Giovanni Passalacqua