Al via il primo Consiglio Comunale, occhi puntati sulle commissioni consiliari

La costituzione delle dieci commissioni consiliari che si occuperanno di ogni singolo ambito dell’amministrazione della città per i prossimi cinque anni è il secondo punto all’ordine del giorno del consiglio comunale di oggi. Durante la prima vera seduta del Civico Consesso, che si è data appuntamento alle 10 nell’aula consiliare di Palazzo Zanca, si discuterà e approverà la composizione di ogni singola commissione. In vista di questo ulteriore passaggio decisivo per le future sorti della città, tra le stanze del Comune sono stati giorni intensi per i vari gruppi che hanno avanzato richieste e proposte. Ieri mattina oltre due ore di riunione dei capigruppo per limare gli ultimi dettagli della delibera che approda oggi in aula con l’elenco dei nomi di chi, tra i 40, farà parte di ogni singola commissione.

Il gruppo che ha ottenuto il più alto numero di presenze nelle dieci commissioni è l’Udc che evidentemente ha “reclamato” una maggiore considerazione dopo essere uscito con le ossa rotte dalle votazioni per le vicepresidenze del Consiglio Comunale. A incassare meno posti invece il gruppo del centro-destra SiAmo Messina che in tre commissioni su dieci non avrà nessun rappresentante. Di quella che sembrerebbe l’ennesima lotta alla poltrona i consiglieri di tutti gli schieramenti assicurano che l’unica strada che si è cercato di seguire è stata solo quella dell’equità, dunque riconoscere a tutti in modo imparziale la giusta rappresentanza.

Un po’ più complicata sarà invece la ripartizione delle presidenze. Ancora ieri, nonostante la riunione fiume dei capigruppo, non si era giunti alla conclusione definitiva. Per questo è già in programma un nuovo incontro che è stato fissato al termine della seduta del consiglio di oggi. In linea di massima dovrebbero essere così suddivise: 8 commissioni andrebbero al centro-sinistra, 1 al centro-destra, 1 a Cambiamo Messina dal Basso. Già questo però ha fatto storcere il naso al capogruppo del Pdl Pippo Trischitta che ne reclama due, una per il Pdl e una per SiAmo Messina, e che ha già annunciato che non accetterà quella divisione che sembra ormai quasi definitiva.

Potrebbero dunque ancora cambiare le carte in tavola, al momento però la ripartizione vedrebbe la I (Bilancio, Sviluppo Economico e Turistico, Rapporti con Società Partecipate) e la IX (Regolamenti e Statuto, Decentramento e Città Metropolitana) nelle mani dell’Udc; III (Pubblica Istruzione, Legalità e Pari Opportunità, Agricoltura, Artigianato e Commercio, Mercati, Gruppi Acquisto Ecosolidale, Distretti e Reti di economia solidale) e VI (Politiche Sociali, Politiche del Personale, Avvocatura, Contenzioso) al Megafono; per il Pd la IV (Urbanistica e Risanamento); i Democratici Riformisti avrebbero la V (Ambiente, Salute, Cimiteri, Verde, Giardini, Arredo Urbano, Animali, Rifiuti); VIII commissione (Politiche di integrazione, Cultura e Identità, Spettacoli, Sport, Politiche giovanili) a Felice per Messina; a Cambiamo Messina dal Basso, che ne aveva espressamente fatto richiesta, la X (Autogestione dei Beni Comuni, Patrimonio, Valorizzazione e Censimento del Patrimonio storico, artistico e culturale). Se questo dovesse essere l’assetto, restano in ballo la II (Energia, Mobilità, Polizia Municipale, Viabilità e Trasporti, Comunicazione e Innovazione, rapporti con Europa e Mediterraneo) e la VII (Risorse del Mare, Protezione Civile, Sicurezza sui luoghi di lavoro, Lavori Pubblici, Manutenzione immobili comunali adibiti a servizi, rete viaria e sottoservizi), il Pdl del centro-destra e i Progressisti democratici della coalizione di maggioranza.

Indiscrezioni anche su chi potrebbero essere i vari presidenti. A seconda di quale sarà poi l’assegnazione definitiva, in base soprattutto alle competenze, per Cambiamo Messina dal Basso dovrebbe essere Gino Sturniolo, l’Udc potrebbe puntare su Franco Mondello e una delle due donne in squadra, quindi Mariella Perrone o Carmelina David. I Democratici Riformisti hanno indicato Rita La Paglia se a loro dovesse realmente toccare la V, il centrodestra propone addirittura tre nomi tra Daniela Faranda, Pierluigi Parisi e Piero Adamo. Ha invece ufficialmente dichiarato di non ambire a nessuna presidenza il consigliere Udc Libero Gioveni. Era stato lui a pagare il colpo di mano delle votazioni per le vicepresidenze del consiglio, quello stesso giorno in aula non risparmiò toni durissimi contro l’intera coalizione.(Francesca Stornante)