Morte Michele Pietroburgo, l’auto in sosta non c’entrava

La Fiat Punto parcheggiata a spina di pesce tra il marciapiede e la carreggiata, in via Consolare Pompea, nulla c’entró con la morte di Michele Pietropurgo, il motociclista di 42 anni vittima di un incidente stradale.

Lo ha stabilito il giudice Curatola che ha assolto la proprietaria sessantunenne del veicolo dall’accusa di omicidio colposo. Le perizie hanno infatti stabilito che nella dinamica dell’incidente, l’impatto con l’auto non ha provocato le lesioni più gravi, quelle costate la vita all’uomo.

Era il 29 ottobre del 2009: Pietroburgo viaggiava in sella alla sua Honda, verso centro città, sulla litoranea, quando perse il controllo del mezzo rovinando sull’asfalto, a destra. Il corpo compì una tragica carambola: prima contro la Punto parcheggiata a destra, poi rimbalzó verso sinistra, schiantandosi contro un veicolo proveniente dal lato opposto. Morí dopo due giorni di agonia in ospedale.
Soddisfatto il legale della proprietaria della Punto, l’avvocato Bonni Candido.