Omicidio stradale, due pesanti condanne per la morte di Lorena Mangano

E' pesante il verdetto per il finanziere Gaetano Forestieri e il pasticcere Giovanni Gugliandolo, alla fine del processo in abbreviato per la morte di Lorena Mangano, la ventitreenne di Capo d'Orlando morta nello schianto tra la sua Fiat Panda e un'Audi TT, la notte del 25 giugno scorso, su Corso Garibaldi a Messina.

Il Giudice per l'udienza preliminare Salvatore Mastroeni ha condannato ad 11 anni Forestiere, accusato di omicidio stradale e competizione sportiva non autorizzata, ed a 7 anni Gugliandolo, che ha concorso alla corsa clandestina che è costata la vita a Lorena, falciata mentre imboccava la via Garibaldi, subito dopo aver visto scattare il verde al semaforo.

Il verdetto è arrivato poco dopo le 16, oggi pomeriggio, al termine di una lunga udienza servita a dare la parola agli avvocati delle parti civili, la famiglia di Lorena e gli amici della ragazza che quella sera erano in auto con lei.

Il Pubblico Ministero Marco Accolla aveva chiesto la condanna a 6 anni per Gugliandolo, 12 anni per Forestieri, ma soprattutto per il pasticcere aveva chiesto di riqualificare l'accusa, contestando un'aggravante più pesante.

Il GUp Mastroeni ha anche stabilito un risarcimento in via definitiva per l'Associazione delle Vittime della Strada di 15 mila euro, poi le provvisionali per le altre parti civili: 80 mila euro a testa per i genitori, 60 mila euro per il fratello e 20 mila per la cognata, 50 mila euro per la sorella Marilena.

Ad entrambi gli imputati è stata revocata la patente, confiscato il mezzo e sono stati interdetti dagli uffici pubblici.

Una morte choc, quella della studentessa universitaria orlandina, che ha riacceso i riflettori sulle vittime della strada. La condanna di Forestieri è una delle prime, e la più severa, decise dopo l'entrata in vigore della nuova legge sul reato di omicidio stradale.

Hanno assistito le parti civili gli avvocati Aurora Notarianni, Roberto Argeri e Francesco Rizzo, mentre gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Pietro Luccisano e Salvatore Silvestro.

Alessandra Serio