Il Comitato Teatro: “I tempi biblici di Accorinti hanno paralizzato l’Ente”

Quanto accaduto ieri, con la conferenza stampa del sindaco per presentare i membri del Cda del Teatro Vittorio Emanuele mentre a Palermo l’assessore Stancheris inviava il commissario ad acta (vedi articolo allegato) ha suscitato le prime reazioni.

“La comunicazione dell’individuazione dei componenti il Cda dell’Ente- si legge in una nota del Comitato per il Teatro- arriva dopo quasi cinque mesi. Giova ricordare che tutto questo viene dopo forti, pressanti e reiterati interventi del nostro Comitato, culminati nella seduta straordinaria e aperta del Consiglio Comunale del 13 dicembre scorso. Troviamo inspiegabile e immotivato tale ritardo che ha, di fatto, paralizzato l’attività dell’Ente. La responsabilità della mancata costituzione del Cda è interamente del Sindaco Accorinti e dei suoi tempi biblici, inadempienza che ha prodotto e produrrà ripercussioni sulla stagione teatrale e musicale che, se non compromessa, sarà purtroppo raffazzonata e in tono minore”.

Il curricula infatti sono rimasti nei cassetti di Palazzo Zanca da agosto scorso, nonostante subito dopo la nomina del presidente Puglisi il sindaco avesse annunciato tempi rapidissimi anche per il Cda. A rallentare la decisione è stata l’incertezza sul numero dei componenti in base alla nuova normativa che di fatto il dimezza, ma non si capisce a questo punto perché, dopo aver tardato cinque mesi senza riuscire ad avere risposte adeguate, alla fine si sia deciso sui tre nomi, mentre contestualmente la Regione nominava il commissario ad acta, causando una situazione a dir poco imbarazzante sul piano della comunicazione tra le due Istituzioni (Regione e Comune) ed iniziando quello che diventerà un “braccio di ferro” tra le due parti che non gioverà affatto alle sorti dell’Ente.

Spetta infatti alla Regione ratificare le nomine effettuate dal sindaco e dal commissario della provincia. Questa situazione di stallo non consentirà né il rilancio del Teatro né la predisposizione di un’attività artistica adeguata.

“ Ci auguriamo- prosegue la nota- che la nomina del commissario ad acta non rappresenti un ulteriore ostacolo. Per il resto nulla di nuovo, non un impegno concreto è stato annunciato nei confronti dell’Orchestra, al di la dell’intervento dell’assessore alla Cultura Perna che ha tratteggiato possibili sinergie e nuove prospettive per le quali aspettiamo di conoscere più nel dettaglio e modalità, mezzi e strumenti con i quali dar corpo e sostanza a quanto da lui dichiarato. L’Orchestra rappresenta il paradigma di questo Teatro e della sua incapacità di gestire in maniera equilibrata e armonica prosa e musica, avvalorando i timori di quanti paventano che si stia procedendo nell’opera, già da tempo avviata, della sua dismissione. Bisogna trovare il modo per garantire all’Orchestra dignità e presenza, anche attraverso l’individuazione di strumenti originali e nuovi, guardando a ciò che avviene in altre realtà, a partire da Reggio Calabria, dove si stanno sperimentando soluzioni interessanti. Il nostro auspicio è che la stagione di musica e prosa non debba subire ulteriori ritardi e che la città di Messina la viva da protagonista. Rifiutiamo per il Teatro Vittorio Emanuele un ruolo da comprimario. Lo rifiutiamo per i nostri attori e i nostri musicisti, le nostre maestranze, la nostra cultura, la nostra arte, onore e vanto della nostra città”.

Purtroppo la realtà sembra andare in altra direzione. E’ evidente la scarsa comunicazione tra le due Istituzioni e comunque una totale assenza di voglia di camminare insieme in un percorso di rinascita. Al di là della durata del commissariamento, che ha però due indicazioni ben precise, bilancio e programmazione delle attività, (e già questo dovrebbe indurre alla protesta), si delinea la volontà da parte della Regione di proseguire in un’ottica di congelamento e di prolungata agonia dell’Ente, a vantaggio di altre realtà dell’isola. Non abbiamo bisogno di continuare a stare “sotto tutela”, perché un commissario ad acta risponde direttamente a Palermo ed a logiche burocratiche che non sono quelle che invece interessano un Cda legato alla città ed al territorio.

Ma se continuiamo a stare zitti ed a subire qualsiasi decisione, peraltro giustificata dal nostro immobilismo, penseranno che tutto sommato non siamo in grado di difendere i nostri interessi, la nostra terra, la nostra cultura, i nostri lavoratori.

E che il Vittorio Emanuele si può colonizzare e può essere solamente una “comparsa” come ipotizza il Comitato.

Rosaria Brancato