Teatro, Saija e Puglisi tirano le somme: “Stagione straordinaria, bilancio positivo” IL VIDEO

“I conti tornano”, dichiarano i vertici dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele, snocciolando i dati relativi al bilancio 2015 e raffrontandoli con quelli degli anni passati “Ci siamo riusciti perché abbiamo portato avanti una politica di programmazione che prima non c’era e grazie ad entrare proprie e alle nostre iniziative siamo riusciti a chiudere in attivo il bilancio, quadruplicare gli spettatori, diminuire le spese e aumentare le produzioni nostre”. Insomma, un successo sotto ogni profilo. Il sovrintendente Saija insieme al presidente Puglisi hanno tirato le somme in conferenza stampa alla presenza dei direttori artistici Giovanni Renzo e Ninni Bruschetta e del consigliere Giacoppo, assente invece rispetto a quanto annunciato il sindaco Accorinti. I vertici dell’Ente hanno quindi, illustrato le cifre del bilancio del 2015, che registra 6 milioni e 200 mila euro di entrate e 6 milioni e 194 mila euro in uscita, sottolineando come le entrate siano in gran parte proprie dal momento che i contributi regionali sono stati dimezzati. Il rapporto tra entrate proprie ed entrate esterne è nel 2015, come spiega Saija, del 55,13%, rispetto al 14,60% del 2011 quando i contributi regionali erano di quasi 7 milioni di euro, mentre nell’anno che si è appena chiuso la Regione ha erogato quasi 4 milioni al Vittorio. Le entrate proprie sarebbero di oltre 2 milioni (raddoppiate rispetto al 2011) ma non si comprende perché Saija definisca come “entrate proprie” i contributi ministeriali (39 mila euro), del Comune (96 mila) e del Furs, fondo regionale (616 mila euro). Le uscite, nel raffronto che Saija ha fatto per rimarcare le differenze tra la gestione di oggi e quella di Ordile sono diminuite, mentre invece sono aumentati il numero degli spettacoli, da 124 a 261, il numero degli spettatori che si è moltiplicato a dismisura passando dai 13.141 del 2011 ai 112.500 del 2015. E se le produzioni del Vittorio Emanuele sono aumentate per numero sono diminuite per costi passando numericamente da 3 a 24 e scendendo da un costo medio di 274 mila euro per produzione a poco più di 28 mila. Il costo medio di uno spettacolo, secondo i dati, è stato dimezzato rispetto al 2011. Anche sotto il profilo occupazionale i vertici del Teatro sono soddisfatti perché i costi sono diminuiti dal milione e mezzo del 2011 al milione e 360 mila euro, con una media occupazionale lavorativa di 226 giornate tra tecnici, orchestrali, sarte, artisti. Anche l’indotto ha soddisfatto i vertici del Teatro: “il tabacchino ed i ristoranti ci ringraziano perché è aumentata la clientela”, mentre tra service, promozione, trasporti l’indotto è migliorato per attività occupazionale dell’11,09%.

“In tanti hanno gettato discredito sotto gli aspetti economici, invece siamo in buona salute e il bilancio è attestato dal parere dei revisori dei conti”.

Fin qui i dati relativi al consuntivo 2015. Ma nel corso degli interventi, esattamente come avviene a Palazzo Zanca da 2 anni e mezzo, parte delle dichiarazioni è stata riservata alle responsabilità di quellicheceranoprima, diventati un vero e proprio mantra per i neo amministratori messinesi. Nel contempo i vertici del Teatro si sono tolti alcuni sassolini dalla scarpa (vedi articolo affiancato).

Rosaria Brancato