Che fine ha fatto il progetto per la raccolta acque meteoriche di Ganzirri?

Che fine ha fatto il progetto per la raccolta acque meteoriche di Ganzirri?

Che fine ha fatto il progetto per la raccolta acque meteoriche di Ganzirri?

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lunedì 19 Novembre 2018 - 09:35

L'ex consigliere di circoscrizione Sanò evidenzia come l'iter sia stato avviato ad inizio anno, ma poi non si è saputo più nulla

Siamo in autunno inoltrato e a breve si comincerà a recitare il solito mantra: alle prime piogge si allagano le strade, perché non s’interviene preventivamente? Se questo può essere vero per l’intera città, nel caso del villaggio di Ganzirri le cose si complicano. Infatti, in qualsiasi altra zona della città basterebbe pulire tombini e caditoie (ma non avviene lo stesso), nel paese famoso per i mitili bisogna fare i conti con il delicato equilibrio del lago, protagonista assoluto della Riserva Naturale di Capo Peloro.

Quando è stata istituita la Riserva, per proteggere la salubrità delle acque lacustri, sono state ostruite alcune canalette che facevano confluire le acque meteoriche all’interno del lago. Quello di cui, però, non si parla mai sono le opere necessarie ad assorbire buona parte delle acque bianche provenienti dalle ville, sorte negli anni sulle colline prospicienti il lago.

La soluzione sembrava a portata di mano, quando a febbraio 2018 si è tenuta una riunione a cui erano presenti il dirigente Armando Cappadonia, Francesco Roccaforte, Roberto Siracusano, la direttrice dell’area protetta Maria Letizia Molino e Cosimo Cammaroto, per la Città Metropolitana; l’assessore Sergio De Cola, Antonio Amato dirigente del dipartimento Lavori pubblici, per il Comune di Messina e il presidente della VI Circoscrizione, Orazio Laganà. All’epoca dei fatti, come appreso dalla stampa, si era individuata la possibilità di utilizzare la rimodulazione dei fondi del Masterplan per realizzare un adeguato sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche che rispettasse le indicazioni del Decreto Legislativo 152/06 “Testo unico per l’Ambiente” e del Decreto Istitutivo n.437/44 dell’area protetta, risolvendo definitivamente il problema.

A fine marzo, sempre dalla stampa, gli abitanti del villaggio di Ganzirri e tutti i cittadini che transitano per la via Consolare Pompea, apprendono che la progettazione dell’anello collettore di raccolta di tutte le acque piovane, disperse con pozzi drenanti evitando costose stazioni di sollevamento, era quasi conclusa.

Dunque si era passati, finalmente, dai tavoli tecnici ai fatti, avevamo addirittura un progetto e la sua linea di finanziamento. Ma da marzo ad oggi a che punto siamo? La nuova giunta proseguirà l’iter o dovremo acquistare mezzi anfibi? Ed ancora, l’ente gestore della Riserva per scongiurare il rischio di ledere la pubblica e privata incolumità, darà mandato di aprire le canalette di scolo togliendo le castagne dal fuoco all’Amministrazione? Ci piacerebbe, che a questi interrogativi fosse data risposta dall’assessore ai lavori pubblici Salvatore Mondello, dall’ingegnere Amato del dipartimento Lavori Pubblici e dalla sempre presente e attenta alle problematiche ambientali Dottoressa Maria Letizia Molino, direttrice dell’area protetta. Nel frattempo, ripetiamo insieme: alle prime piogge si allagano le strade, perché non s’interviene preventivamente?

Giuseppe Sanò

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